Sabato 8 agosto, nello spazio scenografico straordinario del cortile dell’ex Monastero di Santa Lucia alla Civita a Matera, sono risuonate, in tutta la loro potenza, le parole del tragediografo greco Eschilo attraverso una voce narrante inframezzata dalla recitazione di alcuni dei versi più inquietanti dell’Agamennone, una delle più importanti tragedie dell’antichità classica, andata in scena nel 458 a.C. in piena connessione tematica con altre due tragedie (le Coefore e le Eumenidi): una trilogia che, attraverso i grandi protagonisti del mito antico, ha condotto il pubblico a riflettere sui temi universali dell’imprevedibile destino di ogni essere umano, dell’istinto di vendetta personale che sorge quasi necessario davanti alle ingiustizie e della domanda naturale per una giustizia superiore, che non moltiplichi le occasioni di sangue.
Ad aver proposto l’emozionante esperienza di questa lettura scenica sono state due associazioni culturali: l’associazione milanese Kerkìs Teatro Antico in Scena è infatti stata ospitata dall’associazione materana Sassi & Cultura nel medesimo spazio in cui aveva già esordito con Agamennonelo scorso 19 giugno in occasione del premio Leonardo Calciani, incontrando già allora l’accoglienza calorosa e curiosa del pubblico materano.
L’associazione Kerkis, fondata nel 2011 da un gruppo di docenti, studenti ed ex studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano promuove non solo sul territorio lombardo ma anche nazionale e internazionale suggestive messinscene di spettacoli della tradizione classica greca e latina, attirando pubblico anche molto giovane. In collaborazione stretta con le attività di ricerca scientifica e didattiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’associazione promuove, soprattutto tra i giovani, seri percorsi formativi sull’arte della recitazione del teatro antico.
In questa messinscena materana, tre attori della compagnia milanese hanno dato corpo alla trama della tragedia – Christian Poggioni (Sentinella, Coro, Agamennone), Giulia Quercioli (Clitemnestra) e Chiara Arrigoni (Cassandra) – coinvolgendo per il canto la giovanissima Arianna Paolicelli, studentessa del Liceo Scientifico di Matera, che ha offerto, oltre alla voce, anche la propria immagine in controluce, per esprimere –come in una filigrana- la diafana eppure incombente presenza di Ifigenia, che viene solo evocata nel testo di Eschilo, ma rappresenta la vera causa di tutta l’azione tragica dell’Agamennone. Come uno spettro, Ifigenia in scena osserva il compiersi del destino dei personaggi e accompagna con un vibrante canto il culmine del pathos che si scioglie nel compianto sul corpo del re assassinato.
L’ingresso per lo spettacolo ha compreso un ricco aperitivo, organizzato in una delle due panoramiche terrazze dell’ex Monastero di Santa Lucia alla Civita, parallela a quella utilizzata come spazio scenico. Come nel mondo classico, anche in questa serata si è cercato di combinare l’idea del simposio a quella della poesia e dell’arte, capaci di nutrire gli animi e di continuare a dare ai Sassi una vita oltre il tempo.