Giuseppe Basile, già dirigente del Ministero per i beni e la Attività Culturali originario di Irsina, si è occupato di verificare le origini del pittore Andrea Miglionico e attraverso una serie di elementi raccolti è in grado di affermare che l’artista fosse originario di Montepeloso (antico nome di Irsina) e eccellente lucano. Curiosità: Giovanni Basile è l’autore del gioco dell’oca dedicato alla città di Matera, realizzato dallo storico di Irsina con i testi di Domenico Notarangelo. Basile dopo aver realizzato un gioco simile dedicato al suo paese, “Il Giro di Monte Piloso” ha lavorato ai testi di un altro gioco dedicato al brigantaggio lucano e alla Basilicata. Si chiama “1961, Briganti in Lucania” e contiene personaggi eccellenti, edifici religiosi, militari, luoghi di prestigio, archeologia, storia.
Per quanto riguarda il lavoro di ricerca legato al pittore Andrea Miglionico le sue origini irsinesi sono state accertate grazie un eccezionale ritrovamento archivistico avvenuto nell’Archivio della Curia Vescovile di Irsina che riguardava proprio Andrea Miglionico, pittore della seconda metà del ‘600 che tutti consideravano di origine napoletana o del Cilente e che invece attraverso il suo studio sono state accertate le sue origini di Montepeloso.
Di seguito la nota integrale.
A margine di una ricerca nell’Archivio della Curia Vescovile di Irsina intorno ad un onomastico di un nativo del paese emigrato ad inizio del ‘9oo in America latina, mi sono imbattuto, nel corso della lettura del 1° libro dei Defunti di una delle 4 parrocchie dell’antica Diocesi di Montepeloso, in una scheda compilata dal Canonico Reverendo don Giuseppe Nicola Mangieri Parroco, in cui, nella ripetitiva formula canonica del tempo, si descrive l’avvenuta morte di Andreas Miglionicus nell’Anno Domini 1718 giorno 10 mese Agosto. Andreas Miglionicus in Comunione con Santa Madre Chiesa l’animo a Dio rese; Confessato e Assolto; e di SS. Viatico fornito; il cui corpo fu sepolto nella Chiesa Cattedrale della Città di Montepeloso. Canonico Reverendo Dominus Joseph Nicolaus Mangieri Parocus
Mi venne il dubbio che fosse Andrea Miglionico, pittore, su cui le prime notizie si leggono in Bernardo De Dominici (Vite de’ Pittori, Scultori ed Architetti Napoletani, Napoli 1742-45). Annoverato, insieme ad altri 27 allievi, tra i discepoli del grande Luca Giordano, ha opere sparse in Campania, Puglia e in Basilicata. Altre notizie sono in Anna Grelle (Arte in Basilicata, Roma, De Luca Editore, 1981).
In particolare, nella scheda della “Visitazione” di Andrea Miglionico (presente nella Cattedrale di Irsina), a p. 219 del suo volume, accennando al “problema abbastanza complesso del rapporto del Miglionico con la Basilicata”, la Grelle afferma essere “da indagare al pari della origine cilentina dell’artista, asserita dal De Dominici e dall’Orlandi”, l’ipotesi che l’artista abbia desunto il suo nome dalla natia Miglionico, ove nel 1764 è documentata (Spinello, …. 1997 p. 50) la presenza d’un omonimo (un nipote?), anch’egli pittore.
L’epifania degli onomastici-di-paese o toponimici, in verità, poco convinceva, anche se la Grelle sembrava crederci, immaginando che i Matera venissero da Matera, i Tricarico da Tricarico, ecc.
Nel 1971, il 15 novembre, intanto, Russoniello Pompeo, giornalista della Tribuna dell’Irpinia, scriveva al parroco di Miglionico, sempre don Mario Spinello, chiedendo notizie intorno al cognome Miglionico e se mai quello fosse a conoscenza di un possibile legame di Andrea Miglionico pittore con il paese. Comunicava anche la scoperta di sei tele di quel pittore nella Cattedrale vicaria di Conza (Av). Don Mario Spinello pose mano all’archivio parrocchiale. I risultati non furono incoraggianti. Due anni dopo, infatti, il 26 novembre, molto deluso, don Mario osò disturbare con lettera il dott. Antonio Gambacorta della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie di Bari, chiedendogli consigli su che tipo di fonti e/o consultazioni potesse tornargli utile ai fini della tracciabilità di quel dipintore. Non più tardi di qualche settimana fa, però, don Mario, nonagenario, mi ha confermato, via cellulare, che la sua Chiesa Matrice non ha offerto alcuna traccia riguardante Miglionico Andrea, pittore, salvo un omonimo, anch’esso pittore, come si è detto, appartenente alla seconda metà del ‘700.
In questa storia c’è di vero che a Irsina esiste un nutrito gruppo di opere di Andrea Miglionico, fra le quali, verso la fine degli anni ’90, Vittorio Savona, allora Soprintendente reggente per i Beni Artistici e Storici della Basilicata, inserì Le Nozze di Cana, presente nella Chiesa dell’ex Convento di S. Agostino, per cui ordinò un intervento di conservazione presso i laboratori di restauro materani (Restauri in Basilicata 1993-97, p.87). In fig.2. S. Giuseppe e Gesù Bambino mai censito. C’era forse un rapporto tra il gran numero delle opere del maestro a Irsina e il suo luogo di nascita? Leggevo invece, in Gabriele Scarcia (Andrea Miglionico- un pittore giordanesco tra Basilicata, Puglia e Campania, I Quaderni, Documentazione Regionale Dell’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale di Basilicata, 2005), che Andrea Miglionico, pittore giordanesco, attivo nella seconda metà del ‘600 aveva come moglie Carmina Stromba di Napoli. Sarebbe nato il 30 Novembre 1662, come dal libro dei battezzati della Chiesa Matrice di Miglionico. Il suo nome, secondo Scarcia, era Andrea Antonio; il cognome, invece, non era Miglionico ma de Marrella. Questi, ancora bambino, secondo una nota “pro memoria” , contenuta nello stesso libro, sarebbe stato adottato da un certo Giovanni Miglionico del paese. Avrebbe perciò assunto, per sua stessa dichiarazione, essendo rinato, il cognome Miglionico. Sarebbe diventato Andrea Antonio Miglionico, morto il 1711 a Ginosa e lì sepolto.
E’, come si vede, quella tracciata dallo Scarcia, storia piuttosto tortuosa e perciò affatto improbabile, se si fa il confronto con quanto di semplice e chiaro si legge, invece, nei registri di Irsina. Qui, nel registro dei morti si legge che, nell’ anno 1718, “giorno 10 del mese di Agosto”, morì il “Magnifico Andrea Miglionico Pictor Egregius, Marito di Margarita Floccari napolitana”. Si apprende anche che i funerali furono di particolare solennità come per persona di riguardo. A voler scorrere altri registri si apprende dei figli che Andrea Migliono ebbe, dei battesimi e delle cresime degli stessi. E c’è come, si diceva, la dovizia di tele sparse per le chiese del paese, più che altrove. Ci sembra, insomma, che concorrano troppi elementi, non escluse le date di cui disponiamo, che lo collocano tra la seconda metà del Seicento e il primo ventennio del’700, perché, contrariamente a quanto finora ritenuto, Andrea Miglionico sia “pictor Montis Pilosi”. Il che si dice, ovviamente, non per vanità municipalistica, perché, quando si tratta di artisti, poco importa sapere del luogo preciso della loro nascita. Importa molto di più, infatti, quello che un artista produce, dimostrandosi figlio dell’uomo, operante a beneficio dell’umanità.
…mi sembra una cosa grossa e sconvolgente considerato che la Treccani, a riguardo di Andrea Miglionico, riporta integralmente i dati pubblicati da Gabriele Scarcia…
Troppi e contrastanti (oltre che sospetti) i presunti documenti che attesterebbero i legami tra la Lucania e il pittore Andrea Miglionico.
Dopo Miglionico è ora Irsina ad asserire di aver dato i natali al pittore.
I documenti di Miglionico sono decisamente artefatti e inattendibili, come ho indicato in due miei recenti articoli su ‘Napoli Nobilissima’ (fasc. I-II, 2012) e ‘Bollettino d’arte’ (n. 11, 2011).
Quanto alla documentazione di Irsina, se attendibile, essa potrebbe attestare solo la morte e sepoltura in detta località del pittore, ma non l’origine irsinese del pittore.
A parte ogni altra considerazione, qui per brevità mi limito ad annotare
1. che mancano, nella pagina web, le coordinate archivistiche sulla certificazione di morte (in quale chiesa si trova il libro dei morti da cui esso si dichiara essere stato tratto?), indispensabili per una seria informazione e per ogni doveroso riscontro.
2. che manca una utile contestualizzazione visiva di (provvisorio) riferimento (intera pagina, almeno) del documento riprodotto e assunto come pezza d’appoggio per le asserzioni fatte.
3. che le annotazioni a margine fanno pensare (come per i cosiddetti documenti di Miglionico) a sospette e ‘interessate’ interpolazioni.
Manca, infine, ogni concreto e doveroso riferimento agli altri registri (quali sono, e dove sono conservati?) che attesterebbero battesimi e cresime (effettuati dove e quando?) di altri figli (quali e quanti?) del Miglionico.
Francesco Liuzzi
Ho per puro caso incrociato questo mio post del 29 giugno 2013 e il commento del 25 dicembre 2013, circa 6 mesi dopo il mio.L’autore di ..” recenti articoli su ‘Napoli Nobilissima’ (fasc. I-II, 2012) e ‘Bollettino d’arte’ (n. 11, 2011). “ proprio nel giorno di Natale, avanza una serie di offensive ipotesi circa la leggerezza ( stessa scuola di Scarcia evidentemente…) di questa nuova ricerca su Andrea Miglionico pictor di cui io affermo che fu cittadino Montepelosano, che fu marito di Margherita Floccari, che ebbe con questa 5 figli in Montepeloso…
Ciò che risulta offensivo tuttavia è, soprattutto, il fatto che si pontifica rigore e correttezza nei confronti di chi come me per una vita ha avuto nei confronti delle fonti, archeologiche nel mio caso, il massimo delle attenzioni a conservarne il dato così come fu rinvenuto. Penso alle migliaia di dirigenti e operatori del MIBAC che su quelle testimonianze hanno dato le maggiori cure per offrirle nel loro stato di ritrovamento, evitando il più possibile qualunque interferenza, alla fruizione degli appassionati e della gente.
Preciso che nella stesura della notizia non ho mai pensato di essere prodigo nei dettagli. E perché mai visto che essa ricerca non è completa e che dovrebbe corredarsi di altri elementi non solo anagrafici. La fretta dell’estensore dei..” recenti articoli su ‘Napoli Nobilissima’ (fasc. I-II, 2012) e ‘Bollettino d’arte’ (n. 11, 2011). “ non è la mia. L’arroganza e il tono provocatorio meritano una proposta di questo tipo: vogliamo scommettere io e lei €. 50.000 che quanto affermato nel mio articolo risulta vero in toto? Con gli esiti finali da pubblicare su ‘Napoli Nobilissima’ e ‘Bollettino d’arte’.
Giuseppe Basile
Non ho intenzione di avvitarmi, dopo questa nota, in ulteriori, sterili polemiche sul web né di dare ancora pretesto al sig. Basile, evidentemente incapace di accettare semplici (e assolutamente non irriguardose) annotazioni critiche tese a sollecitare scientificamente doverose puntualizzazioni archivistiche con cui dare corpo e attendibilità alle affermazioni da lui fatte, di esprimere il suo piccato risentimento.
Egli, poi, travisando quanto scritto nella mia nota, e sicuramente senza aver letto gli scritti di cui avevo indicato le coordinate bibliografiche, mi accusa gratuitamente di “arroganza”, “tono provocatorio”, “fretta” (?!) e atteggiamento offensivo evidentemente non rendendosi conto di essere proprio lui, invece, a far uso di una disdicevole (e immotivata) virulenza espressiva laddove il confronto culturale presuppone la pacatezza dei toni e la forza delle argomentazioni e delle prove, senza inalberarsi; senza (con dubbio gusto) autocelebrarsi (nulla conoscendo, per altro, dell’interlocutore); senza lanciare risibili sfide da locanda.
Quando il sig. Basile avrà convincentemente prodotto, in appropriata sede scientifica, i suoi riscontri archivistici ̶ che mi auguro siano diversi da quelli prodotti da Scarcia (alla cui ‘scuola’ non appartengo, quale che sia il significato che il sig. Basile attribuisce a tale espressione), la cui inattendibilità credo di aver sufficientemente dimostrato nelle sedi debite ̶ , e quando essi saranno stati verificati (procedura indispensabile dopo l’esperienza dei cosiddetti ‘documenti’ di Miglionico) e ritenuti condivisibili dagli studiosi (e anche da me), allora anch’io sarò ben felice di recepire le opportune rettifiche ai dati biografici del pittore Miglionico e, se ve ne sarà inoppugnabile conferma, il legame con la fascinosa terra di Lucania (in cui, per lavoro, ho trascorso alcuni anni della mia giovinezza).
Legame che non mi pare di aver escluso a priori avendo io scritto: “Quanto alla documentazione di Irsina, se attendibile, essa potrebbe attestare solo la morte e sepoltura in detta località del pittore, ma non l’origine irsinese” dello stesso.
Se il sig. Basile vorrà farlo in termini pacati e civili, non avrò alcuna remora a confrontarmi con lui (ma non sul web, che non è la sede più consona). In modo costruttivo, con probabile reciproco vantaggio, e nell’interesse della ricerca.
F. Liuzzi
E’ veramente il caso di non doversi “avvitare” sulla piega che ha preso questa corrispondenza tanto più che non è esatto che io non conosca il sig. Liuzzi e la sua attività.
Nel corso della ricerca su Andrea Miglionico nei libri della Curia Vescovile di Irsina e contestualmente alla comparsa del libro di Scarcia su Andrea Miglionico, non sapendo come uscire da quella situazione inattesa (che Andrea Miglionico pittore avesse avuto due patrie, sposato con due donne differenti, che era morto due volte: nel 1711 e nel 1718 ecc..), consultai il prof. Giovanni Caserta sottoponendogli l’incongruità della situazione, pregandolo di analizzare i cinque documenti anagrafici che Scarcia attribuiva ad Andrea Miglionico… con i documenti della Curia montepelosina che citavano le medesime situazioni.
Non trascorse che una settimana e il responso del prof. Caserta mi confortava: quei documenti non solo erano dubbi ma incoerenti con l’inchiostro della parte originale, dove c’era, e addirittura presentavano come traccia inconfutabile (che rimandava ad un altro lacerto artefatto inerente la nascita), una freccia segnata con una biro rossa! Cose ( mi sia consentito..) turche. Cose assurde che solo qualche dilettante sprovveduto ( o spregiudicato?) può offrire come prova di quanto va asserendo alla comunità scientifica richiamata dal sig. Liuzzi. Non ho idea di cosa dovrebbero provare le varie autorità, politiche e scientifiche, che reclamizzarono quel lavoro, quando la vicenda sarà largamente diffusa. Ma la gente non merita queste cose.
Dopo qualche mese ancora ebbi modo di incrociare su internet una traccia, una parte di un’ articolo scritto dal sig. Liuzzi. Il cui contenuto completo era riportato su Bollettino d’Arte, quello che il sig. Liuzzi richiama nel primo post. Trovai finalmente quel numero del Bollettino d’Arte e ne ricavai una copia. Il contenuto scritto dal sig. Liuzzi, inerente la documentazione di Scarcia al suo : Andrea Miglionico. Un pittore giordanesco fra basilicata, Puglia e Campania. era un’analisi documento per documento delle inconcruenze presenti. L’autore aveva preso direttamente visione dai libri parrocchiali della Chiesa madre di Miglionico paese, grazie alla disponibilità del parroco don Giuseppe Marasco, e aveva provveduto a fotografarli.
Proprio grazie a quell’ articolo avemmo la certezza con il prof. Caserta, al quale avevo mandato immediatamente il file via internet, che la nostra intuizione era provata e assunta come certezza.
Concludo dicendo che mi ha fatto male essere accostato allo Scarcia, prima ancora di aver visto i documenti. I documenti di Irsina su Andrea Miglionico sono immacolati e vergini. Di tutti i libri, specie quelli dei defunti, solo in 2 occasioni ci sono postille: l’una riguarda Andrea Miglionico pittore e l’altra, verso la fine dell’800, Giuseppe Torrio matematico a Napoli. Naturalmente invito il sig. Liuzzi a venire a prendere visione dei documenti trovati, si convincerà che Andrea Miglionico, figlio di Francesco e Romanzo Antonia fu un prodotto della cultura montepelosana. Per le sue continue assenza dal paese per motivi di lavoro era quasi sconosciuto. Il che non gli impedì di avere 2 figli in Montepeloso, di cresimarne tre, di essere lui stesso cresimato nel 1671…
Devo ringraziare per l’ospitalità SassiLive e La Nuova Basilicata, le uniche testate, on-line e cartacee, che hanno avuto il coraggio di ospitare una ricerca ritenuta scomoda e pruriginosa. Sapete perché.
Giuseppe Basile
(basileis@hotmail.it)
Aggiungo per il sig. Liuzzi queste altre indicazioni per contattarmi:
0835/ 629063 casa
3273581914 cell.
basile.peppino@libero.it ( sembra che hotmail possa non essere più utilizzabile)
Grazie
cordiali saluti
…. mi sento adosso un senso di frustrazione non aver saputo il succedersi di questo confronto. Pregherei i due esperti di informare i visitatori di Sassi live divulgando almeno quacosa circa la faccenda
grazie