Con la celebrazione della festa in onore di Sant’Antonio Abate si è svolto giovedì 17 gennaio a Tricarico il primo dei tre appuntamenti del tradizionale Carnevale. Gli altri due sono previsti il 10 febbraio e il 2 marzo 2013.
In particolare il 10 febbraio è previsto l’appuntamento conclusivo della manifestazione mentre sabato 2 marzo si terrà per il secondo anno consecutivo il raduno delle maschere antropologiche provenienti da tutta la Basilicata e anche da altre regioni italiane.
Il carnevale di Tricarico è caratterizzato dalle maschere delle mucche e dei tori (L’ màsh-k-r, nel dialetto tricaricese) che rappresentano una mandria in transumanza, ed è uno dei carnevali più conosciuti e caratteristici della regione Basilicata.
GEMELLAGGIO TRA CARNEVALE DI TRICARICO E CARNEVALE DI MANFREDONIA
Nel segno di Sant’Antonio Abate, della transumanza, delle eccellenze enogastronomiche\turistiche, della musica popolare e dell’incredibile ed instancabile verve delle scuole nasce un interessante gemellaggio tra il Carnevale di Manfredonia e quello di Tricarico (Matera), che ha come scopo quello di creare movimentazione turistica e scambio economico-culturale (sopratutto in fatto di tipicità). L’ufficializzazione dell’ambizioso sodalizio è avvenuta questa sera in occasione dell’apertura del Carnevale sipontino alla presenza del Presidente del Comitato, Annarita Prencipe, e del portavoce di ‘Lucania Promotion srl’, Matteo Palumbo, soggetto che coordina questa operazione e che proficuamente ha proposto l’idea ai soggetti interessati (Comitato Carnevale di Manfredonia e Pro Loco Tricarico) e che sta confezionando pacchetti ad hoc sia a Manfredonia che a Tricarico (che entro poche ore saranno messi in vendita) per facilitare la promozione del territorio e l’incoming turistico, attraverso proposte mirate ad intercettare diversi target di utenti, i quali, a seconda delle proprie esigenze (soprattutto economiche), saranno ‘invogliati’ a recarsi e restare due giorni nei due territori.
Tra i momenti più interessanti, le conferenza stampa che si svolgeranno a Bari (Cineporto) e Potenza entro fine gennaio. Trattasi dell’avvio di un lungo percorso che andrà avanti anche dopo il Carnevale per due territori molto vicini e molto simili tra di loro che hanno deciso di unire le proprie forze per rilanciare l’economia e per evitare di perdere per sempre le proprie ricchezze storiche e culturali.
‘Lucania Promotion’ cura la produzione e l’offerta sul mercato di tutti i servizi necessari al viaggio/soggiorno, di qualsiasi natura o motivo, relativamente a turisti di varia provenienza. La società si occupa di consulenza e promozione turistica, creazione eventi, marketing e pubbliche relazioni, comunicazione ed attività editoriali.
CALENDARIO EVENTI GEMELLAGGIO
17 gennaio
Apertura Carnevale di Manfredonia e di Tricarico
10-12 febbraio
festeggiamenti carnevale Manfredonia e Tricarico
16 febbraio
Il mattino a Manfredonia si svolgerà il convegno sulla Transumanza con l’intervento (due per parte) di esperti del carnevale locale e della storia e tradizioni carnascialesche. In apertura gemellaggio ufficiale alla presenza dei due sindaci e dei due presidenti dei comitati
Alle 18.30 inizia la ‘Notte colorata’ del Carnevale di Manfredonia con sfilata in notturna dei gruppi e dei carri, alla quale partecipa anche una rappresentanza di Tricarico. Nel corso della ‘Notte colorata’ ci sarà l’evento enogastronomico ‘A tavola con Zè Peppe’ che, sviluppandosi nei vicoli del centro storico, offre diversi punti di ristoro con le tipicità locali. Un punto di ristoro sarà dedicato ai prodotti di Tricarico e lucani (maiale nero e conserve biologiche.
2-3 marzo
Alla presenza di Henry van der Kroon, presidente della Federazione delle città carnevale d’Europa, l´Associazione Pro Loco Tricarico organizza il “II° raduno delle maschere antropologiche” che si terrà il 02 e 03 marzo L’evento avrà una valenza internazionale, sia per il concerto di noti artisti musicali, sia per la partecipazione dei seguenti gruppi mascherati:
– per la Basilicata: Aliano, Satriano Di Lucania, Cirigliano, Teana, Montescaglioso e le famose
Maschere di Tricarico
– per la Puglia: Manfredonia (Fg), Alessano (Le), Crispiano (Ta) E Putignano (Ba)
– per il Molise: Il Diavolo Di Tufara (Cb)
– per la Sardegna: I Mamutzones Di Samugheo (Or) e Sos Turcos Di Ollolai (Nu);
– dall’estero: Rappresentativa Di Fiume (Croazia) e Della Slovenia.
PRESENTAZIONE DEL CARNEVALE DI TRICARICO h
Il carnevale di Tricarico (Basilicata), caratterizzato dalle maschere delle mucche e dei tori (L’ màsh-k-r, nel dialetto tricaricese) che rappresentano una mandria in transumanza, è una delle manifestazioni più importanti della regione…
All’alba del 17 gennaio, giorno in cui i cattolici ricordano Antonio abate, il santo protettore degli animali, è usanza che i fedeli, insieme ai propri animali per i quali si invoca la benevolenza del
santo e che per l’occasione vengono agghindati con nastri, collanine e perline colorate, compiano tre giri intorno alla chiesa a lui dedicata per poi ricevere, a chiusura della messa, la benedizione da
parte del prete.
Mandria alla “questua”- Lo stesso rituale è osservato dalla “mandria”, prima di muoversi verso il centro storico e percorrerne tutti gli antichi rioni. Tricarico viene, così, svegliata dal suono cupo dei campanacci. La sfilata delle maschere si ripete l’ultima domenica prima della chiusura del carnevale con maggiore partecipazione popolare, trattandosi di giorno non lavorativo.
Si riporta, di seguito, la descrizione che ne ha dato Carlo Levi:
« … andai apposta a Tricàrico, con Rocco Scotellaro. Il paese era svegliato, a notte ancora fonda, da un rumore arcaico, di battiti di strumenti cavi di legno, come campane fessurate: un rumore di foresta primitiva che entrava nelle viscere come un richiamo infinitamente remoto; e tutti salivano sul monte, uomini e animali, fino alla Cappella alta sulla cima …. Qui venivano portati gli animali, che giravano tre volte attorno al luogo sacro, e vi entravano, e venivano benedetti nella messa, con una totale coincidenza del rituale arcaico e magico con quello cattolico assimilante… »
Mucca e toro – Diverse le chiavi di lettura, da quella che l’interpreta come un momento di rivalsa delle classi meno abbienti nei confronti dei “potentati” a quella che lega la rappresentazione a riti pre-cristiani, poi “mediati” dal cristianesimo attraverso la figura di sant’Antonio abate
Le “mucche” e i “tori” sono impersonati da uomini (la partecipazione è interdetta alle donne). I partecipanti mimano l’andatura ed i movimenti degli animali, comprese le “prove di monta” dei tori sulle mucche. La rappresentazione non è svincolata dalla realtà contemporanea poiché, sebbene la cultura locale sia meno “rurale” di un tempo, Tricarico è collocata su una via di transumanza e le mandrie ancora oggi l’attraversano.
Tricarico e le sue maschere nel 2009 sono entrate a far parte della FECC, Federazione Europea Città del Carnevale (Federation of European Carnival Cities).
Terminata la sfilata, la mandria si disperde in piccoli gruppi che si muovono per la “questua”, raggiungendo questa o quella abitazione davanti alla quale suonano i campanacci fino a quando non gli viene aperto Al gruppo, fatto entrare in casa, viene offerto da mangiare e da bere.
Le maschere
Le maschere di Tricarico al carnevale di KotorLa maschera da mucca è costituita da un cappello a falda larga coperto da un foulard e da un velo e riccamente decorato con lunghi nastri multicolori che scendono fino alle caviglie; la calzamaglia indossata (o, in alternativa, maglia e mutandoni di lana) è anch’essa decorata con nastri o foulards dai colori sgargianti al collo, ai fianchi, alle braccia ed alle gambe. La maschera da toro è identica nella composizione ma si distingue per essere completamente nera con alcuni nastri rossi. Ogni maschera ha un campanaccio, diverso nella forma e nel suono a seconda che si tratti di mucche o di tori. Per il carnevale di Tricarico è stato ipotizzato un collegamento al fenomeno antico del sincretismo tra cultura greca e lucana.
Nelle maschere di Tricarico, sono stati inoltre evidenziati elementi che si ritrovano nel mito di Proitos e delle sue figlie, le Pretidi, di Melampo e di Io, nei quali sono presenti riferimenti metaforici all’accoppiamento, e quindi alla fertilità, in una logica etica e non dionisiaca, non delle “vacche”, ma dei componenti del gruppo sociale subalterno.
Le serenate
Slegata dalla tradizione delle maschere ma comunque tipica del periodo carnevalesco, è l’usanza di “portare le serenate”. Il fenomeno era in passato legato alla diffusa pratica di realizzare, quasi in ogni casa, il salame ed altri prodotti derivanti dalla trasformazione delle carni del maiale[8]. Le serenate vengono portate senza preavviso e quasi mai prima di mezzanotte. Si deve attendere, infatti, che i padroni di casa siano andati a dormire.
Il gruppo continua a suonare per il tempo necessario ai padroni di casa a preparare da mangiare e ad imbandire la tavola, dopo di che gli viene aperta la porta e il tutto prosegue nell’abitazione, con canti e balli tradizionali. Dopo che è stato consumato quanto preparato, può capitare che il padrone di casa si unisca al gruppo per portare la serenata a qualcun altro.
La vestizione è un momento fondamentale per i figuranti; fin dalle prime ore del mattino, ci si prepara al rituale del “vestr’s” . Tutti gli indumenti hanno un significato ed una giusta posizione sul corpo. Accortezze e protezioni per resistere al freddo, alla “transumanza” ad attacchi del toro ed all’improvviso “scappare” dal bastone del “vaccaro”. Resta impossibile vestirsi da solo. Il figurante quindi necessita dell’aiuto della “donna” di casa. Una madre, una moglie, una nonna, una sorella!! Unione e coinvolgimento della famiglia, cercando di non svegliare i piu’ piccoli con il suono della campana uscendo di casa. Ma stranamente, sono proprio i piu’ piccoli a porgere la campana al figurante cercando di accodarsi al rito; ma ci sarà anche il loro tempo, prima o poi.
SCOPRIRE TRICARICO
Si riconosce da lontano per la torre Normanna Tricarico, che solo in epoca longobarda iniziò a svilupparsi sul sito attuale. In epoca anteriore, infatti, esisteva un centro lucano molto più a est,
presso il valico Tre Cancelli dove sono infatti stati rinvenuti resti di mura risalenti al V-IV secolo a.C.; solo con la distruzione ditale insediamento cominciò a delinearsi l’attuale Tricarico, i cui rioni Rabatana e Saracena furono impiantati a seguito dell’arrivo di saraceni a inizi IX secolo. Ripassata nelle mani di Bisanzio, conobbe sotto i normanni una seconda espansione urbana verso la zona oggi occupata dal convento di S. Chiara. Lo spazio intramuraneo tra i rioni e il castello venne nel tempo colmato di residenze e di chiese; fuori della cerchia difensiva, della quale si individuano molti tratti e restano alcune porte (Monte, Fontana, Saracena e Rabatana con le relative torri), comparvero solo nel tardo ‘400 edifici religiosi, dove si formarono intellettuali che diedero lustro all’abitato. Dopo il terremoto del 1654 si operò più che altro nella ristrutturazione e ricostruizione di edifici pubblici e privati, contribuendo a tutelare l’impianto storico; opera di salvaguardia continuata dall’attuale piano regolatore.Molto simpatica è la festa che si tiene nell’ambito del Carnevale.
Torre Normanna
Risale al IX-X secolo la prima fortificazione, riedificata in epoca normanno-sveva e restata in uso sino al ‘600, mentre il resto del castello cui apparteneva venne trasformato in convento di S.Chiara; di forma cilindrica e alta m 27, è coronata da caditole e si distribuisce internamente su quattro piani. Contigui sono, sul lato ovest, una torretta minore e tratti di spesse mura sotto le quali si stendono cantine ipogee.
Convento di S. Chiara
È la trAsformazione del castello, operata nel 1337 in luogo di clausura per fanciulle di alto lignaggio. Per questo e per le modifiche, riattazioni e ampliamenti operati sino a inizi 800 è andato perso l’aspetto di struttura fortificata. Alla chiesa del complesso religioso si accede dalla cappella del Crocifisso, interamente affrescata da Pietro Antonio Ferro intorno al 1611. La chiesa ha un impianto del XII secolo ad aula unica, restaurata nel 1852; nel soffitto a cassettoni è incastonata una tela del XVI secolo raffigurante l’Assunta; la tela sul primo altare sinistro è di scuola veneta del XVI secolo, quella sul primo altare destro del ferro.
Chiesa Madre
L’impianto romanico ha subito parecchi interventi sia in facciata, dove i cantrafforti presso le navatelle laterali sono aggiunta del XVII secolo, sia nell’interno, dove gli stucchi barocchi furono eseguiti nel 1777. Nella prima cappella destra, Deposizione di Pietro Antonio Ferro; nella penultima cappella, trittico dipinto su tavola attribuito al pittare ZT; nell’ultima cappella, Trasporto al sepolcro del Ferro. Nel presiniterio, pannelli di polittico di Antonio Stabile, dipinto murale del XVI secolo e tele del Ferro.
Arco di Re Ladislao
Ingresso alla parte più antica del paese e al rione Saracena, è in pietra e risale al XVI secolo; lo ornano putti, grifi, mostri alati, i simboli degli evangelisti e, in una nicchia in alto, la trecentesca scultura della Madonna con Bambino.
Convento di S. Maria del Carmine
Fuori del centro storico, tu intrapreso nel 1605; il chiostro fu dipinto da Carlo e G.B. Ferro con
scene bibliche, nelle lunette con storie dell’ordine carmelitano e nei tondi con i santi carmelitani. La chiesa, a una sola navata, ha un corredo pittorico eseguito nel 1612 da Pietro Antonio Ferro: sulla parete destra, scene della vita della Madonna; su quella sinistra, scene della vita di Cristo; nel presbiterio, scene dal Nuovo Testamento, al centro l’Eterno Padre, i SS. Francesco d’Assisi e Francesco da Paola, i profeti Elia ed Eliseo; in volta, la Madonna assunta e le Virtù; sull’altare maggiore, Madonna del Carmine del 1613 e, sulla parete sinistra, Crocifissione e santi (1616).
Convento di S. Antonio di Padova
A metà strada tra il nucleo storico e la moderna espansione e oggi sede di una casa di riposo fu voluto dai Sanseverino e ultimato nel 1491 grazie ai fondi della comunità tricaricese, come è scritto sul portale d’ingresso; la buona biblioteca di cui il complesso religioso era fornito divenne una fucina di studi teologici. La chiesa ha pianta a due navate, in una delle quali sono dipinti murali del XVI secolo.
S. Antonio Abate
L’essere costruita come luogo di sosta per i crociati diretti in Terra Santa giustifica la sua posizione periferica. Risalente al 1123. ha un portale la scultura policroma della Madonna dell’ulivo col Bambino, prima dedicataria del luogo di culto.
Tricarico ha dato i natali al poeta Rocco Scotellaro.
Repertorio artistico-turistico
– Vecchia torre di un castello di origine normanna, costruito da Roberto il Guiscardo su un antico fortilizio longobardo.
– La “Rabatana” caratteristico borgo saraceno dei secoli XI-XII.
– Palazzi nobiliari cinquecenteschi e seicenteschi con facciata di pregio, tra cui il Palazzo Aragusto con portale del ‘400, il palazzo ducale dei Pignatelli di austera architettura, il palazzo Putignano, il palazzo Caraffa, l’Episcopio ecc…
– Cattedrale romanica del secolo XI, con campanile duecentesco, che conserva un trittico, raffigurante la Madonna in trono tra i santi, opera di Girolamo Santacroce (Bergamo 1480-1556).
– Chiesa di san Francesco del secolo XIII con portale gotico che conserva una tavola, raffigurante la Madonna col Bambino, opera di un pittore locale del secolo XVI.
– Chiesa di Santa Chiara del secolo XIV con grandioso portale e campana del 1500, conserva affreschi di Pietro Antonio Ferri del secolo XVII.
– Chiesa del Carmine del secolo XV e torre a campana del ‘400 conserva affreschi di Pietro Antonio Ferri e dei suoi discepoli.
– Chiesa di Sant’Antonio del secolo XV con portale durazzesco ed affreschi del pittore locale Giuseppe Sciarra e del frate Ilano di Montalbano.