Nella sala conferenze della Biblioteca Provinciale di Matera è stata presentata la raccolta di poesie “Riverberi di luce…” di Vanessa Stolfi per le edizioni Ermes di Potenza. L’autrice potentina di 26 anni è anche una pianista presso il Conservatorio di Potenza e frequenta Economia Aziendale al’Università di Potenza. Al tavolo con la protagonista dell’evento culturale il presidente dell’Associazione Culturale “Matera Poesia 1995” Maria Antonella D’Agostino, il professore, poeta e giornalista Carlo Abbatino. In sala anche Rossana Tinelli poetessa dell’Associazione ArteriaIn apertura l’assessore provinciale alla cultura Giovanna Vizziello sottolinea che “La Biblioteca è un patrimonio della Provincia, Ente che fa bene a mettere a disposizione queste spazi fruiti dall’Associazione, che garantisce uno scambio di idee e la contaminazione di cultura, che è un bene di tutti. Ciò crea osmosi e generazione sociale”. La D’Agostino ha evidenziato che la Stolfi “è alla sua prima pubblicazione e il libro comprende poesie scritte dal 2001 al 2011. La sua inclinazione reale è sempre stata la letteratura, tant è che fin da bambina “divora” libri di svariati autori sia classici che contemporanei, tra i quali Nietzsche, Baudelaire, Rimbaud, Arundhaty Roy, Umberto Galimberti. Da 3 anni ha abbracciato la religione buddista e questo aspetto della sua evoluzione spirituale interiore ha rivoluzionato radicalmente il suo modo di vedere la vita, la sua sensibilità, il suo modo di scrivere, essendo arrivata ad approcciarsi, in maniera più armonica e serena, sia nei confronti della ricerca esistenziale che rispetto alle relazioni con il mondo. La sua espressione di adesione a questa filosofia di vita l’ha espressa in particolare nell’ultima delle poesie raccolte in questa silloge “Riverberi di luce”, in cui ci descrive la prospettiva luminosa di “una nuova alba”.
Vanessa si è incamminata sulla strada della poesia e intende percorrerla tirando fuori il meglio di sè, alla luce delle nuove consapevolezze. Ci racconta i sui amori delusi, le sue sofferenze, le lacerazioni che questi dolori hanno provocato nella sua anima … e non solo sull’anima e al disincanto, però, comincia pian piano a emergere la speranza, che trionferà.
L’autrice utilizza la poesia nella funzione catartica e fissa sulla carta i suoi stati d’animo, cercando di dare un senso agli eventi, cristallizza le emozioni, sente che le parole hanno un’intrinseca forza evocativa che le permette di “distaccarsi” dalle esperienze dolorose, considerandole in positivo, quale base per il suo futuro”.
Carlo Abbatino nel presentare il libro della Stolfi analizza la copertina che “riporta un dipinto di Edward Munch, uno dei massimi esponenti del Decadentismo e dell’espressionismo, considerato il pittore dell’angoscia e dello smarrimento, artista che si interessò degli unici temi quali la passione, la vita e la morte. Il dipinto coglie un momento di intimità tra due nudi, la donna e l’uomo in un bacio appassionato, tipico esempio di Munch quando affronta il tema della “Femme fatale” come la creatura dominante e che fa parte di un gruppo di opere “Il fregio della vita” sul tema del ciclo della vita, della morte e dell’amore gruppo realizzate dal 1983 al 1918. Il bacio esprime una tematica relativa al rapporto tra uomo e donna”.
Riferendosi alla poetica inserita nella raccolta Carlo Abbatino spiega: “Vanessa ha un segno particolare nella sua scrittura, in cui utilizza spesso puntini di sospensione, caratteri più marcati, diversi rispetto agli altri, segni grammaticali che rappresentano un inciso rispetto a quello che vuole comunicare. Si avverte nel suo andare per poesia che il suo cuore cela una velata malinconia ed in particolare esalta i temi Munch quali la passione, la vita, la morte nella poesia 4 agosto2003 – “C’era un non so che di eterno nell’aria, quella notte…/ Vita e morte mai cos’ fuse insieme”.
L’autrice scrive e descrive le sue malinconie che nutre bevendo avidamente fino all’ultima goccia queste dolci calde, eteree stille di luce.
La poetessa accusa rimpianti, delusioni e la sua navigazione nella poesia rappresenta un viaggio nelle tappe della sua vita. Alcune liriche sono cariche di pathos, di forte partecipazione umana e fortemente emotiva. E il suo vissuto diviene memoria che trasferisce in raccolta poetica espressa all’interno di “Riverberi di luce…”
L’autrice declama una quindicina di poesie ad intervallo e sottolinea la sua scelta della copertina: “Amo molto Munch per la sua sensibilità ed è interessante analizzare la sua prodezza artistica, che è un aspetto romantico. Infatti l’amore è visto come incontro-scontro tra sentimenti forti e non come amore vissuto spesso in maniera distorta. Le storie d’amore sono viste con disequilibrio. Un rapporto sano nasce automaticamente quando ha costruito in te stessa sicurezza. Circa il buddismo posso dire che ciascuno ha dentro di se l’infinito potenziale. Scrivo poesie per dare un senso agli stati d’animo e crescendo ho cambiato il mio modo di vivere. Ho voluto fermare gli stati d’animo e volevo fermare dopo un certo periodo una forma di catarsi per svuotare del veleno, il tormento. Ho sempre avuto un’emotività molto forte . Adesso è importante gestire le emozioni in maniera equilibrata. La poesia mi gratifica tanto e sono una Vanessa in divenire, che affronta i temi di una ragazza di 26 anni che ha scelto un percorso”.
Rossana Tinelli ha sottolineato la giornata Internazionale della Poesia promossa dall’Unesco e ha ricordato che nella nostra regione abbastanza sviluppata l’arte della poesia. Poi ha suggerito a Vanessa Stolfi di continuare a conciliare la passione per le parole e la musica, due passioni contaminanti”.
Michele Capolupo
La fotogallery della presentazione della raccolta di poesie “Riverberi di luce….” di Vanessa Stolfi (foto www.sassilive.it)