Dopo l’alluvione registrato nella giornata di lunedì 1° marzo la Regione Basilicata e i Parlamentari lucani si sono riuniti per la conta dei danni, che si aggira intorno ai 100 milioni di euro: tocca al governo centrale garantire le norme e le risorse per riavviare il sistema produttivo nel materano.
Punto di Partenza, l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri adottata per l’alluvione del Veneto. Per ottenere uno strumento normativo simile e le relative dotazioni finanziarie si muoveranno congiuntamente la Regione Basilicata e i parlamentari tutti eletti nei collegi lucani.
Il risultato ottenuto dall’incontro convocato dal presidente della Regione, Vito De Filippo, non ha zone d’ombra. “Il lavoro istituzionale che il presidente De Filippo sta portando avanti ha il nostro incondizionato sostegno” ha detto senza tanti giri di parole il senatore Cosimo Latronico anche a nome del sottosegretario sen. Guido Viceconte e degli altri parlamentari del Pdl gli onorevoli Vincenzo Taddei e Giuseppe Moles, non presenti all’incontro ma concordi sulla linea. “Domani – ha aggiunto il parlamentare – saremo a Roma e chiederemo interlocuzioni col ministro delle Regioni Raffaele Fitto e poi con gli altri ministeri compreso il Ministero dell’economia per chiedere di tenere conto della nostra situazione e prevedere tutte le risorse necessarie”.
Analogo incondizionato sostegno è venuto oltre che da tutti i capigruppo regionali presenti, tanto dai parlamentari del centrosinistra i senatori Maria Antezza, Filippo Bubbico, Carlo Chiurazzi e i deputati Antonio Luongo e Salvatore Margiotta, quanto dal sen. Egidio Digilio di Futuro e Libertà. Ciascuno per proprio conto attiverà interlocuzioni romane per sostenere l’ottenimento di fondi e norme.
Il primo fondamentale banco di riscontro sarà tra due giorni. “Sappiamo che mercoledì ci sarà il Consiglio dei Ministri su questo incontro in cui sarà varata l’ordinanza. E anche se non credo che possa essere cancellata una regione dalla cartina geografica del Paese, dimenticandone le emergenze, in una fase in cui ci sono risorse minori in Italia vale molto l’azione politico istituzionale che dobbiamo fare. Nell’ordinanza credo che ci saremo. Ma dobbiamo capire come”.
La strada indicata dal governatore e su cui si sono ritrovati tutti i partecipanti all’incontro è appunto il modello Veneto, non solo per l’abbondanza di risorse destinate dal Governo a quella Regione, ma anche per le norme utilizzate. “Ci sono elementi molto concreti con poteri messi in capo ad amministrazioni e commissari per intervenire celermente. Quel tipo di ordinanza – ha proseguito – contiene buone indicazioni anche per la ripresa delle attività con concessione di contributi per la immediata ripresa delle attività produttive e per far tornare le famiglie alla normalità. Ci sarebbe da aspettarsi che Governo e protezione civile nazionale lavorino per similitudine, ma non sappiamo nulla nè su impianto normativo nè su risorse”. Per Meglio affrontare la situazione De Filippo ha comunicato ai presenti di essersi già messo in contatto coi presidenti delle altre regioni interessate dalla calamità e altrettanto faranno i parlamentari con deputati e senatori delle stesse regioni, tanto di centrosinistra che di centrodestra.
De Filippo ha anche spiegato che, al di là delle posizioni ideologiche, “applicare qui la norma del Milleproroghe che vuole un aumento delle imposte regionali e dell’accisa sui carburanti per far fronte all’emergenza non risolverebbe praticamente nulla poichè essendo la Basilicata la regione a minor gettito fiscale, le risorse recuperate sarebbero irrisorie”.
I danni, invece, ci sono e sono enormi. Anche se non è possibile ancora una quantificazione definitiva (molte zone sono ancora sommerse e il genio militare non è riuscito nemmeno a raggiungerle) le relazioni fatte dagli assessori Rosa Gentile (Infrastrutture e Protezione Civile), Vilma Mazzocco (Agricoltura) ed Erminio Restaino (attività produttive) e quelle dei presidenti delle due Province portano un conto già salato rispetto al quale si potrà solo crescere.
Allo stato attuale, da Regione e Province presenti alla riunione coi presidenti Francesco Stella e Piero Lacorazza, sono già stati impiegati un milione e 800mila euro per la sola emergenza, ma si tratta di somme minimali rispetto ai danni veri e propri che flagellano le infrastrutture ma, si è detto nella riunione, sono ancor più pesanti sul sistema produttivo per il quale sono necessari interventi per ripartire al più presto. In agricoltura i danni già certificati ammontano a 28,5 milioni (8 milioni a colture orticole, fragole e cereali, 17 milioni su strutture aziendali e frutteti, 3 milioni e mezzo su scorte, bestiame, macchine agricole e foraggi) ma la conta procede e i tecnici stimano che si assesterà intorno ai 40 milioni, a fronte, “ha spiegato l’assessore Mazzocco, di un fondo per le calamità del Ministero che per il 2010 è stato di 36 milioni di euro per tutt’Italia”.
Le infrastrutture viarie hanno avuto danni al momento stimabili in 50 milioni di euro (30 nel Materano e 20 nel Potentino) mentre si allungano i tempi per la riapertura della 407 Basentana, sia pure solo su una carreggiata, a seguito degli accertamenti disposti dalla Magistratura per realizzare i quali è stata disposta l’inalterabilità dei luoghi, sui quali, per la riapertura, sarebbe invece necessario procedere alla deviazione delle acque e al consolidamento di un pilone del viadotto.
Ancora non quantificabili i danni per le imprese, in particolare quelle turistiche che, oltre ai danni materiali, avranno riverberi immediati sull’avvio i stagione, in particolare sul ponte del 17 marzo e sulle festività di Pasqua. L’assessore Restaino, anche a seguito di un incontro con Confindustria, ha dato notizia di essersi già mobilitato per concedere la richiesta proroga al bando per i Piani integrati di offerta turistica nel Metapontino, e di star valutando le richieste di una moratoria sulla bolletta idrica per l’acqua necessaria all’opera di sfangamento e per Ici e Tarsu.
Ma per rendere chiara la provvisorietà della situazione è bene dire che arrivano ancora circa 250 segnalazioni al giorno al Centro Operativo Misto e che la rottura degli argini ha aumentato la situazione di vulnerabilità di alcuni territori.