Fenice, Vito De Filippo: “Mettiamo in campo un meccanismo semaforico”. Il presidente della Regione Basilicata sottolinea la “straordinaria procedura di garanzia messa in campo” e annuncia l’invito ai “più radicali e strenui attivisti” al Tavolo della Trasparenza.
“L’ordine del giorno ha contenuti forti, con un’importazione quasi semaforica che individua soglie di attenzione inferiori rispetto a quelle di legge e prevede un automatismo di procedure per arrivare a un eventuale stop degli impianti in caso di problemi”. Lo ha detto il presidente della Regione Vito De Filippo a conclusione del dibattito sulla Commissione di inchiesta Fenice.
“Si tratta – ha spiegato De Filippo – di una straordinaria procedura di garanzia che si somma al comportamento che stiamo tenendo per la concessione dell’autorizzazione integrata ambientale che stiamo subordinando, bloccando la procedura, ad un’opera di bonifica da parte di Fenice che vada ben oltre il solo perimetro dell’impianto”.
De Filippo ha poi annunciato che “l tavolo della trasparenza su Fenice mi occuperò di invitare i più radicali e strenui attivisti in questo campo, proprio perché si giunga ad una trasparenza piena per la quale attendo fiducioso l’opera di tutti gli organi dello Stato, ciascuno per propria parte”.
Vicenda Fenice, il Consiglio regionale approva una mozione
Il documento impegna tra l’altro la Giunta a “richiedere al soggetto titolare delle autorizzazioni la completa e definitiva attuazione degli impegni assunti”. Respinte le mozioni presentate da Mazzeo e Singetta e da Rosa e Venezia.
“Rafforzare il ruolo istituzionale dell’Agenzia Regionale per Protezione Ambientale, anche attraverso la revisione e/o la integrazione del disegno di legge di riforma già in esame; emanare un provvedimento ordinativo che all’interno del dispositivo autorizzativo (Aia) abbia l’obiettivo di:
codificare, attraverso uno specifico quadro prescrittivo, basato sul principio di precauzione, le condizioni ricorrenti per l’interruzione di esercizio dell’impianto con la sua completa disattivazione, ovvero la riduzione dell’introduzione di rifiuti, ovvero la sospensione o la revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto stesso, al verificarsi di circostanze di pericolo per la salute delle popolazioni interessate o per l’ambiente; definire un quadro prescrittivo organico che codifichi le modalità di esercizio dell’impianto, i controlli da effettuare, i sistemi di monitoraggio da realizzare, le specifiche modalità di relazione e coordinamento tra i soggetti competenti per i controlli, le modalità ottimali di informazione alla popolazione”. Sono questi i principali impegni assunti dal governo regionale attraverso una mozione approvata oggi a maggioranza (con 23 voti favorevoli di Pd, Idv, Pdl, Udc, Ial, Sel, Pu, Psi e Gaudiano del Gruppo Misto, 2 voti contrari di Rosa e Venezia e 2 astensioni di Mazzeo e Singetta) dal Consiglio regionale.
Con il documento, presentato in Aula dal capogruppo del Pd Luca Braia e sottoscritto da Pagliuca (Pdl), Romaniello (Sel), Gaudiano (Gruppo Misto), Vita (Psi), Mancusi (Udc), Navazio (Ial) e Autilio (Idv), si impegna inoltre la Giunta a “richiedere al soggetto titolare delle autorizzazioni la completa e definitiva attuazione degli impegni assunti da Fenice attraverso gli accordi stipulati con la Regione e le autorizzazioni all’esercizio già in essere a partire da quanto contenuto nel DEC/VIA del 1993, attivando ogni azione utile a portare a definizione gli impegni sottoscritti”, e ad aggiornare “il Piano Regionale dei Rifiuti con la puntuale osservanza delle gerarchia del trattamento dei rifiuti nei termini definiti dalla normativa vigente che considera l’ordine di priorità quale migliore opzione ambientale; con il chiaro obiettivo di andare verso il superamento del sistema di trattamento in essere di incenerimento dei rifiuti”.
Sempre a maggioranza, il Consiglio ha inoltre respinto altre due mozioni. La prima, proposta dai consiglieri Mazzeo e Singetta (che ha ottenuto 4 voti favorevoli di Mazzeo, Singetta, Rosa e Venezia, 16 voti contrari di Pd, Udc, Sel, Pu, Psi e Gaudiano del gruppo Misto, 5 astensioni di Pdl, Autilio di Idv e Navazio di Ial), chiedeva alla Giunta “di adottare le procedure amministrative che – supportate dalle opportune valutazioni legali e tecniche volte alla dimostrazione delle inadempienze contrattuali della società proprietaria dell’impianto, della pericolosità dello stesso per l’ambiente e la salute dei cittadini – comportino l’immediata sospensione di ogni attività dell’inceneritore Fenice di San Nicola di Melfi, fino al momento in cui non sia avvenuta l’integrale bonifica del sito e la certezza dell’assenza di ogni pericolo per l’ambiente e la salute dei cittadini”; la seconda, proposta dai consiglieri Rosa e Venezia (che ha ottenuto 2 voti favorevoli di Rosa e Venezia, 17 voti contrari di Pd, Idv, Udc, Sel, Pu, Psi e Gaudiano del Gruppo Misto, 7 astensioni del Pdl e dei consiglieri Mazzeo, Singetta e Navazio), che impegnava la Giunta regionale “a porre in essere iniziative urgenti finalizzate alla interruzione dell’attività di Fenice spa”.
Nel dibattito sulle mozioni sono intervenuti i consiglieri Mazzeo, Rosa, Braia, Navazio, Venezia, Romaniello, Autilio, Singetta, Mollica, Vita ed il presidente De Filippo.
Potenza, 27 marzo 2013
Si allega il testo integrale della mozione approvata dal Consiglio regionale sulla vicenda Fenice
Mozione “Fenice”
Preso atto della relazione licenziata dalla Commissione Fenice e pubblicata sul sito istituzionale della Regione ed integrata dell’Allegato sub A
Udita la relazione del Presidente della Commissione “Fenice”, on. Pagliuca, sulla attività della Commissione stessa e sul documento conclusivo licenziato, che ha risposto ai quesiti posti dal Consiglio regionale all’atto della sua costituzione ricostruendo la storia amministrativa, dei controlli e della vigilanza delle autorizzazioni date a Fenice evidenziando responsabilità e criticità, ritardi ed inadeguatezze di mezzi e strutture che non hanno consentito il buon funzionamento dell’intero sistema;
Dato atto del dibattito svoltosi in aula, che ha consentito di focalizzare gli argomenti sviluppati nel suddetto documento conclusivo e di discutere diffusamente i contenuti della relazione stessa per la ricostruzione storica delle vicende occorse;
Udite le considerazioni del Presidente De Filippo, che nella complicata leggibilità di accadimenti più che ventennali, ha aggiunto alla ricostruzione degli eventi ulteriori considerazioni, riportando informazioni aggiuntive in merito alle attività poste in essere nei tempi più recenti;
Ritenuto di dover esprimere un atto di indirizzo finalizzato a porre l’attenzione sulle criticità organizzative e gestionali verificatesi per prevenirne la ulteriore ricorrenza;
Con la seguente
MOZIONE
Si impegna la Giunta Regionale a:
• Rafforzare il ruolo istituzionale dell’Agenzia Regionale per Protezione Ambientale, anche attraverso la revisione e/o la integrazione del Disegno di Legge di riforma già in esame (D.G.R. 1386 del 29/9/2011), con l’obiettivo di:
o Definire il ruolo strumentale dell’Agenzia finalizzato alle attività di controllo ambientale, di supporto tecnico delle istituzioni pubbliche per i controlli, l’informazione e la conoscenza ambientale a tutela della salute e dell’ambiente;
o Rafforzare le sinergie e le forme di comunicazione tra l’Agenzia, i Dipartimenti regionali e gli altri soggetti istituzionali territoriali e nazionali;
o Elevare i livelli di qualità operativa, di efficienza e di efficacia dell’Agenzia, introducendo la obbligatorietà di obiettivi di qualità dei servizi ambientali svolti;
o Favorire la massima trasparenza dell’informazione ambientale da rendere ai cittadini, anche attraverso la predisposizione di un apposito link sul sito istituzionale;
o Dotare l’agenzia di strumenti e competenze necessari al corretto espletamento dei compiti ad essa affidati anche attraverso forme codificate di collaborazione con altre agenzie e strutture pubbliche, per acquisire nuove conoscenze relative alle caratteristiche qualitative e quantitative degli inquinanti emessi dall’impianto Fenice.
• Emanare un provvedimento ordinativo che all’interno del dispositivo autorizzativo (AIA) abbia l’obiettivo di:
o codificare, attraverso uno specifico quadro prescrittivo, basato sul principio di precauzione, le condizioni ricorrenti per l’interruzione di esercizio dell’impianto con la sua completa disattivazione, ovvero la riduzione dell’introduzione di rifiuti, ovvero la sospensione o la revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto stesso, al verificarsi di circostanze di pericolo per la salute delle popolazioni interessate o per l’ambiente;
o definire un quadro prescrittivo organico che codifichi le modalità di esercizio dell’impianto, i controlli da effettuare, i sistemi di monitoraggio da realizzare, le specifiche modalità di relazione e coordinamento tra i soggetti competenti per i controlli, le modalità ottimali di informazione alla popolazione;
• Rendere organiche e stabilmente operative le relazioni di collaborazione, sia pure già attivate, tra la Regione Basilicata e le Istituzioni Tecniche pubbliche, quali l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), relativamente alle tematiche connesse all’impianto “Fenice” oltre che ad altri aspetti ambientali, in particolare nella effettuazione di studi epidemiologici e di valutazione di danni ed impatti sanitari.
• Considerata l’importanza della conoscenza da parte dei territori dello stato dell’ambiente locale, dei livelli di inquinamento, dell’andamento delle attività di bonifica, promuovere la frequente convocazione del Tavolo della Trasparenza Fenice di cui alla DGR 1569 del 25/10/2011, al fine di rafforzare il processo di partecipazione e trasparenza su quanto accade.
• Riferire al Consiglio: trimestralmente sull’attuazione del presente o.d.g.; semestralmente sull’ottemperanza delle prescrizioni dell’emananda A.I.A.; annualmente sulle risultanze delle valutazioni sanitarie e sullo stato di salute della popolazione e sulle eventuali misure di cura e prevenzione messe in atto e sui loro benefici.
• Richiedere al soggetto titolare delle autorizzazioni la completa e definitiva attuazione degli impegni assunti da Fenice attraverso gli accordi stipulati con la Regione e le autorizzazioni all’esercizio già in essere a partire da quanto contenuto nel DEC/VIA del 1993, attivando ogni azione utile a portare a definizione gli impegni sottoscritti.
• Aggiornare il Piano Regionale dei Rifiuti con la puntuale osservanza delle gerarchia del trattamento dei rifiuti nei termini definiti dalla normativa vigente che considera l’ordine di priorità quale migliore opzione ambientale; con il chiaro obiettivo di andare verso il superamento del sistema di trattamento in essere di incenerimento dei rifiuti.
• Nel quadro del riordino e della riorganizzazione complessiva dei Dipartimenti Regionali, attivare le azioni di rafforzamento delle risorse umane e delle competenze tecniche ed amministrative del Dipartimento Ambiente.
Potenza, 27 marzo 2013 – Seduta consiliare dedicata alla vicenda Fenice. Dopo la riunione del 19 marzo scorso, durante la quale il presidente della Commissione d’inchiesta sul termodistruttore, Nicola Pagliuca (Pdl), ha relazionato sugli esiti del lavoro svolto che è servito a ripercorrere le vicende relative all’impianto e a ricostruire l’evoluzione normativo – amministrativa delle disposizioni di legge e degli atti amministrativi emanati a tutela dell’ambiente, oggi il dibattito in Aula.
Prima l’intervento del presidente della Regione, Vito De Filippo, il quale ha espresso apprezzamento sul lavoro svolto dalla Commissione, “un lavoro complesso, delicato che ha avuto il merito di ripercorre 21 anni di storia di una vicenda. Un lavoro che può essere visto come una sorta di albero genealogico, un metodo che potrà e dovrà essere utilizzato anche in futuro per far sì che si possa fare un quadro di interpretazione di fatti di per sé complicati. Un lavoro che dovrà servire per provare a meglio comprendere errori e manchevolezze”. Un lavoro a cui lo stesso De Filippo ha spiegato di aver aggiunto e non contrapposto il proprio contributo con la relazione dello scorso 19 marzo, in cui ha indicato le azioni messe in campo dalla Giunta per la vicenda Fenice nel periodo successivo a quello al centro dell’attenzione dei lavori della Commissione. “L’auspicio – ha concluso – è che questo dibattito si concluda nei termini più alti, offrendo elementi per poter rispondere alla richiesta di certezza che viene dalla comunità”.
Pagliuca (Pdl) ha posto l’accento sullo sforzo che la Commissione ha inteso interpretare, “offrendo un contributo importante alla comunità, per capire cosa non ha funzionato e fare in modo che le emergenze riscontrate non si ripetano. Lo sforzo da fare è che il cittadino possa tornare ad avere fiducia nelle Istituzioni. Per fare questo occorreva dire la verità, lo abbiamo fatto, abbiamo raccolto notizie, siamo andati al nocciolo del problema. Adesso su questo sforzo occorre continuare a lavorare”.
E, poi, intervenuto il consigliere Braia (Pd), il quale ha affermato che “l’intervento del Presidente De Filippo e la replica del consigliere Pagliuca hanno creato le giuste premesse per costruire uno scenario entro il quale sarà più facile ragionare su questa delicata e complessa vicenda”.
Per Rosa, invece, “le dichiarazioni del presidente De Filippo sono molto deboli, stiamo parlando di un periodo troppo lungo, 21 anni, durante i quali l’Arpab e la Regione, gli enti preposti al controllo, sono rimasti in silenzio. La relazione della commissione fotografa la realtà, una triste realtà, si è permesso ad un complesso industriale di inquinare. Non possiamo accettare che quanto successo in questi 21 anni, possa servire solo come insegnamento per il futuro, in quanto vi sono tante altre emergenze ambientali che richiedono l’attenzione e le risposte delle istituzioni”.
Dopo questi interventi la seduta è stata sospesa per permettere alla conferenza dei capigruppo di stabilire come proseguiranno i lavori.
CSAIL-INDIGNATI: SEMAFORO ROSSO ANCHE PER CENTRO OLI ENI VIGGIANO
“Chiediamo al Governatore De Filippo di usare anche il semaforo rosso per il Centro Oli Eni di Viggiano”: è il commento di Filippo Massaro, Csail-Indignati Lucani all’ordine del giorno approvato dal Consiglio Regionale su Fenice.
“Se infatti De Filippo fa ricorso a quella che chiama “importazione quasi semaforica” per esprimere l’impegno di stoppare gli impianti di Fenice nel caso si ripeta la situazione d’allarme che si è verificata nel recente passato, lo stesso – continua – deve avvenire per il Centro Oli di Viggiano ogni qualvolta si registri il superamento dei valori di guardia sia per l’ambiente che per la salute dei cittadini che per il territorio. Non vorremmo infatti che si usassero due pesi e due misure magari solo perché il lavoro della Commissione di inchiesta ha avvalorato l’apprensione da parte dei cittadini di Melfi e Lavello. Anzi, riteniamo che sia il caso che anche per l’impianto di Viggiano si istituisca una Commissione di indagine per passare al setaccio, come è accaduto per Fenice, tutti i dati e le situazioni di inquinamento che si sono verificati negli anni e non solo con i fenomeni più appariscenti delle cosiddette “fiammate” del camino principale. La commissione di inchiesta presieduta dall’allora consigliere regionale Digilio sull’attività Eni nel 2004 è stato un flop perché non ha accertato alcuna responsabilità. Come va insediato un tavolo della trasparenza sul Centro Oli perché l’Osservatorio Ambientale di Marsiconuovo al quale sono state delegate importanti e delicati compiti di controllo e verifica continua a segnare il passo. Per noi deve essere chiaro che tutelare ambiente, salute e territorio nel Vulture-Melfese come in Val d’Agri è la stessa cosa. Per questo si deve adeguare l’attenzione in materia del dispositivo autorizzativo (Aia) che come per Fenice per le attività di ricerca ed estrazione idrocarburi in Val d’Agri e nel Sauro, previste da Intese programmatiche e pertanto non “stoppabili” abbia gli stessi obiettivi che riguardano Fenice ovvero di: codificare, attraverso uno specifico quadro prescrittivo, basato sul principio di precauzione, le condizioni ricorrenti per l’interruzione di esercizio dell’impianto con la sua completa disattivazione, ovvero la riduzione dell’introduzione di rifiuti, ovvero la sospensione o la revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto stesso, al verificarsi di circostanze di pericolo per la salute delle popolazioni interessate o per l’ambiente; definire un quadro prescrittivo organico che codifichi le modalità di esercizio dell’impianto, i controlli da effettuare, i sistemi di monitoraggio da realizzare, le specifiche modalità di relazione e coordinamento tra i soggetti competenti per i controlli, le modalità ottimali di informazione alla popolazione”.
“Meccanismo semaforico” già approvato per la Val d’Agri, Regione replica a Csail Indignati.
L’ennesima presa di posizione targata Csail per rivendicare qualcosa di già previsto dalla Giunta
La richiesta di mettere in campo anche per Centro Oli un “meccanismo semaforico” (che preveda soglie di rallentamento dell’attività fino allo stop totale collegato a soglie di inquinamento comunque inferiori ai limiti di legge) è semplicemente antistorica perché si tratta di una misura già approvata dalla giunta lo scorso 14 dicembre e inserita nel “Piano Aria Val d’Agri” trasmesso al Consiglio con esplicito riferimento al “principio di precauzione”.
Il piano, esattamente come già reso noto nell’immediatezza dell’approvazione in Giunta (tramite il sito Basilicatanet, servizi su tutti i quotidiani locali e sulle tv pubbliche e private) prevede “nel caso in cui dovessero notarsi elevazioni di concentrazioni di inquinanti, sia pure restando al di sotto dei limiti di legge, riduzione automatica delle attività estrattive che possono giungere fino allo stop totale”.
Dubitando del fatto che lo Csail, e nel dettaglio l’unica persona che continuamente prende posizione a nome di questa sigla, abbiano usato uno stratagemma per evidenziare quanto di buono già fatto dalla Regione in Val d’Agri, si resta in attesa, con curiosità, di assistere alla giravolta logico linguistica con cui si proverà ad affermare che il fino ad ora invocato meccanismo non va bene o è frutto di chissà quali misteriosi interessi.
Potenza, 27 marzo 2013 – Caso Fenice, su youtube il reporto dell’incontro tra una delegazione del Movimento Cinque Stelle di Basilicata e il presidente del Consiglio Regionale della Basilicata Vincenzo Santochirico.
L’inceneritore Fenice deve riconvertirsi o chiudere. E’quanto chiesto dal Movimento Cinque Stelle di Basilicata con 4 giorni e 4 notti di presidio di fronte la Regione Basilicata ed uno sciopero della fame. Il Movimento Cinque Stelle di Basilicata ha chiesto un’audizione al Consiglio Regionale della Basilicata, resa inattuabile dal regolamento ed una sua delegazione è stata quindi ricevuta dal Presidente del Consiglio Regionale Vincenzo Santochirico. Nel video il report dell’incontro.
CSAIL-INDIGNATI LUCANI: REPLICA A “NOTA ANONIMA” DI BASILICATANET
Filippo Massaro, Csail-Indignati
La nota anonima apparsa su Basilicatanet, talmente anonima che non c’è nemmeno l’abituale sigla di chi l’ha redatta, in risposta alla presa di posizione che ho assunto in prima persona, vale a dire con nome e cognome, per conto di 8.250 cittadini che, in totale, hanno firmato negli anni le petizioni del Csail-Indignati Lucani e che pertanto condividono l’iniziativa che portiamo avanti da anni, come testimoniano i messaggi quotidiani di adesione al nostro sito, è la dimostrazione del “nervosismo” che pervade l’Ufficio del Governatore e chi ha il ruolo della sua comunicazione istituzionale.
E’ ancora una volta l’atteggiamento di prevenuta contrapposizione che non è più accettabile e che stona fortemente con il nuovo corso inaugurato dal neo Presidente del Consiglio Regionale Santochirico che non si è sottratto al confronto con rappresentanti del M5S ricevendo una delegazione alla quale, senza ricorre a toni non istituzionali e senza alcuna prevenzione, ha spiegato, come è giusto che accada sempre nel rapporto istituzioni-cittadini, tutto quello che ha fatto sulla questione Fenice. Ci risulta, in proposito, che Santochirico abbia manifestato profondo rispetto pur in presenza di posizioni fortemente accusatrici di responsabilità individuali oltre che politiche.
Registriamo invece che la comunicazione del Governatore, la stessa sanzionata da Agcom per il mancato rispetto della par condicio in campagna elettorale, preferisce lo “sbeffeggiamento” che non è rivolto al presidente Csail-Indignati (sarebbe poca cosa) ma a 8.250 cittadini della Val d’Agri-Sauro che sostengono il Comitato.
Nel merito, conosciamo i meccanismi decisi dalla Giunta (il cosiddetto Piano Aria Val d’Agri) che però prevede un semaforo (per ora bloccato al verde) per il Centro Oli Eni che non ha mai dato il rosso nonostante non manchino i continui segnali di concentrazioni inquinanti nell’intero comprensorio della Val d’Agri (ultimo caso è quello di una vasta zona del comune di Marsiconuovo, come è stato segnalato da ben due consiglieri regionali, Autilio e Mazzeo Cicchetti oltre che dal vice presidente della Provincia di Potenza).
Naturalmente nella replica anonima pubblicata da Basilicatanet non c’è alcuna risposta alla nostra richiesta di istituire una Commissione di indagine sull’attività del Centro Oli Eni di Viggiano come è accaduto per Fenice.
Ma, francamente, questo non ci meraviglia perché altrimenti qualcuno dovrebbe spiegare perché non si è pensato in tanti anni al “semaforo” persino di fronte alle “fiammate” e ai palesi casi di inquinamento persino acustico. Piuttosto l’anonimo estensore della nota, che ancora una volta fa un cattivo servizio all’immagine del Presidente, e che pretende di contare le adesioni al nostro movimento di volontariato civile, perché non fornisce il numero di accessi a BasilicataMezzogiorno , il quotidiano di regime che, ci risulta, sia meno di un terzo di quelli del sito del nostro Comitato, ovviamente realizzato e gestito a nostre spese? L’auspicio è che con la nuova Giunta ci sia una nuova comunicazione istituzionale.
Il movimento 5 scimmiette ancora parla. Andate a parlare di inceneritori a Parma, sul qualce c’avete fatto la campagna elettorale. Volete fare i verginelli, propio voi. Mi siete veramente scaduti, siete tutto chiacchiere e distintivo, peggio dei berlusconiani! Avete finito, gli italiani non sono fessi!
Le offese gratuite sono molto brutte.
Non era possibile impedire l’apertura dell”inceneritore di Parma, costruito dal Pdl e avallato dal Pd, ma sarà presto chiuso, come ben spiegato da Pizzarotti in un recente video.
offese gratuite??? Ma se ogni 3 parole che dite ci sono 4 parolacce… vuoi che te le elenchi? C’ha ragione Fiorello (dichiarazione del 27/3 da “il Corriere”) “in Italia si puo scherzare su tutto tranne che sul M5S”. Ma x favore, state veramente esagerando… ora ci voglio I FATTI, basta CHIACHIERE!!!
NON PER ESSERE CATTIVO MA SOLO PER MIA CURIOSITA’, POSSO FARE UNA DOMANDA DA UN MILIONE DI DOLLARI? FENICE INQUINA ANCORA O NO, CHI LO SA?
La Fenice inquina ancora, come dimostra l’analisi dei 25 marzo scorso.
Circa i fatti, li facciamo e li faremo dove siamo forza di governo od opposizione.
In Basilicata non abbiamo neanche un eletto, e facciamo quel che si può.
Addebitare i problemi della regione ad una forza che non solo non l’ha mai amministrata, ma non ha neanche un eletto, è quantomeno una forzatura.
Caro Damiano ti sbagli di grosso! Tu continua a votare il tuo PD che gli italiani proprio perchè non sono fessi hanno capito benissimo per chi votare e ti assicuro che alle prossime vicine elezioni, la vittoria del movimento 5 stelle sarà nettissima!!!!!
sisi, propio x voi che avete lasciato un Paese in stallo, aspetta e spera!!!
Il Pd legittimamente può rifiutare l’appoggio del PDL, che farebbe formare un governo.
Il M5S non può legittimamente rifiutare l’appoggio al PD, che farebbe formare il governo.
Tutto questo dove la distanza fra PD e PDL è molto minore di quella fra M5S e PD.
Damiano me la spieghi.
E con quale metro hai misurato queste distanze? In quale convenzione è scritto, in quella di casaleggio??? Ma x favore, vi siete spacciati x i detentori della suprema verità, i democratici per eccellenza, i creatori della democrazia liquida… ma quando mai???? Prendete ordini da 2 burattinai, le piattaforme web democratiche non esistono e se qualcuno si permette di contraddire è subito messo alla porta. Se vuoi, possiamo parlare anche della lombardi e di crimi (ahahahah). In tutta sincerità ero affascinato dal Vostro progetto, ma, mi dispiace dirlo, siete scaduti nel banale, siete peggio dei bambini capricciosi e x fortuna non sono io una mosca bianca, ve ne accorgerete nelle prossime tornate elettorali. Peccato, bastava mettere un po l’orgoglio da parte e si sarebbero fatte belle cose. Ma Voi NO… tanti auguri a Te e al tuo posto di lavoro, non so cosa Tu faccia nella vita, ma spero che non sia come quello della maggior parte degli italiani, in bilico.
Damien, avost a disc chiocchr. Frnuscl n’zc.
na lettera di F2i (Fondi Italiani per le Infrastrutture) potrebbe far saltare il progetto per il contestato inceneritore di Parma. Il documento “strettamente riservato e confidenziale” è indirizzato a Iren Spa, la multiutility di Parma, ed è firmato da Vito Gamberale amministratore delegato di F2i, fondo controllato da Cassa e Depositi e Prestiti. Lo stesso fondo che sarebbe pronto ad acquisire il 49% di Iren Ambiente per circa 80 milioni di euro. Un’acquisizione condizionata dalle vicende dell’inceneritore di Parma e del PAI (Polo Ambientale Integrato). Senza Parma rischia di non concretizzarsi l’accordo Iren Ambiente e F2i e con esso il previsto “abbattimento” dei debiti di Iren, che seguirebbe all’assegno milionario promesso da fondo per le infrastrutture. Alla luce dei contenuti della lettera, la partenza effettiva dell’inceneritore potrebbe essere un clamoroso pesce d’Aprile: ancora una volta a nudo i gravi problemi finanziari della municipalizzata Iren e un modello di business – quello degli inceneritori – che avrebbe non poche ombre dal punto di vista economico. Il 25 febbraio il Comune di Parma ha chiuso il bando per la realizzazione di una “Fabbrica dei Materiali”, un progetto che prevederebbe un impianto di trattamento meccanico biologico (TMB) dei rifiuti. La “fabbrica” sarebbe un’alternativa all’inceneritore e seguirebbe un modello di trattamento “tedesco”, con costi a carico dei cittadini attorno ai 60 Euro/tonnellata, contro i 160 euro dell’inceneritore.L’Unione Europea sembra orientata a vietare l’incenerimento di rifiuti compostabili e riciclabili entro il 2020. Un motivo in più per decidere a favore di un trattamento più sostenibile dei rifiuti. Anche dal punto di vista economico.” Tratto da il Fatto Quotidiano