Da “Abbey Road”, strada simbolo del genio artistico dei Beatles, fino a “Vigata”, il “marchio di fabbrica” del commissario Montalbano, ormai etichetta dei tour turistici degli appassionati dei romanzi di Camilleri. Ovvero quando un toponimo diventa “brand”. Il 3 e il 4 maggio si svolgerà a Potenza un convegno internazionale dal titolo “Naming, Identity and Tourism”, organizzato dal dipartimento di Scienze umane dell’Università della Basilicata, per esaminare da un punto di vista multidisciplinare il concetto di “naming” (ovvero quella branca del marketing dedicata all’ideazione e alla gestione del nome di un “prodotto”) nel settore turistico e culturale, e i recenti sviluppi e i nuovi orientamenti in questo specifico campo di ricerca. Il convegno comincerà il 3 maggio nell’aula magna del Francioso, alle ore 14.30, e proseguirà il giorno successivo (4 maggio) nella sala del Cortile di Palazzo Loffredo, dalle ore 9.30. Tra gli interventi inseriti nel programma, sono previste le relazioni dei docenti Maoz Azaryahu (University of Haifa, Israel), Richard Coates (University of the West of England, Uk) e Peter Jordan (University of Vienna, Austria). L’obiettivo, hanno spiegato gli organizzatori, “è di raccogliere una comunità di studiosi provenienti da università italiane e straniere per esplorare, alla luce delle più recenti prospettive critiche, studi di caso, aspetti teorici e metodi di indagine che possano dare un significativo contributo a questo campo di ricerca. Gli interventi privilegeranno lo studio dei nomi di luoghi, persone o personaggi, tradizioni e rituali, monumenti e siti archeologici intesi come pratiche discorsive connesse a una molteplicità di dimensioni, dai discorsi identitari, a quelli promozionali (mercificazione dei luoghi), commemorativi (rappresentazione/costruzione della memoria collettiva), e artistici (letteratura, arte, cinema, musica). Il convegno è rivolto anche a giovani studiosi (assegnisti, dottori di ricerca, dottorandi, studenti magistrali) e docenti della scuola secondaria nelle discipline linguistiche, letterarie, storico-filosofiche, geografiche e sociologiche. Si ritiene che questo ambito di ricerca, valorizzato dal suo forte del suo carattere pluridisciplinare, costituisca un terreno di studio e di formazione che vale la pena approfondire in Italia”. “Un ‘semplice’ nome – ha detto la ricercatrice dell’Unibas, Luisa Caiazzo – in quanto forma di negoziazione sociale ed espressione di rapporti di potere, può assumere un ruolo significativo in vari ‘momenti’ del processo sociale. Nonostante non sia stato finora dedicato molto spazio allo studio delle interazioni tra pratiche di denominazione, identità e turismo, è opportuno ricordare che MacCannell (1989) nella sua influente analisi semiotica del turismo aveva individuato nel nome una delle componenti del processo in virtù del quale oggetti, luoghi e paesaggi vengono costruiti come eccezionali luoghi di interesse. Per citare solo qualche esempio, si pensi a odonimi quali Abbey Road (Londra) e Penny Lane (Liverpool), il cui destino ordinario è stato ‘riscattato’ dalla musica dei Beatles. Inoltre, il cosiddetto turismo del patrimonio culturale, un settore in crescita a livello mondiale, che abbraccia in senso ampio il retaggio culturale di un particolare luogo (dai siti archeologici alle tradizioni popolari), è particolarmente sensibile al concetto di turismo inteso come unicità, autenticità e continuità culturale della storia di una comunità. Parte della narrazione è affidata ai nomi attraverso varie modalità, ad esempio, targhe stradali, nomi di artisti, nomi di personaggi della tradizione popolare che animano annuali ricostruzioni di eventi storici, per offrire al turista una rassicurante e incoraggiante legittimazione del valore del luogo in termini di continuità culturale”. Giovedì 3 maggio, al termine della prima giornata del convegno, è anche previsto un “Welcome concert”, organizzato da Universa Musica con il Coro dell’Università della Basilicata, nell’aula magna del Francioso (dalle ore 19).