Sulla vicenda che riguarda i ticket relativi alla specialistica ambulatoriale si registra una nota di Giannino Romanuello, capogruppo SEL in consiglio regionale di Basilicata: “Basta chiacchiere, è ora di decidere”. Di seguito la nota integrale.
Sarà, probabilmente, l’effetto della presentazione di una mia proposta di emendamento al Collegato alla Finanziaria (sostenuta anche da Scaglione, Pu) sull’abolizione dell’art. 19 della Finanziaria 2011 (LR 17/2011), ma registro che, in questi giorni, tanti sono tornati a parlare del ticket sulla specialistica ambulatoriale.
La cosa non può che farmi piacere e merita un po’ di chiarezza ripercorrendo le tappe storiche che hanno accompagnato l’entrata in vigore del provvedimento.
In occasione dell’introduzione del ticket di 10 euro da parte del Governo Nazionale si sviluppò un confronto nella maggioranza di centro sinistra sulla non applicazione “a scatola chiusa” della norma, sostituendola con un’ipotesi di contribuzione graduata e in base al reddito.
Ho dunque proposto di intervenire su IRAP ed IRPEF, considerato che la Regine Basilicata ha queste tasse addizionali al minimo (a differenza di altre Regioni, da noi non sono state mai aumentate). Un’ipotesi veramente equa che non è stato possibile perseguire perché una norma nazionale, poi modificata dal Governo Monti, impediva l’innalzamento di IRAP ed IRPEF.
La Giunta pertanto optò per la modulazione in base al costo della prestazione. Io ho votato contro il provvedimento della Giunta avviando, come partito, una campagna sulla modifica, a cui si affiancò anche quella del Comitato di Crisi, formato da associazioni delle strutture sanitarie private accreditate al SSR, con la raccolta complessiva di circa 30 mila firme a sostegno di due distinte petizioni popolari (SEL e Comitato di Crisi).
Successivamente, con la manovra di assestamento di bilancio, accogliendo la forte sollecitazione delle petizioni popolari, il Consiglio ha proceduto alla modifica inserendo la rimodulazione del ticket in base all’ISEE.
Ma si tratta di prendere atto che sono trascorsi ben 19 mesi di confronti, incontri con il Ministero all’Economia ed atri, audizioni in Commissione, ecc., senza che si sia approdato a nulla. Anzi, si è arrivati ad un’ipotesi che per SEL è inaccettabile: quella di rimodulare il ticket in base al reddito (IRPEF) lasciando esenti chi ha un reddito sotto i 14.000 euro, vale a dire meno del 15% dei lucani e caricando un costo consistente sulle fasce intermedie – i nuovi poveri, cioè operai e ceto medio – non su quelli con redditi alti. Si noti bene che gli ultra65enni ed altre categorie con particolari patologie sono già esclusi per effetto della norma nazionale dal pagamento.
In proposito di patologie, voglio ricordare che non si ha alcuna “traccia” dell’impegno assunto dal Dipartimento ad emanare una norma in base alla quale in presenza di un’unica patologia che richiede più esami non si sarebbero sommati i ticket da pagare con il ricorso ad un ticket unico.
Per tornare all’ipotesi di Martorano, avanzata di concerto con il Ministero dell’Economia, essa è negativa per i cittadini ed in netto contrasto con quanto deciso dal Consiglio Regionale.
Di fronte ad una situazione di fatto bloccata da 19 mesi – è proprio il caso di dire che mentre i medici studiano i malati muoiono, mentre gli esperti discutono i cittadini continuano a pagare un ticket ingiusto – decidere non è più rinviabile per il centro sinistra e il Consiglio.
Le ipotesi sono:
1) Ritorno alla norma nazionale: 10 euro aggiuntivi per tutti senza rimodulazione su reddito e tipo di prestazione;
2) Rimodulazione solo in base al reddito, escludendo almeno tutti quelli che non raggiungono i 20.000 euro;
3) Lasciare la norma nazionale con la esenzione per pensionati, cassintegrati, lavoratori in mobilità, coprendo questo mancato introito attraverso un intervento sull’addizionale regionale IRPEF ed IRAP , considerato che è possibile farlo. Una ipotesi questa che, proprio perché legata ad indicatori socio-economici oggettivi, è progressiva e quindi equa.
Dunque, si può adottare un criterio che sia equo e tenga conto dei vincoli nazionali. Sicuramente non è più tollerabile alcun rinvio di decisione tanto più che la manovra messa in atto in 19 mesi rappresenta agli occhi degli utenti del SSR un modo “odioso” per “far cassa” sulla salute della gente. E’ il caso di ricordare che in più occasioni ho chiesto di conoscere l’ammontare complessivo dell’ entrata-ticket ed ho chiesto di individuare forme e strumenti per recuperare sprechi e spese inutili che perdurano nell’organizzazione e gestione del nostro sistema sanitario.
Ticket, replica di Martorano a nota DC: “Rimodulazione con prescrizioni Ministero già preparata da Giunta.”
Le fasce di esenzione e contribuzione basate sul reddito familiare (Irpef) e non sull’Isee già avviate al percorso di concertazione. Iniziative consiliari potrebbero mutare lo scenario
A chiarimento rispetto alla vicenda ticket sollevata da più parti nelle ultime ore si fa presente quanto segue.
Il Governo regionale ha già da tempo provveduto ad adeguare l’ipotesi di rimodulazione dei ticket alle indicazioni venute dal Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti del Ministero della Sanità, che, nell’esprimere il proprio assenso all’introduzione delle fasce di esenzione e della contribuzione in base al reddito reddito ha imposto di parametrarle non all’Isee (oggetto della precedente intesa con i sindacati) ma al “reddito familiare”.
La prescrizione ministeriale, che in caso di mancata osservanza tradurrebbe la posizione del tavolo tecnico in un veto (facoltà data dalle norme vigenti), è stata motivata con la circostanza che non essendo nella disponibilità del Ministero stesso le banche dati sulle fasce Isee sarebbe impossibile verificare il pareggio (imposto dalla legge) tra gli introiti dell’attuale regime di ticket e quello nuovo proposto. Di contro, la disponibilità delle banche dati Irpef rende tale operazione possibile con il “reddito familiare”.
Gli uffici del Dipartimento Salute regionale hanno quindi lavorato celermente per giungere alla nuova definizione delle fasce al fine di dare rapido corso alla rimodulazione. E’ tuttavia bene precisare che se nelle more della rimodulazione dovesse intervenire un’iniziativa consiliare di modifica della norma, la Giunta sarebbe tenuta al rispetto di tale volontà sovrana.
Ticket, nota responsabile della Consulta donne DC-Libertas Maria Notargiacomo
“Mentre a Rionero l’assessore regionale alla Salute Martorano celebrava “retoricamente” l’eccellenza dei servizi oncologici e di ricerca del Crob la migliore bocciatura al suo operato è venuta dai segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil, che gli hanno ricordato come a distanza di troppi mesi il suo impegno alla rimodulazione dei ticket per la sanità specialistica ambulatoriale è stato disatteso”. E’ quanto sostiene la responsabile della Consulta donne DC-Libertas Maria Notargiacomo sottolineando che “sono soprattutto le donne e quelle della terza età a rinunciare a cura e prevenzione perché siamo di fronte al ticket più alto d’Italia oltre al fenomeno delle liste di attesa che scoraggia il più delle volte il ricorso alle strutture pubbliche e di fatto costringe a rivolgersi a quelle private. Accade che in una famiglia monoreddito – aggiunge – è sempre la madre a rinunciare magari ad accertamenti diagnostici per la propria salute a favore dei figli che ne hanno bisogno o che sia la pensionata al minimo a rifiutare le prestazioni a pagamento, perché per una serie di esami lo specialista riceve solo al proprio studio privato. Per questo non accettiamo la “retorica” di Martorano e tanto meno il “gioco ad incastro” che sarebbe in atto per liberare il Dipartimento che ha retto ininterrottamente per tre anni, garantendogli comunque un altro incarico, pur di nominare la nuova giunta. Il bilancio della sua attività istituzionale è decisamente fallimentare e su questo aspetto condividiamo la posizione dei massimi dirigenti del sindacato che lo hanno nuovamente messo in guardia dal tentare in occasione del cosiddetto Collegato alla Finanziaria altre manovre che pesino sulle tasche degli utenti del servizio sanitario regionale. Per noi che abbiamo firmato la petizione popolare contro i ticket promossa dal Comitato di Crisi delle strutture della sanità privata (Sanità Futura, Anisap, Federlab, Federbiologi e Fenasp) con 13 mila adesioni – conclude – abolire completamente il sistema dei ticket è non solo una necessità ma anche una concreta possibilità tenuto conto che il nostro sistema sanitario regionale ha le carte in regola ed ha solo bisogno di eliminare sprechi che si annidano negli ospedali e nelle troppe convenzioni pagate a Università e Centri extraregionali”.
MARTORANO TORNA A FARE L’IMPRENDITORE SE SEI CAPACE, L’ASSESSORE ALLA SANITA’ LO DEVE SVOLGERE UNA PERSONA COMPETENTE IN MATERIA.