Adriano Pedicini, Consigliere comunale di Fratelli d’Italia ricorda in una nota che in mattinata il comitato Matera 2019 ha presentato il suo progetto di punta “il monastero non monastero, con monaci non monaci”. E dichiara: Ho voluto presenziare a questa contraddittoria presentazione, che se svincolata dalla pompa magna della candidatura potrebbe trovare anche accoglimento, tuttavia appare che ci si voglia prendere gioco della città e di chi vi ha lasciato la sua impronta, ho compreso che qualcuno in questa città è convinto di essere tra menti vuote”.
Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione da Adriano Pedicini.
Monaci non monaci, monasteri che non sono monasteri, progetti che non sono progetti, risultati che non si conoscono e si vogliono progettare con la gente della città. È questo il Progetto cardine di Matera 2019 che cavalca un concetto lontano per riportare simulatrici comunità monastiche nei Sassi, luogo di autenticità monacale che senza dubbio sarebbe stato utile perseguire. Questa mattina dopo gli ampi articoli che stampa e TV hanno dedicato, ho voluto conoscere i dettagli del progetto presentato presso la mediateca; ho sentito parlare di un disegno, di sperimentazione di stili di vita, ma anche di dubbi, tanti sull’esito stesso del progetto perché sul come funzionerà non vi è certezza, questa la sintesi della relazione dei promotori. Si è venduto fumo, una grande confusione mentale per la quale non sono riuscito a percepirne le finalità concrete, “perché il tutto dovrà essere progettato con la città” ma cosa! quello non l’ho proprio capito, un contorsionismo mentale che stravolge la lettura classica della città dei Sassi e ne modifica l’identità. Il programma che è senza dubbio meritevole di accoglimento se inserito nell’alveo della semplicità e marginalità, viene invece, presentato con tutta l’eccentricità e il privilegio della soluzione ideale alla candidatura europea; prevede di ospitare un gruppo di persone “speciali” in uno stabile dei Sassi, individuato nel palazzo del Casale che, per l’occasione verrà trasformato in un monastero e, i suoi ospiti, temporaneamente mutati in monaci provenienti da ogni dove, verranno albergati con tutto ciò che necessita alla loro permanenza. Una pazzesca mutazione genetica del DNA. Cosa faranno rinchiusi nel palazzo monastero non lo si sa, o meglio ci dicono che penseranno ad uno stile di vita; a trovare idee e soluzioni per la città, a traghettarla nel 2019; in sostanza qualcuno crede di essere nella città delle menti vuote. È questo il grande progetto pensato e finanziato con denaro pubblico, dal comitato Matera 2019, dal suo direttore il piemontese Paolo Verri; sono queste le innovazioni che ci vedranno vincenti. Un progetto che per quanto mi riguarda non scopre nulla: “un banale ostello di pensatori” al quale vuol darsi una pseudo definizione ecclesiastica ed una visibilità garantita dalle stravaganze e dalle esagerazioni. Sono fortemente spaventato da si altisonanti spiriti che, sono il frutto di isolati e non condivisi pensieri, per il sol fatto che il consiglio comunale, almeno nella componente di minoranza è assolutamente ignaro di quanto accade nel comitato Matera 2019. Credo che questa città debba davvero interrogarsi nel non saper essere così arguta, dal cercare ed affidarsi a esotiche menti intellettuali che producono estremismi vuoti, “un colto non colto” parafrasando il monaco. Più una tesi è disgregata e più viene sostenuta e diffusa, si percepisce che è sentito il bisogno di concentrarsi su intelligenze straniere reperibili sulla terra, in luoghi culturalmente meno ameni di questa banale città, persino il direttore Verri lo rinveniamo dall’improvviso legame politico, tutto a sinistra con Torino. Adesso dobbiamo aspettarci che un manipolo di pensatori provenienti da ogni continente, da ogni cultura e in ogni lingua, venga a dirci come vivere e quali sono gli stili di vita ai quali dobbiamo adeguarci. Smettiamola con così grossolane improvvisazione, smettiamola con un inutile dispendio di denaro pubblico, c’è ben altro da fare, è vero che i cervelli sono in fuga dalla nostra città ma non se ne può più di questi nuovisti, di queste parabole mentali ad ogni costo che danno per certo che tutto possa farsi perché sino ad oggi tutti han lasciato fare.
Adriano Pedicini, Consigliere comunale di Fratelli d’Italia
“unMonastery” ha ispirato anche una vignetta satirica di Sergio Laterza. Anche Laterza ha partecipato all’appuntamento culturale e commenta così il suo disegno che pubblichiamo in copertina: “Un no monastery, o un no monaco. La verità non ho capito molto, forse perchè si rivolgono ai giovani….. (personalmente mi considero un giovanissimo). Cmunque ho avuto l’impressione che dietro c’è soltanto un’idea e forse sono a caccia di idee.
L’occasione mi ha dato fatto realizzare questa vignetta, “alla Magritte”… Sono i veri monaci che arrivavano con le idee e delle regole.
Riportiamo di seguito anche il comunicato ufficiale con cui il comitato Matera 2019 annunciava l’evento culturale “ unMonastery” previsto in mattinata presso la Mediateca Provinciale in Piazza Vittorio Veneto a Matera.
Realizzare progetti sperimentali di respiro europeo e mondiale; progetti innovativi, che raccontino, con i fatti, una modalità diversa di interazione fra la comunità cittadina e il resto del mondo. Così si costruisce una candidatura a capitale Europea della Cultura: per questo il Comitato Matera 2019 sostiene il progetto unMonastery.
Un unMonastery è uno spazio di vita e di lavoro comune che utilizza la vita monastica (senza la religione) come infrastruttura fisica e brodo di coltura per la collaborazione e la realizzazione di prodotti, processi, interazioni sociali innovative (non necessariamente pensati per il mercato, ma sempre orientati al servizio della comunità locale). Il concetto è nato nell’ambito di Edgeryders, una comunità internazionale di più di 1.300 membri che dal 2011 affianca il Consiglio d´Europa nelle sue politiche giovanili. Il gruppo promotore, guidato dall’inglese Ben Vickers, collabora con il comitato Matera 2019 per esplorare l’idea di portare a Matera il primo unMonastery al mondo.
Se sei interessato a conoscere i primi unMonasterians e saperne di più, partecipa alla sessione di progettazione partecipata di unMonastery Matera. Insieme a Ben e agli altri, definisci il lavoro quotidiano degli unMonasterians a Matera, e aiutali a immaginare, di conseguenza, il loro (e tuo) spazio.
Chi è interessato a partecipare può inviare una mail a info@matera-basilicata2019.it.
La giornata è stata raccontata in livetwit dall’account @Matera2019 con l’hashtag #unMon.
nuovo capitolo di FUMO 2019… fermiamoli, prima che sperperino altri denari pubblici in amenità di questo tipo
complimenti sinceri al vignettista per l’allusione al celebre dipinto di Magritte
grazie per i complimenti!….mi è venuta facilmente..viviamo ormai in una città surreale.
Matera 2019 si conferma sempre di più un contenitore di sperpero di denaro pubblico. Comunque potremo dire che anche Matera avrà il suo conclave fatto di monaci rinchiusi in un palazzo ad inventarsi chissà che, tutto sotto gli occhi attenti del Camerlengo Perri. Ma fatemi il piacere!!, dirvi RIDICOLI è solo un complimento.
Il Verri è stato trombato a Torino e Fassino ce l’ha rifilato. Si hanno da mangiarsi 1 Meuro e 650 mila e speriamo che non facciano debiti. Bravo Sergio per la fantasia.
MA DI COSA PARLIAMO.
PENSINO A RIPARARE I MARCIAPIEDI E LE STRADE DELLA CITTA’.
Bravo il sig. Pedicini. Critica qualcosa che non ha capito. Un esempiop di politico illuminato…stupidi quelli di Matera 2019 che hanno organizzato una iniziativa
sostenuta dal Consiglio deuropa. Applausi folgoranti al sig. Abiusi per il suo riconosciuto ottimismo. Lui si che conosce da vicino i fatti. Sarebbe utile che Fassino gli replicasse. Abiusi é in attesa.
Ragazzi, quello di oggi se non ho capito male era un laboratorio di partecipazione. Chi di voi ha partecipato?
La Capitale Europea della Cultura, poi, non sono le Olimpiadi o i Mondiali di calcio; dove quando viene decisa la città che li ospita arrivano soldi per costruire stadi e opere pubbliche, oppure per ricostruire i marciapiedi.
Quella di oggi è stata una possibilità per chiunque di sedersi a un tavolo e ascoltare quello che semplici cittadini come noi a turno hanno proposto e dire anche la propria. Come si costruisce una ciità, prima che una capitale, con i suoi cittadini, se non così?
Riguardo ai fondi, poi, chiediamo trasparenza e condivisione delle scelte che si fanno, in primis delle spese visto il momento di difficoltà economica generale. Mettiamoci in gioco, valorizziamo quello che si fa, esigiamo chiarezza e serietà, ma non demoliamo tutto… altrimenti rimarremo sempre a mani vuote.
Vi consiglio di leggere questo piccolo post su facebook di un ragazzo che ha partecipato al laboratorio di oggi. http://www.facebook.com/profumodisvolta.it/posts/410927032337226
Beavo Pedicini, questa è la destra che serve alla città. A parte la questione dello sperpero del denaro pubblico sembra ben più grave il carattere vagamente ideologico della non-ideologia contemporanea proposta con questo progetto. Questa dimensione euro-culturale che vogliono rincorrere ci rende ridicoli e patetici, soprattutto in confronto dei sacri valori che hanno generato la nostra cultura…speriamo che arrivi Sant’Eustachio con la sua spada a imporre l’unica vera idea che valga la pena seguire, la fede in Cristo
LA DESTRA CHE SERVE A QUESTA CITTA’ E’ QUELLA DI PEDICINI?????? MA SEI PAZZO???? O SEI DI SINISTRA?????
Ma che qualcuno avvii una petizione x dire “no a Matera2019”?
Ecco il commento del tipico materano che aspetta che qualcun’altro faccia le cose e non si sporca mai le mani …..
io non ci sto capendo più niente!
Politici incolti e senza visione. Ecco il profilo: lascia la non conferenza (e non sa neanche cosa sia) dopo 10 minuti dalla presentazione. Prima di andarsene ne approfitta per dare la sua interpretazione: un ostello di giovani smarriti, un incontro di cui non ha appreso se non attraverso i giornali, sparando a zero sul prototipo di coprogettazione di cui non capisce il modello e il percorso. Così facendo, la politica miope si allontana dalla volontà di stare nella comunità, insieme a giovani e meno giovani che hanno dato il loro contributo segnalando problemi e soluzioni per la città. Senza rispetto per i presenti. Questa è non partecipazione, è critica fine a se stessa, provincialismo, chiusura mentale e diffidenza. Mi chiedo se sia mai stato all’estero e si sia mai confrontato con culture diverse, se capisce l’inglese, se legge libri, se legge la stampa internazionale, se segue le tendenze che nascono in rete, se è entusiasta del confronto con chi è diverso e rappresenta una ricchezza, mi chiedo se pensa di essere un cittadino europeo o solo un cittadino materano mai uscito dalla vergogna e dall’isolamento.
Caro Grippo con il periodo che stiamo attraversando, questa città non ha bisogno di queste cose, non ha bisogno di Matera 2019, la città ha bisogno di progetti seri per creare posti di lavoro per far muovere un economia che ormai è inesistente, in 3 anni che c’è questa giunta questi discorsi non sono stati mai affrontati, questa è la giunta che parla solo e soltanto di Matera 2019 è la giunta che sperpera denaro per tappezzare la città con i cartelli Matera 2019 è la giunta che non sa neanche cosa sia Matera 2019. Pertanto parliamo di cose concrete perchè la gente oggi ha bisogno di questo, basta parlare e sperperare denaro pubblico per una cosa che non si realizzerà mai e poi mai.
mi associo a Giuseppe… la nube di fumo 2019 avvolge sempre più le emergenze e le carenze decennali dell’offerta turistico culturale della città… retorica di distrazione di massa che tra un po finirà con un mega e inutile sperpero dei nostri soldi
Caro Guseppe, l’economia è ferma ovunque e non può un’amministrazione comnunale attuare misure per accrescere l’occupazione da sola. L’ economia della cultura e del turismo sono le uniche strade da perseguire sfruttando le risorse naturali ed endogene sul territorio. Quali altri mercati sono competitivi? Il salotto? Che non ha differenziato mai le produzioni? La chimica? L’industria? Quale? Semmai l’agricoltura. Giuseppe, quali strumenti programmatici ha un ente locale come il comune di Matera per le politiche del lavoro? Semmai invochi la Regione o lo Stato centrale. Quanto alla capitale europea della cultura, se lo deve solo augurare che vada in porto e se non dovesse andare in porto almeno avrà contribuito ad accrescere il senso critico delle persone, a farle crescere culturalmente. E si ricordi che un euro investito in cultura ne produce sette di ritorno.
L’impostazione fallace di questo progetto della capitale della cultura è testimoniato dalla mancanza di personalità di cultura impegnate direttamente. Tali personalità a parte brevi comparsate da convegno (parola ormai desueta a vantaggio di terminologie più cool) si guardano bene dal farlo lasciando sindaco e tecnici (dalle ben salde radici politiche) a martellarci la testa con queste azioni da nuovo millennio piene di parole strane e povere di spirito.
Forse a qualcuno non è ben chiaro che la candidatura a capitale europea della cultura è l’ennesima trovata per accontentare le “sacche” da cui si vanno a pescare i voti. Eppure è così palese. Tanto ovvio che nessuno lo vuole ammettere. Vi siete chiesti chi si occuperà del vitto e alloggio di queste persone? O piuttosto la ditta che si occuperà della pulizia dei locali in cui queste menti illustri si confronteranno spremendo le loro meningi. E l’impianto elettrico? Chi si occupa della sua manutenzione? E’ stato fatto un bando? La cancelleria che avranno a disposizione (notes, penne, gomme, matite) sono state già incluse nei rimborsi elettorali di qualche consigliere regionale? E tutto il resto? Che ne so, l’arredamento degli ambienti, ad esempio. Questi sono pochi e semplici, anzi “provinciali” utilizzando un termine citato in un commento qui sopra, esempi di quello che, a quanto ho capito, è Matera 2019. Sarà che sono una “provinciale” (eppure sono sempre stata a favore dell’abolizione delle province) ma finquando vedrò lavorare a questo progetto, sempre e solo gente che appartiene alla cerchia degli “amici degli amici”, non cambierò idea sul fine ultimo di questa candidatura. Speriamo che almeno questi ragazzi sapranno portare una ventata nuova, europea, ad un luogo impantanato nel proprio cortigiano provincialismo.
Ciao a tutti, mi sono venuti davvero i brividi nel leggere le parole di Pedicini. Io ho partecipato, non come lui solo i primi 10 minuti, ma per tutta la giornata al confronto con gli unMonks e poi con tutte le altre menti pensanti e propositive che c’erano in mediateca.
È stata una giornata diversa, di quelle che vivi nelle città con respiro internazionale, di quelle di cui vorresti che fosse piena la vita culturale della città in cui vivi. E invece eccoci come al solito alla demolizione, all’accusa, alle frasi, sempre quelle, di attacco politico, ma cosa c’entra? Cosa c’entrano i fondi pubblici destinati alla cultura dalla UE con la disoccupazione e le strade rotte? Lo sapere che i fondi destinati alla cultura devono essere spesi solo per la cultura e non per altro (altrimenti vengono persi). E lo sapete che la cultura può produrre molti più posti di lavoro dell’industria e del comparto manifatturiero?
Sabato ci si è trovati insieme, cittadini di Matera e non, a discutere dei punti di forza e delle criticità presenti in città, di idee, di metodi di lavoro innovativi, da costruire insieme per cercare proprio di superare quegli ostacoli che sembrano insormontabili e che bloccano lo sviluppo della nostra città.
Se invece di criticare e andarsene, lo stesso Pedicini fosse rimasto a lavorare e a confrontarsi con tutti noi, forse avrebbe compreso meglio in cosa consiste il progetto UnMonastery e quale l’operatività a cui tutta la cittadinanza è chiamata a prendere parte. Matera 2019 è ipotizzare cosa e come ci immaginiamo nel futuro. Ipotizzato il meglio, dobbiamo andare in quella direzione, tutti insieme. Matera 2019 non è il peggio che stiamo vivendo adesso, non sono i concerti e gli eventi, non sono i fuochi artificiali. È semplicemente un progetto in cui tutti noi siamo chiamati ad esprimere le nostre idee per cercare di rendere nel giro di qualche anno la nostra città più europea e che fonda il proprio sviluppo sulla cultura.
Be per diventare più europei non ci vuole molto. Un pò di volonta forse. Si potrebbe partire da incentivare il trasporto pubblico e scoraggiare quello privato, facendo uno stupido esempio. Ma per molti proposte come queste non sono “cultura”. “La cultura è un’altra cosa” affermava un comico paraculando un ex sindaco di Bari.
E invece il trasporto e la mobilità fanno parte della cultura eccome. Se fossi venuta sabato e avessi partecipato ai workshop, avresti notato come si è parlato tantissimo del problema del trasporto e della mobilità. Si sono proposte idee e viste buone pratiche adottate in altre realtà. È un tema fondamentale da affrontare per questa città.
Staccatevi dai vostri computer, partecipate agli incontri, fornite le vostre idee, critiche e suggerimenti, ma smettetela di essere sempre e comunque ‘contro’.
Si è bello partecipare a questi workshop come li definisci tu, ma sabato io ho lavorato tutto il giorno caro amico.
Ci saranno senz’altro nuove occasioni, quello di sabato era solo un punto di partenza.
E si è discusso anche di rifiuti, di svecchiamento fisico e mentale della politica e della classe dirigente in ogni ambito e settore, di disoccupazione, di fuga di cervelli e tanti altri punti critici che attanagliano la nostra comunità. Gente più disparata ha espresso la propria, limiti e virtù di Mt. Gli unMonks hanno annotato tutto e nei prossimi incontri si cercherà di studiare e capire in che modo, anche creativo, proporre delle soluzioni ai problemi. Tutto all’interno di un approccio collegiale nell’unmonastery che si insedierà a settembre. E lì non ci saranno scuse, tutti noi dobbiamo partecipare!
tutti questi personaggi che si vedono in queto video e in mediateca, soffrono della sindrome del protagonismo televisivo. Visto che non c’è piu’ lavoro MANUALE in questa città!!!!, si aggrappano a queste cose, un pò come fa la nostra politica nazionale, sempre presente in TV e a parlare, ma fatti niente. Concludo e sostengo, che coloro che non si sentono, non si vedono e non si mettono in mostra, sono le persone migliori.