Il presidente della Sezione Edili di CONFAPI Matera, Michele Molinari, ha riunito il Consiglio Direttivo per discutere della grave situazione in cui versa il settore delle costruzioni nella provincia.
Gli Edili lamentano la mancanza generalizzata di lavoro, cioè il brusco calo degli appalti pubblici che, in un tessuto produttivo che al 70% lavora con la pubblica amministrazione, vuol dire cantieri fermi e manodopera inutilizzata.
E questo nella indifferenza pressoché totale. Eppure – sostiene Molinari – i numeri del settore sono tali da suscitare interesse al pari della Fiat o del mobile imbottito, se si tiene conto che l’edilizia contribuisce al pil lucano per quasi il 20% e occupa oltre il 10% dei lavoratori della Basilicata.
Il settore, tuttavia, è caratterizzato da un’eccessiva polverizzazione; la media degli addetti, infatti, è di 3,3 in provincia di Matera e di 2,9 in quella di Potenza. Una dimensione tale, cioè, da richiedere uno sforzo enorme perché le imprese crescano e si specializzino.
In un mercato così complesso non serve più l’impresa che sa fare tutto, occorre specializzarsi in una o due categorie di lavori e crescere dimensionalmente. Per questo motivo l’attenzione si è spostata sui contratti di rete, capaci di accrescere capacità innovativa e competitività mettendo insieme le imprese di minori dimensioni.
Un’altra criticità è costituita dall’enorme lasso di tempo – in media 26 mesi – che trascorre tra l’aggiudicazione di un appalto e la sua cantierizzazione. La causa è da addebitare ai progetti che non sono esecutivi e che impediscono la consegna dei lavori.
La conseguenza di questa crisi economica, naturalmente, è l’aumento della concorrenza sleale da parte di imprese che, oppresse dalla mancanza di lavoro e dalla difficoltà di mantenere le qualificazioni soa, drogano il mercato con ribassi eccessivi che portano al lavoro nero, alla insufficiente sicurezza e alla scarsa qualità dell’opera.
Molinari ritiene che il rimedio a questa situazione si chiami “impresa etica”, uno standard raggiungibile inserendo nei bandi di gara i cosiddetti requisiti reputazionali e chiedendo alle pubbliche amministrazioni severità nel penalizzare i furbi al fine di tutelare gli altri, impedendo per esempio di recuperare i ribassi e pretendendo che i lavori siano eseguiti a regola d’arte.
Il Consiglio Direttivo degli Edili di CONFAPI, inoltre, ha attribuito la causa dell’esondazione dei fiumi a seguito dell’alluvione del 1° marzo alla mancata manutenzione dei fiumi. Il vero manutentore dei fiumi lucani, infatti, era l’estrattore ma, da quando le estrazioni di materiale litoide si sono fermate, i corsi d’acqua esondano e la prova è che i danni maggiori si sono verificati alla foce.
Anche le dighe non vengono dragate, cosicché il livello aumenta non a causa dell’acqua ma per i sedimenti che hanno raggiunto livelli elevatissimi.
Mar 23