Il sindaco di Matera Salvatore Adduce ha convocato per sabato 26 marzo alle ore 10 presso la sala giunta del Comune di Matera un incontro con le associazioni culturali, sociali, dei consumatori, di categoria e gli ordini professionali per discutere le manifestazioni d’interesse giunte a seguito dell’avviso che questa Amministrazione ha pubblicato il 2 novembre dello scorso anno finalizzate all’attuazione di programmi integrati di promozione di edilizia residenziale sociale e di riqualificazione urbana (L.R. 25/2009 art. 4), ”Piano Casa”.
No! al Piano Casa ed alla speculazione
Lasciare ancora una volta che lo sviluppo urbano sia deciso dai proprietari dei suoli, dalla rendita edilizia, da presunti diritti acquisiti e non dalla collettività secondo i propri bisogni, non potrà essere più tollerato
E’ un punto importante del programma del centro-sinistra il cui impegno è stato assunto dal sindaco Adduce e dall’intera maggioranza di governo
Il Prof. Amerigo Restucci definì “un disastro per il territorio” (La Nuova Venezia, 28 maggio 2009), qualora non si riuscisse a riportare le regole nella pianificazione ordinaria e nel quadro di norme condivise.
Il Piano Strategico, il Piano Strutturale Comunale e il Regolamento Urbanistico rappresentano dunque tre momenti importanti previsti dalle legge Regionale 23/99, per affrontare le eventuali emergenze abitative
Interventi di rigenerazione urbana e Piani di Edilizia Sovvenzionata possono soddisfare la richiesta di alloggi di famiglie disagiate, evitando ulteriore consumo di suolo
Il mattone si è insinuato nel cervello di tutti gli amministratori che si sono avvicendati negli ultimi trent’anni. Un cervello di ‘’mattone’’ che non dà speranza, perché non ha fantasia, perché non comprende più la differenza tra ciò che è brutto e ciò che è bello, perché non ascolta più l’ambiente e i segnali di sofferenza che ci invia periodicamente, perché non comprende che la città è un bene comune, è la casa di tutti e va curata con estrema attenzione per non lasciare alle nuove generazioni un luogo invivibile
Bisogna evitare l’ennesima aggressione del territorio e fermare gli appetiti delle solite lobby del cemento, .
Come se tutto quello che abbiamo appena raccontato non bastasse, una parte significativa della nostra classe dirigente spinge per l’attuazione del cosiddetto Piano Casa in deroga agli strumenti urbanistici..
In una recente intervista l’assessore delegato ha parlato di un fabbisogno di circa 500-600 alloggi da attuarsi con lo strumento della deroga.
La Regione ha concesso al comune di Matera una ulteriore proroga fino a Maggio, mentre Il comune è oramai fuori dalla procedura (scadenza 15 marzo, secondo quanto sancito dal il DGR n. 1612/2010)
L’attuale maggioranza, di concerto con gli uffici regionali, ha deciso di non rispettare le regole. Di fronte a questa scelta, noi vogliamo contrapporre una visione basata sulla riqualificazione urbana e sul rigoroso rispetto delle regole, riaffermando che il Piano Casa non serve alla comunità e non va accolto dal governo cittadino che si definisce di centro sinistra e progressista.
Associazione della Sinistra
Città Plurale
Diritti di Cittadinanza
Matera 5 Stelle
Mutamenti a Mezzogiorno
Sui Generis
C’erano una volta i “Partiti”, può essere tranquillamente il titolo di un libro cuore. Quello che si legge in questi giorni su diversi quotidiani, di dichiarazioni rilasciate a vario titolo di consiglieri e non , sono a dir poco deliranti, mi riferisco al piano casa del comune di Matera. Si capisce chiaramente che ognuno parla per se. E’ evidente per qualsiasi osservatore che manca una cabina di regia. Tutto questo è molto pericoloso, un rappresentante istituzionale lasciato a libero pascolo certamente è facile preda di tante lusinghe e poca lucidità di prendere decisioni solo ed esclusivamente per il bene comune. Da anni ormai i Partiti sono fuori gioco da qualsiasi potere decisionale, il loro compito rimane solo quello di preparare le liste elettorali ad ogni competizione elettorale , per poi sparire e riapparire nuovamente alle prossime. Bisogna iniziare a fare qualche riflessione su questa realtà oscura e forse abilmente orchestrata. I partiti devono rappresentare i luoghi e le sedi naturali del tessuto sano della nostra società , in cui il confronto tra individui appartenenti allo stesso deve essere costruttivo e democratico , dando il giusto indirizzo a chi sta nelle istituzioni. Qui avviene il contrario, le sedi dei partiti non sono altro che navi in pieno oceano attaccati da pirati disposti a tutto pur di dividersi la refurtiva. Chi subisce le nefaste conseguenze è l’intera comunità , vengono meno gli elementi cardini , ovvero trasparenza , programmazione territoriale , confronto sociale e democrazia. Tutto questo causa un libero arbitrio decisionale da parte di chi ha imparato l’arte di avere larghi consensi elettorali, elevandosi al di sopra di tutte le leggi ( Berlusconi insegna ). Analizzando il piano casa che si approverà nei prossimi consigli comunali, anche uno stolto capirebbe che il numero abitativo proposto è al di sopra del fabbisogno cittadino, considerate le gravi condizioni socio-economiche della nostra città. Da VERDE per esempio da nessuna parte ho letto se in questo piano sono rispettati i parametri del verde, ovvero la nascita di piste ciclabili, parchi giochi per bambini, o per dire una eresia un piano energetico alternativo per tutti gli edifici che si realizzeranno, ma purtroppo si parla solo di volumi cementizi. I Verdi invitano le varie imprese edilizie a spostare i loro interessi imprenditoriali verso nuovi investimenti legati alla Green Economy.
Michele Olivieri, coordinatore provinciale Verdi
Piano casa, la nota di Maria Ramaglia (PD): “Diamo ascolto alla voce dei ragazzi e delle ragazze.
Avere a cuore il bene dei cittadini e quindi della città. Si assiste in questi giorni all’animarsi di un dibattito (purtroppo solo tra addetti ai lavori) sulle decisioni che il Comune si appresta ad assumere sul tema dell’urbanistica ed in particolare della casa.
Dobbiamo avvicinarci ai bisogni della gente, percepirne le necessità, le tendenze, le richieste. La difficoltà, oggi, di trovare una abitazione a prezzi accessibili è uno degli ostacoli, che nella nostra città, impedisce a molti di intraprendere un percorso autonomo di vita.
Spiace constatare che, a causa della politica malata e delle strumentalizzazioni di parte, le persone che hanno realmente bisogno di questo piano casa non hanno dove e come poter far sentire la propria “parola”, non compaiono e quindi non hanno risalto mediatico ma seguono attentamente gli avvenimenti di questi giorni e chiedono sommessamente di mettere in atto le scelte giuste.
Per il mio lavoro ho modo di parlare con molte coppie di futuri sposi che vivono sulla loro pelle la difficoltà reale della casa. Sono uomini, sono donne che non possono permettersi di acquistare una casa dai 300 mila euro in sù; giovani che si trovano a vivere una realtà lavorativa difficile con il lavoro sempre più precario e le banche che non elargiscono più mutui.
Questi cittadini hanno il diritto ad una aspettativa di vita di qualità ora, adesso e non tra chissà quanti anni. E togliergli la possibilità di una casa in affitto a 150-200 euro al mese significa non avere per niente a cuore le sorti dei cittadini e della città che si dice di amare.
E non possiamo continuare a sacrificarli in attesa delle lungaggini della politica, della burocrazia in attesa di un piano regolatore che manca di fatto dagli anni ‘70.
Qualità della vita e dell’abitare, poi, significa anche spazio, paesaggio, prospettiva; quindi verde, parchi, attrezzature, tutti luoghi difficilmente recuperabili continuando a riempire i pochi spazi liberi ancora presenti nella città che conosciamo.
La saggezza del buon padre di famiglia vuole che si ascoltino le voci dei ragazzi che tentano di dirci: “ Siamo noi, la nostra generazione, il Futuro di questa Città”.
Maria Ramaglia
Componente Assemblea PD Matera
La Cgil Matera interviene sul Piano Casa.
In questi giorni nella nostra città, si è avviata una discussione piuttosto accesa sul Piano Casa. La CGIL di Matera, impegnata a sostenere con la sua presenza la manifestazione nazionale del 26 marzo p.v. a Roma, a favore del referendum a difesa dell’acqua quale bene comune e contro il nucleare, non potrà prendere parte alla riunione indetta nello stesso giorno dal Comune di Matera che, su tale tema, ha deciso, sicuramente in maniera tardiva, di incontrare le parti sociali, le associazioni etc.
Su un tema così importante sarebbe stato necessario avviare un confronto preventivo, volto a costruire, insieme e sinergicamente, nel rispetto dei reciproci ruoli, una proposta condivisa a partire dalle fasi iniziali del procedimento.
Già questo aspetto lascia molto perplessi.
In ogni caso, la CGIL di Matera, sulla questione, intende proporre un’attenta riflessione, fondata sui reali bisogni della societa’ materana, perche questa importante occasione non si traduca nell’ennesima colata di cemento.
Innanzitutto, è necessario partire da un’analisi del contesto: MATERA vive, dal punto di vista economico ed occupazionale, una fase di acuta recessione determinata dalla crisi e da processi involutivi antecedenti alla crisi.
L’assenza o la perdita di un lavoro, la conseguente mancanza di un salario, la perdita del potere di acquisto dei salari dei ceti medi, la difficoltà di accendere un mutuo, determinano per molte famiglie o per molti singoli la impossibilità di accedere al bene casa.
Nonostante sia questo il tessuto sociale di riferimento, a Matera, non esiste una politica abitativa e questo determina che:
1. i prezzi per l’acquisto o l’affitto di un appartamento sono ad un livello insostenibile,
2. gli sfratti per morosità sono un fenomeno assai diffuso e spesso determinato da dall’impossibilità per le famiglie di sostenere canoni di affitto che assorbono la quasi totalità del reddito esiguo di un cassintegrato o del sussidio percepito da un disoccupato.
Per queste ragioni, è urgente proporre una nuova regolamentazione del mercato immobiliare, per recuperare terreno in termini di inclusione sociale, ed incentivare un grande piano di riqualificazione e di messa in sicurezza del patrimonio residenziale esistente, a partire da quello degli anziani.
Accanto a questo, purtroppo, sono stati di fatto abbandonati gli strumenti di regolamentazione dei prezzi e di programmazione del reale fabbisogno abitativo.
A Matera, su questi temi non e’ mai stato aperto il confronto serio che, in altre citta italiane, ha portato ad un miglioramento delle condizioni di vita dei residenti, attraverso lo strumento della contrattazione sociale.
Anche se la politica istituzionale, spesso portatrice di interessi differenti da quelli delle fasce deboli, preferisce non sentire, esiste un reale bisogno di costruire un welfare abitativo a favore di lavoratori e comuni cittadini, molti dei quali non possiedono un’abitazione, persone a cui viene negato un canone di affitto congruo e regolare, gente che non riesce a pagare con regolarità i canoni di affitto perché non ha redditi sufficienti a sostenerlo, in quanto ha perso il posto di lavoro e con 700/800 euro mensili deve mandare avanti le loro famiglie, sostenere i loro figli.
Né si può continuare a ignorare che ci sono tante case vuote e tanta gente senza casa.
Per la CGIL un PIANO CASA e’ sostenibile solo se soddisfa la domanda sociale della casa e assicura un’abitazione anche a chi è indigente.
IL bene casa deve essere è un diritto inalienabile della persona e della famiglia.
Senza una dimora, senza un’abitazione sicura e con adeguati standard di abitabilità diventa molto difficile garantire il diritto alla salute, al lavoro, alla sicurezza, all’istruzione, allo sviluppo sociale e culturale.
Così come in relazione agli immigrati, la negazione di un’abitazione dignitosa è preclusiva della loro integrazione e del loro benessere.
Un altro segmento di popolazione esposta alla scarsezza abitativa sociale è quello degli anziani i cui redditi bassissimi o medio bassi determinano spesso l’impossibilità di ristrutturare o addirittura mettere in sicurezza le loro abitazioni, degradate e con odiose barriere architettoniche. Sarebbe stata una buona occasione per la politica programmare la ristrutturazione del patrimonio residenziale pubblico degli anziani, adeguandolo alle sopravvenute esigenze, connesse alla loro condizione, sarebbe stato un’importante segnale di pianificazione e riqualificazione territoriale di una città.
In passato, la nascita dell’edilizia pubblica residenziale ha risposto proprio alla nobile finalità di determinare le basi per garantire il diritto alla casa a tutti, per non negare, a chi non ne fosse nelle condizioni, il diritto ad una dimora dignitosa.
Per tutte queste ragioni, non si può definire PIANO CASA del Comune di Matera un piano risolutivo della questioni abitative, perché non prende minimamente in considerazione il problema dell’assenza di casa per soggetti esclusi, per indigenza, dal diritto alla casa.
IL Social Housing non può essere la sola risposta a garantire il diritto alla casa per tutti, perche è solo uno strumento, uno dei tanti, per garantire una abitazione ad alcune classi sociali senza risolvere alcun problema abitativo alle fasce di popolazione più deboli.
Attraverso il Social Housing si possono garantire alloggi a canoni sopportabili per allentare la tensione sul mercato delle locazioni private, ma non è la soluzione per soddisfare il fabbisogno abitativo sociale che deve trovare risposte nell’edilizia pubblica residenziale (e non in quella privata con l’apporto del pubblico) che, a livello regionale e comunale, va promossa, va rivendicata attraverso progetti di abitabilità sociale (Piani Casa appunto).
In questa situazione di emergenza a dare riscontri immediati alle politiche abitative pubbliche, dovrebbero essere gli enti preposti, come l’ATER.
In questa fase il ruolo dell’ATER dovrebbe essere preponderante rispetto all’ emergenza di richiesta di alloggi sociali e alla gestione ordinaria di edifici popolari. E invece così non è.
IL ruolo dell’ATER è sempre più marginale e piuttosto che fare valere il proprio peso nella realizzazione di un’edilizia pubblica residenziale a cui si destinano sempre meno fondi, tale ente si appiattisce su posizioni di retrovia che non supportano affatto le necessità di quanti nell’edilizia pubblica confiderebbero per vedere risolto il dramma dell’assenza di un alloggio dignitoso e proprio.
Anche sul fronte della manutenzione ordinaria degli immobili popolari, l’azione dell’ATER è poco tempestiva ed efficiente.
Per tutte queste ragioni, la CGIL contesta i contenuti del Piano Casa che il Comune di Matera si accinge a varare: nel piano non c’è soluzione per la troppa gente in cerca di case a prezzi moderati, né c’è alcun tentativo di calmierare i prezzi degli affitti o di indurre i costruttori che hanno realizzato appartamenti, e non sono riusciti a venderli, a metterli sul mercato a prezzi ragionevoli.
Per questo l’amm.ne com.le farebbe bene a farsi promotrice di una qualche iniziativa che, per un verso, permetta di offrire gli alloggi sfitti a canoni ragionevoli e, per l’altro, di acquistare gli appartamenti a prezzi accessibili.
Queste potrebbero essere le basi da cui partire per realizzare un Piano Casa che sia aderente alla realtà e contribuire a realizzare un progetto che porti a politiche abitative inclusive, rispettose dell’ambiente, rispettose dell’esistente piano regolatore, miranti a realizzare un equilibrio tra invenduto sfitto e nuove costruzioni, ma soprattutto a consentire di trovare casa a costi compatibili coi risicati redditi dei lavoratori materani.
Segretario Generale Cgil Manuela Taratufolo
Segretario Generale FP Cgil Matera Vito Maragno
Sezione Provinciale Costruttori Edili ANCE Matera – Confindustria Basilicata: “Piano casa è una grande opportunità per le imprese e per le famiglie”.
Pieno sostegno è espresso dalla Sezione Provinciale Costruttori Edili ANCE Matera di Confindustria Basilicata all’attuazione, da parte del Comune di Matera, delle misure previste dall’art. 4 della Legge Regionale n. 25/2009 e che attengono alla realizzazione di Programmi integrati di promozione dell’edilizia residenziale sociale e di riqualificazione urbana della Città di Matera.
In un momento di pesante difficoltà economica ed occupazionale per il comparto dell’edilizia e di progressivo aggravamento della crisi della finanza pubblica, con conseguente taglio degli investimenti in costruzioni di edilizia residenziale sociale, lo sforzo dell’imprenditoria edile privata di sostenere, con proprie progettualità e proprie risorse, i predetti Programmi Integrati è quanto mai lodevole e degno di essere considerato per ciò che rappresenta per davvero.
Si tratta, infatti, di una grande sfida per uno sviluppo “di qualità” della Città di Matera, che non può e non deve essere in alcun modo né travisata, né strumentalizzata, perché rappresenta, prima ancora, una risposta armonica e ponderata alla duplice esigenza di sostenere il rilancio dell’economia e dell’occupazione e di venire concretamente incontro ai fabbisogni abitativi delle famiglie a più basso reddito.
In una visione serena e scevra da qualsiasi finalità o interesse che sia “altro” rispetto al bene dei cittadini e delle imprese, riteniamo questo lo spirito che ha guidato le scelte della Regione Basilicata di sposare gli indirizzi tracciati dal Governo nazionale con l’adozione di un proprio articolato provvedimento normativo, nonché dei Comuni interessati di vararne i relativi bandi attuativi.
Ed è con questo spirito che il sistema ANCE/Confindustria e le imprese ad esso associate hanno seguito, sostenuto e contribuito a migliorare, sin dall’origine, l’iter normativo ed attuativo che vede oggi sostanziarsi i predetti Programmi Integrati.
Promozione dell’edilizia residenziale sociale per una percentuale non inferiore al 40% dell’investimento complessivo, da affidarsi in locazione permanente o temporanea comunque non inferiore a 8/10 anni e con canone sociale definito secondo i parametri di legge, il tutto – si badi bene – con obbligo inderogabile di adottare progetti e tecniche di realizzazione costruttiva incentrati sulla “qualità” e sulla “innovazione”, per il conseguimento dei più moderni standard normativi in termini di sicurezza antisismica, prestazione energetica degli edifici, bioedilizia.
Non possiamo e non vogliamo che questi aspetti fondamentali, trasfusi “alla lettera” nei provvedimenti normativi ed attuativi che attengono ai Programmi Integrati ed altrettanto “chiaramente” condivisi dall’eccellenza delle nostre imprese di costruzione, passino, nell’opinione pubblica cittadina, in secondo piano rispetto a qualsivoglia polemica soggettiva o oggettiva.
In merito a quest’ultima, infatti, astenendoci rispettosamente da qualsiasi giudizio sostanziale o di merito, auspichiamo semplicemente che sia scongiurata ogni intenzione tesa a trasformare le opportunità offerte dal Programma Integrato in una squallida contrapposizione di interessi, con effetti in danno della prosecuzione dell’iter di approvazione, che, del pari, auspichiamo possa essere condotto nel pieno rispetto delle procedure di legge.
Sezione Provinciale Costruttori Edili ANCE Matera – Confindustria Basilicata