«Possiamo essere protagonisti di un possibile cambiamento sociale ed economico che si fonda sulla reale possibilità di recuperare l’antico sito della Rabatana, sia per la sua conservazione e trasferimento alle future generazioni, sia per avviare uno sviluppo economico del territorio collegato alla fruizione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico attraverso un innovativo modello gestionale che si fonda sull’industria del “Turismo Culturale”. Lo ha dichiarato il sindaco di Tursi Salvatore Cosma nel corso dell’evento scientifico e culturale sul patrimonio tangibile e intangibile “La Rabatana, crocevia della religione Cristiana e Islamica” che si è svolto nel complesso monumentale San Filippo Neri. «Questo evento – ha proseguito Cosma – intende porre le basi per una partecipazione sempre più ampia e condivisibile del mondo della ricerca, della formazione, della cultura, mettendo al centro la Città di Tursi e il suo patrimonio culturale. Con questa iniziativa la Città di Tursi intende candidarsi per il futuro quale centro di sperimentazione di modelli di gestione dei territori d’arte e produzione di nuovi prodotti culturali». Il sindaco Cosma, inoltre, nell’evidenziare il percorso intrapreso dalla amministrazioni locali dal 1972 per il recupero della Rabatana, oggetto di fenomeni di dissesto idrogeologico, ha sottolineato che l’attività amministrativa si pone in continuità con il lavoro della giunta presieduta dal sindaco Giuseppe Labriola che aveva avviato un programma per il recupero e la gestione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico del territorio turistano. L’evento scientifico e culturale promosso dal Comune di Tursi con il supporto organizzativo della Fondazione La Rabatana, si è avvalso del contributo della Regione Basilicata. L’iniziativa si inserisce nel “Programma Strategico per lo sviluppo delle attività economiche connesse al Turismo Culturale della Città di Tursi” al quale è collegato il progetto territoriale di sistema denominato “Basiraba” sulle tracce degli arabi che il Comune ha elaborato in collaborazione con la Fondazione comunale La Rabatana. Il progetto, presentato alla Regione per un suo possibile inserimento nei prossimi interventi di sviluppo del territorio, si basa sulla produzione di prodotti culturali e di arte da offrire ai visitatori attraverso un nuovo modello gestionale compatibile con la conservazione dei siti d’arte. Le problematiche che il progetto dovrà affrontare sono legate ai complessi aspetti di protezione ambientale legati alle caratteristiche idrogeologiche del territorio lucano. Aspetti, questi, dibattuti nel convegno scientifico sulla Conservazione e gestione economica dei siti d’arte in condizioni di abbandono, alla presenza del presidente nazionale del Cnr, Luigi Nicolais che ha dato ampia disponibilità a collaborare eventuali progetti predisposti dal Comune. Antonio Massarotti, presidente del Comitato tecnico, scientifico, culturale della Fondazione La Rabatana, ha illustrato le finalità dell’organo consultivo autonomo al quale sono demandate le funzioni di predisporre programmi di studio fondamentali per le attività della Fondazione e proporre progetti specifici, elaborare linee guida nel campo della conservazione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico nel campo delle attività collegate all’industria del turismo culturale. Maurizio Lazzari, geologo dell’istituto Ibam del Cnr di Potenza ha analizzato la storia morfoevolutiva e il modello d’interazione uomo-ambiente della Rabatana di Tursi, rimarcando i numerosi interventi di messa in sicurezza del sito attuati negli ultimi anni anche con innovativi strumenti di ricerca. E sulla vulnerabilità sismica e le tecniche di rinforzo per gli agglomerati si è soffermato Edoardo Cosenza, docente di Scienze delle Costruzioni del Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria dell’Università Federico II di Napoli. «Oggi – ha detto – la tecnologia – attraverso termografie, endoscopie ed indagini ad ultrasuoni ci consente di intervenire anche su aggregati edilizi storici come lo è la Rabatana che potrebbe diventare uno straordinario laboratorio di progetti scientifico-culturali alla stregua di Erice dove è consolidato un turismo basato proprio su questo segmento». Per Salvatore Vigliar, docente di Nozioni Giuridiche fondamentali all’Università di Basilicata «è fondamentale dare attuazione ad un Distretto turistico-culturale che faccia leva su un sistema integrato che veda protagonista oltre alle istituzioni, anche le imprese in grado di fornire servizi e valore aggiunto al territorio».
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