Liberare risorse finanziarie immediatamente spendibili in progetti essenziali per il Paese come la manutenzione del territorio, degli edifici pubblici e storici, la riqualificazione delle città e delle periferie, il recupero e la trasformazione dell’invenduto, la riconversione del patrimonio abitativo, un Piano per le infrastrutture e per il Sud, tutte azioni in grado di creare lavoro di qualità e sviluppo del territorio: è la forte sollecitazione emersa dall’VIII Conferenza nazionale di organizzazione della Feneal-Uil. All’assemblea, con al centro la parola d’ordine “Governare il cambiamento. Lavoro e rappresentanza”, hanno partecipato circa 300 delegati in rappresentanza di 160 mila iscritti.
La delegazione della Feneal lucana era guidata dal segretario regionale Domenico Palma che, sintetizzando le conclusioni della Conferenza, ha sottolineato che “per il sindacato, un’edilizia sostenibile e responsabile, che difenda il territorio e non lo consumi, secondo un modello differente da quello pre-crisi, può e deve rappresentare una risposta ai problemi occupazionali del Paese, ma anche alle questioni urgenti legate al nostro territorio, frane e alluvioni, dissesto idrogeologico e rischio sismico, incuria. Va scongiurato il gravissimo rischio di un nuovo e drammatico calo dei livelli occupazionali che, se non si interverrà subito, si abbatterà di sicuro sulla nostra economia” – ha aggiunto . “Se continueremo a rimanere imbrigliati tra problemi di ingovernabilità e incapacità di attuare politiche che vadano oltre il rigorismo si rischierà di arrivare a giugno passando il resto dell’anno a discutere di spesa pubblica, mentre i redditi restano fermi e le imposte sono un salasso sempre più insostenibile che grava sul settore che ha perso negli anni 600 mila lavoratori di cui 5 mila in Basilicata nell’arco di un paio di anni.
Palma ha detto inoltre che “la sollecitazione venuta dagli Stati Generali delle Costruzioni della Basilicata per il superamento del Patto di Stabilità e prontamente recepita dal Presidente De Filippo è racchiuso in un dato: lo stock dei crediti vantati delle imprese edili nei confronti delle Pa ha raggiunto quota 19 miliardi, di cui 12 a carico delle amministrazioni locali. Una cifra che vale quasi il 27% dei 71 miliardi di debito della Pa con le imprese. E non basta, perché le imprese edili sono tra quelle costrette ad aspettare più a lungo il saldo di una fattura: in media otto mesi per ottenere il pagamento dei lavori eseguiti”. Nel ribadire che “quello delle costruzioni è il settore che potrebbe beneficiare di più dell’apertura di Bruxelles sull’uscita dei mancati pagamenti dai vincoli di bilancio europei (secondo dati Ance ben 4,7 miliardi dei 19 totali sarebbero già disponibili in termini di cassa ma bloccati dal patto di stabilità)”, Palma sottolinea che “le proposte venute sempre dagli Stati Generali delle Costruzioni prima e il successivo convegno a Matera sull’ housing sociale e la riqualificazione del patrimonio edilizio indicano un percorso da seguire in grado di creare sviluppo e crescita e dare respiro all’economia del Paese soffocato da imposte che continuano a gravare in maniera insostenibile su redditi che, invece, restano fermi. Il Paese deve riprendere a crescere a partire dall’edilizia che può e deve rappresentare un volano occupazionale, capace di restituire ricchezza all’economia attraverso uno sviluppo sostenibile e di qualità”.
Mar 23