Pensando a un futuro migliore siamo per la sostenibilità e desideriamo che i prossimi progetti per la città di Matera e il suo agro possano essere realizzati con tecniche eco-compatibili.
Lavoriamo perché si possa produrre energia da fonti rinnovabili e ci piace sapere che quando accendiamo una lampadina la sua luce è prodotta dal sole, dal vento, dall’acqua.
Per costruire un “futuro migliore” però è necessaria una consapevolezza collettiva e seria, che abbia come obiettivo il perseguimento del bene comune come ad esempio la tutela e la valorizzazione di un patrimonio dell’umanità quali sono i Sassi e il Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano.
La Giunta Regionale ha approvato il progetto di un parco eolico in agro di Matera in località Matine, che compromette l’integrità del paesaggio del territorio a ridosso dell’altopiano murgiano, e contro l’installazione delle invadenti torri eoliche si sono pronunziate le sottoscritte associazioni ambientaliste e culturali di Matera in un’assemblea convocata dal presidente dell’Ente Parco e presieduta dal Sindaco di Matera, con la partecipazione di rappresentanti della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata, dell’Istituto Nazionale di Urbanistica e degli Ordini Professionali.
Nel corso dell’approfondito dibattito è stata evidenziata, da parte della Soprintendenza BAP, l’illegittimità della procedura amministrativa posta a base della censurabile delibera autorizzativa della Giunta Regionale.
La riunione, caratterizzata da una folta e attiva partecipazione di cittadini, ha consentito di denunciare gli effetti devastanti che avrebbe il collocamento di un parco eolico a ridosso di un patrimonio culturale – i Sassi e il prospiciente Altipiano Murgico – riconosciuto nella sua integrità come Patrimonio Universale dell’Umanità dall’Unesco, riconosciuto di “preminente interesse nazionale” da più leggi dello Stato Italiano (cfr. in particolare art. 1 della L.771/1986) e, in quanto Parco Regionale, anche dalla stessa Regione Basilicata, e nelle immediate vicinanze di un bene protetto – Masseria Torre Spagnola – riconosciuta di interesse culturale ai sensi del D.lgvo 42/2004. L’aver disinvoltamente ignorato tali presupposti normativi che, in fatto e in diritto, impedivano la localizzazione di strutture industriali di quell’invadenza e di quella portata, rappresenterà uno dei binari su cui incanalare i rilievi giuridici e politici che dovranno essere proposti dalle Istituzioni e dalle associazioni.
All’interno di quest’unanime e forte posizione, è stata anche segnalata l’incoerenza politica regionale che, se da un lato propone la Basilicata come un territorio ancora integro, carico di un ambiente incontaminato e da vivere, dall’altro, per la precarietà dell’esistente normativa, favorisce la dissennata proliferazione degli impianti di produzione energetica da fonte eolica. Questa desolante politica sta alterando le migliori aree lucane d’integrità paesaggistica e ambientale.
Il caso Matera, che tutti i presenti hanno dichiarato di voler portare all’attenzione dell’Italia, dell’Europa e del Mondo, dovrà rappresentare l’elemento di riflessione per imporre al Consiglio Regionale di Basilicata di riconsiderare le regole esistenti, allineandole quantomeno alle attuali ‘Linee Guida’ nazionali e dichiarando, in attesa di tale normalizzazione, la necessaria moratoria di tutte le istruttorie in atto. In particolare occorrerà il recupero di corrette prescrizioni cogenti, a cui assoggettare la scelta dei siti non idonei all’istallazione delle pale eoliche.
Tutti i partecipanti all’assemblea hanno espresso la necessità di una mobilitazione di tutte le forze civili, culturali e politiche della città di Matera e della regione Basilicata, perché venga neutralizzata l’aggressione mortale alla qualità del territorio della città dei Sassi, sito Unesco e candidata a Capitale Europea della Cultura per il 2019.
A tal proposito, la riunione materana ha costituito un inedito momento di condivisione, definendo un modello positivo e operativo di confronto e di cooperazione tra Istituzioni, Ordini Professionali e associazionismo. Il fertile scambio di opinioni ha evidenziato l’opportunità e la necessità di continuare a seguire tale metodo, per contribuire civilmente a orientare le politiche pubbliche per l’ambiente e il paesaggio. Queste considerazioni sono valide e condivise a partire dal livello urbano fino al livello regionale, laddove la Basilicata risulta ancora oggi inadempiente rispetto a precipue competenze legislative. In particolare, l’assemblea ha voluto stigmatizzare l’assenza del Piano Paesaggistico che, in attuazione dell’art. 135 comma 3 lettera b) del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, avrebbe dovuto definire prescrizioni e previsioni in ordine “all’individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio compatibili con i diversi livelli di valore riconosciuti […] e comunque tali da non diminuire il pregio paesaggistico di ciascun ambito, con particolare attenzione alla salvaguardia dei siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO e delle aree agricole”. L’invito rivolto alla Regione Basilicata è quindi relativo non solo al ritiro dell’infausto provvedimento di autorizzazione, ma anche al fornire un nuovo e finalmente coerente impulso verso la pianificazione e la gestione del paesaggio e dell’ambiente, risorse riconosciute, vitali e insostituibili per lo sviluppo duraturo della comunità e dell’economia regionali.
E’ necessario, quindi, procedere ad un tempestivo aggiornamento/adeguamento del PIEAR (L.R.n.1/2010 – art.1-3°c.), almeno alle ‘Linee Guida nazionali’ (DM 10/09/2010), chiedendo inoltre una moratoria temporanea (strettissima) alle Conferenze di Servizio già in calendario, per consentire al Dipartimento Ambiente e Territorio di procedere all’individuazione di massima delle aree di crinale strutturanti il paesaggio regionale e delle aree agricole interessate da produzioni agricolo-alimentari di qualità, e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale, da inserire direttamente nel PIEAR.
Tutto ciò non rappresenta una rinuncia, giuridicamente e moralmente insostenibile, agli obiettivi (assolutamente condivisibili) di riconversione della produzione di energia alle fonti alternative, ma una più pregnante armonizzazione delle sue regole attuative.
Su questo obiettivo, che coniuga politica energetica e politica culturale, superando steccati ed appartenenze, devono convergere gli sforzi di quanti (Enti Locali, Associazioni, semplici cittadini) hanno a cuore il futuro del nostro paesaggio regionale, Matera compresa.
Comune di Matera
Ente Parco della Murgia Materana
UNIBAS
INU Basilicata
Ordine degli Architetti della Provincia di Matera
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Matera
Ordine Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Matera
Amici del Parco della Murgia Materana
B.R.I.O. Matera
Centro Carlo Levi
Circolo La Scaletta
Città Plurale
Diritti di Cittadinanza
Eyra Club
FAI Basilicata