L’ambientalista Pio Abiusi, tra i principali promotori di una serie di inchieste pubblicate da SassiLive sull’inquinamento provocato da Fenice, commenta le decisioni assunte durante la giornata sulla vicenda dal Consiglio regionale della Basilicata ed in particolare il testo della mozione approvata. Di seguito le sue amare considerazioni e la nota del Consiglio Regionale con la nota integrale della mozione.
Pio Abusi su vicenda Fenice: “Peggio di così non si poteva concludere. Nessun cenno critico sul passato solo pacche sulle spalle per il futuro. Faremo! Faremo! Faremo! Parole! Parole! Parole!”.
La relazione presentata dalla commissione d’inchiesta istituita nell’ottobre del 2011 andava votata ed approvata dal Consiglio, se vi fossero stati motivi validi andava rigettata.
1) Quella commissione è frutto di un deliberato consiliare e pertanto il lavoro da essa prodotto andava votato;
2) La Commissione ha lavorato alacremente, senza mezzi e spese e chiedendo la partecipazione attiva di tanti soggetti, chi ha lavorato per produrre qualcosa è stato preso in giro;
3) la commissione ha fatto un lavoro certosino ed ha messo insieme molti pezzi del mosaico diremmo in parallelo con quello che hanno fatto le autorità inquirenti;
4) alla condanna dell’operato è arrivato anche la commissione bicamerale che indaga sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti ed ha tratto delle conclusioni negative;
5) l’apporto, pur se discontinuo, di Ispra ed ISS non ha fatto che confermare il pressapochismo con il quale ci si è approcciati alla gestione Fenice.
6) Gli aspetti che hanno prodotto risultanze penali sono all’esame della Magistratura ed in questi giorni si sta celebrando il processo che vede 36 persone rinviate a giudizio.
7) Il documento era una sostanziale condanna morale di una classe politica inadeguata e di una struttura tecnico-amministrativa non all’altezza dei compiti loro affidati.
Il segno del cambiamento lo si sarebbe atteso con l’approvazione di quella relazione, ratificando quanto oggettivamente emerso ed era anche un impegno a riorganizzare le strutture, in senso lato inteso. A distanza di 4 anni, da quando-cioè- l’inquinamento delle falde acquifere è stato reso pubblico siamo impantanati in logoranti conferenze di servizio che non hanno prodotto nulla. La MISE- Messa In Sicurezza di Emergenza- è ancora in atto e di bonifica non se ne parla , diremo anche che non si è per niente sicuri che Fenice non inquini ancora ed anche su questo si dibatte . Tutti gli altri orpelli: raccolta differenziata e controlli più stingenti sono solo parole di circostanza per distrarre l’opinione pubblica.
Si sono preferite le chiacchiere segno di una classe politica decotta e distante dalle aspettative della popolazione. Sarebbe stata una condanna morale, per quello che conta oggi, ma neppure quello.
Pio Abiusi
Con il documento, presentato in Aula dal capogruppo del Pd Luca Braia e sottoscritto da Pagliuca (Pdl), Romaniello (Sel), Gaudiano (Gruppo Misto), Vita (Psi), Mancusi (Udc), Navazio (Ial) e Autilio (Idv), si impegna inoltre la Giunta a “richiedere al soggetto titolare delle autorizzazioni la completa e definitiva attuazione degli impegni assunti da Fenice attraverso gli accordi stipulati con la Regione e le autorizzazioni all’esercizio già in essere a partire da quanto contenuto nel DEC/VIA del 1993, attivando ogni azione utile a portare a definizione gli impegni sottoscritti”, e ad aggiornare “il Piano Regionale dei Rifiuti con la puntuale osservanza delle gerarchia del trattamento dei rifiuti nei termini definiti dalla normativa vigente che considera l’ordine di priorità quale migliore opzione ambientale; con il chiaro obiettivo di andare verso il superamento del sistema di trattamento in essere di incenerimento dei rifiuti”.
Sempre a maggioranza, il Consiglio ha inoltre respinto altre due mozioni. La prima, proposta dai consiglieri Mazzeo e Singetta (che ha ottenuto 4 voti favorevoli di Mazzeo, Singetta, Rosa e Venezia, 16 voti contrari di Pd, Udc, Sel, Pu, Psi e Gaudiano del gruppo Misto, 5 astensioni di Pdl, Autilio di Idv e Navazio di Ial), chiedeva alla Giunta “di adottare le procedure amministrative che – supportate dalle opportune valutazioni legali e tecniche volte alla dimostrazione delle inadempienze contrattuali della società proprietaria dell’impianto, della pericolosità dello stesso per l’ambiente e la salute dei cittadini – comportino l’immediata sospensione di ogni attività dell’inceneritore Fenice di San Nicola di Melfi, fino al momento in cui non sia avvenuta l’integrale bonifica del sito e la certezza dell’assenza di ogni pericolo per l’ambiente e la salute dei cittadini”; la seconda, proposta dai consiglieri Rosa e Venezia (che ha ottenuto 2 voti favorevoli di Rosa e Venezia, 17 voti contrari di Pd, Idv, Udc, Sel, Pu, Psi e Gaudiano del Gruppo Misto, 7 astensioni del Pdl e dei consiglieri Mazzeo, Singetta e Navazio), che impegnava la Giunta regionale “a porre in essere iniziative urgenti finalizzate alla interruzione dell’attività di Fenice spa”.
Nel dibattito sulle mozioni sono intervenuti i consiglieri Mazzeo, Rosa, Braia, Navazio, Venezia, Romaniello, Autilio, Singetta, Mollica, Vita ed il presidente De Filippo.
Potenza, 27 marzo 2013
Si allega il testo integrale della mozione approvata dal Consiglio regionale sulla vicenda Fenice
Mozione “Fenice”
Preso atto della relazione licenziata dalla Commissione Fenice e pubblicata sul sito istituzionale della Regione ed integrata dell’Allegato sub A
Udita la relazione del Presidente della Commissione “Fenice”, on. Pagliuca, sulla attività della Commissione stessa e sul documento conclusivo licenziato, che ha risposto ai quesiti posti dal Consiglio regionale all’atto della sua costituzione ricostruendo la storia amministrativa, dei controlli e della vigilanza delle autorizzazioni date a Fenice evidenziando responsabilità e criticità, ritardi ed inadeguatezze di mezzi e strutture che non hanno consentito il buon funzionamento dell’intero sistema;
Dato atto del dibattito svoltosi in aula, che ha consentito di focalizzare gli argomenti sviluppati nel suddetto documento conclusivo e di discutere diffusamente i contenuti della relazione stessa per la ricostruzione storica delle vicende occorse;
Udite le considerazioni del Presidente De Filippo, che nella complicata leggibilità di accadimenti più che ventennali, ha aggiunto alla ricostruzione degli eventi ulteriori considerazioni, riportando informazioni aggiuntive in merito alle attività poste in essere nei tempi più recenti;
Ritenuto di dover esprimere un atto di indirizzo finalizzato a porre l’attenzione sulle criticità organizzative e gestionali verificatesi per prevenirne la ulteriore ricorrenza;
Con la seguente
MOZIONE
Si impegna la Giunta Regionale a:
• Rafforzare il ruolo istituzionale dell’Agenzia Regionale per Protezione Ambientale, anche attraverso la revisione e/o la integrazione del Disegno di Legge di riforma già in esame (D.G.R. 1386 del 29/9/2011), con l’obiettivo di:
o Definire il ruolo strumentale dell’Agenzia finalizzato alle attività di controllo ambientale, di supporto tecnico delle istituzioni pubbliche per i controlli, l’informazione e la conoscenza ambientale a tutela della salute e dell’ambiente;
o Rafforzare le sinergie e le forme di comunicazione tra l’Agenzia, i Dipartimenti regionali e gli altri soggetti istituzionali territoriali e nazionali;
o Elevare i livelli di qualità operativa, di efficienza e di efficacia dell’Agenzia, introducendo la obbligatorietà di obiettivi di qualità dei servizi ambientali svolti;
o Favorire la massima trasparenza dell’informazione ambientale da rendere ai cittadini, anche attraverso la predisposizione di un apposito link sul sito istituzionale;
o Dotare l’agenzia di strumenti e competenze necessari al corretto espletamento dei compiti ad essa affidati anche attraverso forme codificate di collaborazione con altre agenzie e strutture pubbliche, per acquisire nuove conoscenze relative alle caratteristiche qualitative e quantitative degli inquinanti emessi dall’impianto Fenice.
• Emanare un provvedimento ordinativo che all’interno del dispositivo autorizzativo (AIA) abbia l’obiettivo di:
o codificare, attraverso uno specifico quadro prescrittivo, basato sul principio di precauzione, le condizioni ricorrenti per l’interruzione di esercizio dell’impianto con la sua completa disattivazione, ovvero la riduzione dell’introduzione di rifiuti, ovvero la sospensione o la revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto stesso, al verificarsi di circostanze di pericolo per la salute delle popolazioni interessate o per l’ambiente;
o definire un quadro prescrittivo organico che codifichi le modalità di esercizio dell’impianto, i controlli da effettuare, i sistemi di monitoraggio da realizzare, le specifiche modalità di relazione e coordinamento tra i soggetti competenti per i controlli, le modalità ottimali di informazione alla popolazione;
• Rendere organiche e stabilmente operative le relazioni di collaborazione, sia pure già attivate, tra la Regione Basilicata e le Istituzioni Tecniche pubbliche, quali l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), relativamente alle tematiche connesse all’impianto “Fenice” oltre che ad altri aspetti ambientali, in particolare nella effettuazione di studi epidemiologici e di valutazione di danni ed impatti sanitari.
• Considerata l’importanza della conoscenza da parte dei territori dello stato dell’ambiente locale, dei livelli di inquinamento, dell’andamento delle attività di bonifica, promuovere la frequente convocazione del Tavolo della Trasparenza Fenice di cui alla DGR 1569 del 25/10/2011, al fine di rafforzare il processo di partecipazione e trasparenza su quanto accade.
• Riferire al Consiglio: trimestralmente sull’attuazione del presente o.d.g.; semestralmente sull’ottemperanza delle prescrizioni dell’emananda A.I.A.; annualmente sulle risultanze delle valutazioni sanitarie e sullo stato di salute della popolazione e sulle eventuali misure di cura e prevenzione messe in atto e sui loro benefici.
• Richiedere al soggetto titolare delle autorizzazioni la completa e definitiva attuazione degli impegni assunti da Fenice attraverso gli accordi stipulati con la Regione e le autorizzazioni all’esercizio già in essere a partire da quanto contenuto nel DEC/VIA del 1993, attivando ogni azione utile a portare a definizione gli impegni sottoscritti.
• Aggiornare il Piano Regionale dei Rifiuti con la puntuale osservanza delle gerarchia del trattamento dei rifiuti nei termini definiti dalla normativa vigente che considera l’ordine di priorità quale migliore opzione ambientale; con il chiaro obiettivo di andare verso il superamento del sistema di trattamento in essere di incenerimento dei rifiuti.
• Nel quadro del riordino e della riorganizzazione complessiva dei Dipartimenti Regionali, attivare le azioni di rafforzamento delle risorse umane e delle competenze tecniche ed amministrative del Dipartimento Ambiente.
Di seguito le scelte adottate dal Consiglio Regionale della Basilicata sul caso Fenice
parole e basta
pure dichiarazioni di intenti