Il disegno di legge della Giunta che reca “Disposizioni nei vari settori di intervento della Regione Basilicata” dopo il via libera delle altre Commissioni passerà all’esame dell’Aula per la definitiva approvazione.
E’ stato approvato dalla quarta Commissione consiliare (Politica Sociale), il disegno di legge della Giunta che reca “Disposizioni nei vari settori di intervento della Regione Basilicata”, meglio conosciuto come “collegato alla legge finanziaria 2013”. Il provvedimento emendato in Commissione è stato approvato a maggioranza con 17 voti favorevoli, quelli di Pd, Sel, Udc e Psi e 1 astensione, quella del consigliere Navazio (Ial).
Il disegno di legge, che sarà esaminato domani mattina anche dalla I, II e V Commissione consiliare per poi passare all’esame dell’Aula per la definitiva approvazione, è strutturato in quattro capi e diciassette articoli. Nel I°, dedicato all’assetto istituzionale del servizio sanitario regionale, norme che mirano ad assicurare una maggiore integrazione, valorizzazione dei servizi offerti e razionalizzazione della spesa. Il II° capitolo riguarda le Politiche sociali con riferimento alle strutture a ciclo diurno e residenziale, agli asili nido e al registro regionale delle organizzazioni di volontariato. Il III° capitolo individua urgenti disposizioni per la semplificazione della dismissione dei beni di riforma fondiaria mentre il IV° riguarda i contratti di collaborazione coordinata e continuativa stipulati dalla Regione, gli interventi di sostegno alla domanda pubblica di energia e la normativa speciale prodotta in seguito agli eventi sismici.
Presenti ai lavori della Commissione oltre al presidente Rocco Vita (Psi), i consiglieri Straziuso e Restaino (Pd), Mollica (Udc), Romaniello (Sel), Navazio (Ial), Autilio (Idv).
ROMANIELLO (SEL): EMENDAMENTI SU TICKET SANITA’ ED ASSISTENZA DOMICILIARE PAZIENTI SVA E SCM
Sono due gli emendamenti presentati dal capogruppo SEL in Consiglio Regionale Giannino Romaniello al ddl n.77/13 della Giunta Regionale (“Disposizioni nei vari settori d’intervento della Regione Basilicata”) che riguardano rispettivamente la questione dei ticket sulla farmaceutica e la specialistica ambulatoriale e l’assistenza familiare dei pazienti affetti da stato vegetativo (SV) e stato di minima coscienza (SCM).
Nel primo (che ha la firma anche del consigliere Luigi Scaglione ed ha ottenuto in quarta Commissione l’adesione di altri consiglieri) Romaniello propone l’abrogazione della normativa contenuta nella Legge Regionale di Assestamento del Bilancio Regionale di previsione 2011 e pluriennale 2001-2013 per quanto riguarda l’impegno, delegato alla Giunta, alla rimodulazione del ticket per l’assistenza farmaceutica ed ambulatoriale. Tenuto conto degli ostacoli frapposti dai Ministri dell’Economia e della Salute del Governo Monti al provvedimento della Regione che individuava nell’Isee l’indicatore di reddito familiare per l’esonero dal ticket, con “l’obbligo” a prevedere l’indicatore Irpef. L’emendamento – spiega Romaniello – punta ad abolire la norma regionale e a tornare a quella nazionale in vigore che fissa in 10 euro il ticket per ogni prestazione. Ciò – precisa il capogruppo SEL – in attesa dell’abolizione totale del ticket, secondo la proposta del candidato premier del centrosinistra Bersani, che può avvenire solo ad opera del Parlamento.
Nel secondo emendamento, tenuto conto dell’Intesa Stato Regione con il riparto del Fondo Nazionale per le non autosufficienze (alla Basilicata 1 milione 70 mila euro), si chiede di riconoscere ai nuclei familiari residenti in regione che hanno al loro interno un componente in stato vegetativo (SV) o stato di minima coscienza (SCM) un contributo mensile di 500 euro destinato al “familiare-care giver” per lo svolgimento di attività di aiuto e supporto al congiunto. Nel ricordare di aver presentato sulla stessa problematica sociale una propria proposta di legge, firmata anche da altri consiglieri, Romaniello evidenzia che “l’entità del contributo ha bisogno di una verifica contabile. Il dovuto sostegno alle famiglie determinerebbe un duplice risultato, quello di scoraggiare il ricorso a strutture ospedaliere e con un considerevole risparmio per la spesa sanitaria regionale e di garantire l’assistenza all’interno del proprio ambiente familiare”.