“In contemporanea con l’ennesimo rapporto-allarme dell’Istat, secondo il quale, al 2012, almeno 200 mila giovani laureati sono a spasso (al Sud il numero maggiore; per lo più sono ragazze) il Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo ha firmato i decreti che, oltre a prevedere nuovi criteri di programmazione del numero dei posti dei docenti abilitati necessari per il funzionamento del sistema formativo nazionale, ha affiancato al TFA ordinario, percorsi abilitanti riservati (il cosiddetto TFA speciale), come misura transitoria limitata a tre annualità (2012-13, 2013-14 e 2014-15) nelle scuole secondario di primo grado. Il risultato è davvero misero: per 184 laureati lucani si riaprono le speranze di insegnare a cui si aggiungono 152 docenti-ricercatori universitari, sempre in tre anni”. A sostenerlo è il vice presidente del Consiglio Regionale Nicola Benedetto (Cd), sottolineando che “con il provvedimento, tanto atteso da numerosissimi docenti precari non abilitati e in servizio da almeno tre anni entro il periodo degli anni scolastici 1999-2000 e 2011-12 e il cui numero è stimato complessivamente in Italia in circa 75.000, si è dunque cercato di porre finalmente rimedio agli squilibri prodotti da una programmazione insufficiente per quanto riguardava il fabbisogno di abilitati, e che negli anni passati ha avuto l’effetto di produrre ingenti schiere di precari non abilitati in servizio nelle scuole statali e paritarie, anche per più anni. Resta comunque un risultato assai deludente: la stima delle cessazioni dall’insegnamento in Basilicata (parametro per l’ingresso in aula dei nuovi abilitati) riguarda nell’anno scolastico in corso 79 unità, nell’anno scolastico 2013-2014 altre 75 unità, nell’anno scolastico 2014-15, 97 unità e nel 2015-2016, 91 unità (129 in totale) a cui si aggiunge un incremento del 40% (53 unità). Siamo dunque ad una risposta troppo limitata rispetto alla crescente disoccupazione intellettuale che coinvolge anche la Basilicata”.
Per Benedetto “l’ incertezza riguardo al proprio futuro accomuna tantissimi laureati alla ricerca di una collocazione il più possibile gratificante all’ interno delle scuole, poichè nella maggior parte dei casi si tratta di giovani che da tempo inseguono e frequentano con profitto ogni genere di corsi e tirocini formativi nella speranza di trovarsi finalmente in possesso di una abilitazione effettiva che apra col tempo loro le porte della Scuola e garantisca un proficuo inserimento a seguito di un percorso fatto spesso di sacrifici, già a partire dalla preparazione richiesta e necessaria alla selezione.
La situazione pertanto – conclude – merita un più accurato approfondimento, soprattutto in merito alle effettive modalità e ai tempi con cui il Decreto del Ministro Profumo propone di applicarsi al mondo scolastico ed in particolare a quello accademico. Il senso del futuro pare affievolirsi di fronte a nuove proposte ministeriali che alimentano lo sconforto e la percezione di una condizione ancora una volta tutt’altro che rosea”.