In seguito alla presentazione di procedura di screening i consiglieri comunali di Montescaglioso Zito, Buonsanti e Franco hanno chiesto al Sindaco ed all’amministrazione comunale di Montescaglioso di presentare le opportune osservazioni. Non avendo ricevuto alcun riscontro alle loro richieste, – si legge nella nota – abbiamo proceduto noi stessi a presentare le osservazioni, al fine di preservare il territorio di Montescaglioso ed i cittadini. Di seguito il testo integrale delle osservazioni presentate.
Avviso di procedura di verifica “Screening” denominato “La Capriola”. Presentazione osservazioni.
I sottoscritti Vincenzo Zito (Capogruppo “Uniti per Montescaglioso”), che interviene in nome e conto del Gruppo Consiliare, Pietro Buonsanti (Consigliere Comunale UDC) e Cosimo Franco (Consigliere Comunale IDV), con riferimento al’avviso di cui all’oggetto, presentato dalla Delta Energy Ltd in data 21 febbraio 2013, ed alla richiesta trasmessa dagli scriventi al sindaco in data 11 marzo 2013, per la presentazione delle osservazioni, espongono quanto segue:
Atteso che
– con deliberazione del 22 novembre 2011, n° 43, il Consiglio Comunale di Montescaglioso, si esprimeva negativamente sulla istanza di permesso di ricerca idrocarburi, presentata dalla Delta Energy Ltd, denominata “Il Perito”, riservandosi di produrre tutta la documentazione tecnica, economica, di salvaguardia del territorio e della salute, in un secondo tempo;
– nonostante il diniego, la Regione Basilicata proseguiva l’iter amministrativo, fino all’approvazione di una propria Determina in data 22 giugno 2012, n° 878, di esclusione della procedura di valutazione ambientale, non consentendo pertanto, di poter presentare le osservazioni per il diniego;
– con richiesta del 30 luglio 2012, il gruppo consiliare di minoranza, chiedeva la convocazione del Consiglio Comunale urgente, con la presenza delle istituzioni provinciali, regionali e nazionali, per assumere le determinazioni di contrarietà, circa la richiesta di trivellazioni per la ricerca di idrocarburi della Delta Energy Ltd, denominata “Il Perito”, di cui alla determina regionale;
– il Consiglio Comunale di Montescaglioso, tenutosi in data 4 settembre 2012, con atto n° 15, ad unanimità si esprimeva, dichiarando la contrarietà a qualsiasi ipotesi di ricerca di idrocarburi nel proprio territorio comunale;
– nel deliberato summenzionato, si impegnava: “Il Sindaco e la Giunta Comunale a vigilare con attenzione su ogni nuova situazione che dovesse intervenire, comunicando tempestivamente al Consiglio Comunale gli sviluppi, onde consentire al consesso istituzionale di rappresentanza della nostra comunità, di assumere le relative determinazioni; inoltre di istituire un “osservatorio permanente”, da definire, che vede coinvolti sia le istituzioni che le associazioni presenti sul territorio.”
– in data 21 febbraio 2013, prot. 2635/p, veniva acquisita al protocollo generale del Comune, una nuova richiesta di pubblicazione all’albo di un “Avviso di procedura di verifica Screening” sempre della società Delta Energy Ltd denominato “La Capriola”, riguardante l’istanza di permesso di ricerca idrocarburi liquidi e gassosi, ricadente nel nostro territorio comunale;
– l’avviso veniva pubblicato con solerzia all’albo on line del Comune (il giorno successivo al deposito), e precisamente in data 22 febbraio 2013 e fino al 24 marzo 2013;
– il Sindaco e la Giunta, non hanno comunicato tempestivamente al Consiglio Comunale questa nuova situazione, così come imposto nell’atto deliberativo di contrarietà alle trivellazioni, disattendendo all’indirizzo e delegittimando la decisione presa nel consesso istituzionale di rappresentanza della città;
Considerato che
– con nota protocollata in data 11 marzo 2013, e trasmessa per conoscenza al Prefetto di Matera, si chiedeva al Sindaco di proporre le osservazioni necessarie al diniego al qualsivoglia autorizzazione, nel rispetto della volontà espressa nel consesso istituzionale della Città, entro e non oltre il 18 marzo 2013, comunicando agli scriventi Consiglieri Comunali, le determinazioni assunte;
– che alla data odierna, nessun atto di osservazione con le relative motivazioni tecniche, nel rispetto della normativa vigente, è stato trasmesso;
– che il Codice dell’Ambiente di cui al D.lgs n° 152/06 e s.m.i., all’art. 20, comma 3, prescrive “Entro quarantacinque giorni dalla pubblicazione dell’avviso di cui al comma 2 chiunque abbia interesse può far pervenire le proprie osservazioni.”
– che alla data odierna, i 45 gg. previsti dalla normativa vigente, a far data dalla pubblicazione all’albo on-line del Comune, avvenuta il 22 febbraio 2013, al n° 145, non sono scaduti;
Con la presente
trasmettono le osservazioni per il diniego di ogni autorizzazione riguardante: ”Avviso di procedura di screening inerente l’istanza di permesso di ricerca idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma convenzionalmente denominato “La Capriola”, ricadente nel territorio della Regione Basilicata, Provincia di Matera, nei comuni di Bernalda, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Pisticci e Pomarico.” presentato dalla Delta Energy Ltd, secondo le motivazioni di seguito riportate.
Cenni storici
L’inizio dell’attività petrolifera in Basilicata non ha una datazione certa. Si riscontrano delle divergenze tra le diverse fonti d’informazione, dove le associazioni ambientaliste locali quali “SOS Lucania” ed “OLA”, fanno risalire la prima perforazione del suolo lucano al 1902, e precisamente nel comune di Tramutola (PZ), altri invece riportano il tutto alla scoperta del petrolio in Val d’Agri degli anni Trenta. L’Agip fin dal 1926, anno della sua costituzione, avviò le prime ricerche nell’area a cui seguirono le attività estrattive. Dal 1936 al 1945 furono realizzati, sempre dall’Agip mineraria, pozzi per l’estrazione petrolifera dai 500 m ai 1000 m di profondità.
Con la fine della seconda guerra mondiale si registrò anche la fine delle ricerche e delle perforazioni, mentre lo sfruttamento dei pozzi già in attività durò fino agli inizi degli anni Cinquanta. Successivamente tutto venne smantellato, i pozzi cementati, e oltre trecento posti di lavoro sfumati.
Quindi, anche i tecnici che vennero da altre parti d’Italia con le loro famiglie, furono trasferiti in altre regioni.
Ciò provocò inevitabilmente un crollo socio-economico per la zona, costringendo centinaia di famiglie all’emigrazione.
Premessa
Il territorio provinciale e regionale è interessato da diverse e continue istanze, permessi di ricerca e concessioni di coltivazione petrolifere. Infatti, a tutt’oggi si contano ben 468 perforazioni tra pozzi esausti, sterili e attivi – di questi 269 in provincia di Matera e 169 in provincia di Potenza – ed in più, sono in corso una serie di nuovi permessi.
Se si accede al sito del Ministero dello Sviluppo Economico, è facile riscontrare, anche con l’aiuto della cartina dettagliata riportata sotto, come la nostra Regione, sia stata in passato ed è tuttora, oggetto di perforazioni, che coprono gran parte del territorio regionale, che ha altre vocazioni.
http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/dgrme/dgrme.asp);
Basilicata Fonte:Carta ([5]).
Concessioni (rosso)
Permessi di ricerca
(verde)
Richieste di ricerca
(giallo)
Permesso denominato “La Capriola”
L’area oggetto della richiesta di permesso, è altamente utilizzata per il contesto agricolo, e non solo, visto che il territorio interessato ha al proprio interno valenze ambientali, naturalistiche e paesaggistiche rilevanti con la presenza di Iba (Important Bird Area), Sic, Zps ed aree umide di interesse internazionale, quali la riserva naturale del Lago San Giuliano, i Calanchi di Montalbano Jonico ed il Parco Regionale della Murgia Materana.
Se rispetto a queste peculiarità del territorio, che fanno ritenere l’intera area, intrisa da caratteristiche uniche, si considera che il petrolio/gas estratto non supera il 6% del fabbisogno nazionale (un’inezia rispetto alle importazioni di idrocarburi), unita ad una inadeguatezza di regole e metodi di perforazione, che non pongono limiti alle compagnie minerarie nelle prospezioni/perforazioni nei ruscelli, nei fiumi, nel mare, vicino alle dighe, agli ospedali, nelle aree di pregiate coltivazioni agricole, nei centri abitati, e facile concludere, che le condizioni di salvaguardia del territorio non possono essere bilanciate, da aspetti economici che si propongono in compensazione, rispetto al sistematico processo di distruzione/inquinamento del territorio agricolo ed urbano, delle acque e dell’economia locale (agricoltura e turismo).
Ed è proprio su queste tematiche che la discussione deve essere riportata, visto che tutte le valutazioni positive a supporto della richiesta di permesso, cozzano con le esperienze, estremamente negative, che oggi ritroviamo in altre zone della Basilicata.
Le ragioni della richiesta di rigetto, partono da quanto accaduto, ad esempio nella Val D’Agri, e sono supportate dalle valutazioni scientifiche, allegate e documentate nella loro bibliografia, che parlano di rischi sismici, inquinamento di falde freatiche, dei suoli e dell’aria.
In seguito, si riporta finanche, un documento dello Stato della California, controfirmato dalle più grandi compagnie petrolifere internazionali, nel quale si afferma che tutta la filiera degli idrocarburi, dall’estrazione del minerale al pieno di benzina è cancerogeno.
Ci sarà pure un motivo se in Basilicata, come documentato dall’Istituto Nazionale dei Tumori, si registra un incremento di tumori negli ultimi 20 anni ampiamente superiore alla media nazionale?
A) Le prospezioni sismiche
Le prospezioni sismiche utili alla ricerca petrolifera (per localizzare le sacche minerarie nel sottosuolo) vengono realizzate con cariche esplosive inserite in profondità al fine di determinare onde sismiche artificiali che rilevano la presenza o meno di giacimenti di idrocarburi.
Con le onde sismiche indotte dalla prospezione idrocarburica si creano:
– induzione di terremoti, come riportato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia
– danni alla fauna terrestre, come riferito anche dalle osservazioni di Italia Nostra.
La Basilicata, secondo le valutazioni dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia è area sismica di zona 1 e zona 2, cioè dei primi due livelli di pericolosità.
Con l’Ordinanza PCM 3274/2003 (GU n.108 dell’8 maggio 2003) si è avviato in Italia un processo per la stima della pericolosità sismica secondo dati, metodi, approcci aggiornati e condivisi e utilizzati a livello internazionale.
Per la prima volta si è delineato un percorso per il quale venivano definite le procedure da seguire, il tipo di prodotti da rilasciare e l’applicazione dei risultati. Un documento di tale tipo avrebbe infatti costituito la base per l’aggiornamento dell’assegnazione dei comuni alle zone sismiche.
L’INGV si è fatto promotore di una iniziativa scientifica che ha coinvolto anche esperti delle Università italiane e di altri centri di ricerca.
Questa iniziativa ha portato alla realizzazione della Mappa di Pericolosità Sismica 2004 (MPS04) che descrive la pericolosità sismica attraverso il parametro dell’accelerazione massima attesa con una probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni su suolo rigido e pianeggiante.
Tenuto conto del grado di sismicità del nostro territorio comunale, come si evince dalle cartine su riportate, è altamente probabile che le onde sismiche indotte dalla prospezione idrocarburica, possano provocare delle problematiche di carattere sismico all’intera area.
B) La salinità del terreno
Anche la salinità del terreno ha un ruolo importante, vista l’influenza sulla diffusione per osmosi delle sostanza utilizzate per le perforazioni.
A tal proposito si ricorda che il sottosuolo di quasi tutta la provincia di Matera ha un elevato grado di salinità per via del fenomeno dell’intrusione delle acque marine, ossia la penetrazione di acqua di mare nel tratto costiero per diversi km verso l’entroterra che tende a salire e a diffondersi nel sottosuolo in presenza di emungimenti (prelievi) di acque dolci o per irrigazione o per potabilità civile.
Come di fatto accade per l’intensità abitativa dell’area e l’intensità delle coltivazioni agricole e degli allevamenti.
Analogamente, ricordiamo che anche quando si perfora in aree montane, la trivella e le sostanze chimiche utilizzate, possono nel loro percorso fino ai 5 km di profondità, attraversare anche strati rocciosi di sale messinese (salgemma).
La documentazione per ottenere permessi o di ricerca o di estrazione dei minerali, dovrebbero dunque avere dettagliata analisi delle concentrazioni saline del sottosuolo, fino alla profondità massima da raggiungere per le prospezioni e/o perforazioni, al fine di ridurre e controllare il fenomeno di osmosi tra gli avapoly usati dalle compagnie petrolifere e il sottosuolo circostante. Il motivo di questa valutazione è chiaramente legata alle falde acquifere di profondità che per l’osmosi salina del terreno possono essere inquinate dagli avapoly e/o dai fanghi contaminati dai prodotti.
C) Falde Acquifere
A proposito di falde acquifere è opportuno sottolineare, che la Basilicata è un unico grande bacino idrico di superficie e di sottosuolo, dato che nel raggio di 30 (trenta) km insistono 5 grandi fiumi che si snodano dal nord-ovest al sud-est della regione, una infinità di torrenti e ruscelli che affluisco ai 5 grandi fiumi (che sono anche il simbolo della Regione, data la loro importanza) e che ci sono ben 14 dighe tra artificiali e naturali, tra cui anche il bacino in terra battuta più grande d’Europa.
La complessità del bacino idrico lucano è tale che si articola non solo in superficie, ma soprattutto in profondità, dove i bacini idrici di sottosuolo hanno la particolarità di seguire strade diverse dai corrispondenti bacini idrici di superficie, collegandosi a sottosuoli campani e pugliesi.
Carta di Montescaglioso: bacino idrografico del Bradano.
Tutto questo vuol dire che ogni alterazione fatta ai bacini idrici di superficie e di profondità della Basilicata, può avere conseguenze anche nelle due popolose regioni attigue, una delle quali è la Puglia, che viene fornita sia per l’agricoltura/allevamento che per il potabile, da acqua proveniente da invasi e falde lucane.
È immediato pensare che il delicato sistema idrico di superficie e del sottosuolo lucano può essere messo in pericolo da facili contaminazioni del ciclo dell’acqua.
D) Proposition 65 – Documento Stato della California (USA)
Tutta la filiera degli idrocarburi è cancerogena, dalla ricerca/estrazione fino al pieno di benzina in auto in una stazione di rifornimento.
Lo afferma una disposizione dello Stato della California che si chiama Proposition 65 – Chemical Listed Effective November 12, 2010 as Known to the State Of California to Cause Reproductive Toxicity: Methyl Isocyanate (MIC) (CAS No. 624-83-9)
[11/12/10], Proposition 65 – Proposition 65 Status Report on No Significant Risk Levels for Carcinogens and Maximum Allowable Dose Levels for Chemicals Causing Reproductive Toxicity. [11/10/10], reperibile per osservazioni sul sito governativo, http://oehha.ca.gov.
La Proposition 65, tra le altre cose, obbliga le più grosse compagnie petrolifere internazionali, la Shell, la Conoco, la Texaco, la Bp, la Chevron, ogni 3 mesi, a pubblicare un warning sulle principali testate giornalistiche californiane sui rischi della cancerogenicità della filiera del petrolio.
A leggere l’elenco dei pericoli indotti dalla filiera del petrolio, riportati dalle stesse compagnie petrolifere americane, è scontato chiedersi perché in Basilicata e nel territorio del Comune di Montescaglioso (MT), questi pericoli sono sottaciuti.
Conclusioni
Come è facile leggere nelle motivazioni scientifiche sopra riportate, i risultati dello studio dell’Istituto Nazionale dei Tumori, che ha stabilito che in Basilicata si è registrato, negli ultimi due decenni, una insolita doppia crescita rispetto alla media nazionale dei tumori, preoccupano e non poco, se si continua a concedere autorizzazioni per l’estrazione del petrolio.
E’ chiaro, lo studio non attribuisce il tutto alle conseguenze relative all’estrazione del petrolio, ma è lecito dubitare che potrebbe essere una delle cause determinanti. (http://www.tumori.net/it/).
Comunque, stante l’assenza di uno studio epidemiologico serio, articolato e retroattivo, per capire le conseguenze sul delicato ecosistema lucano in generale, e sull’area in questione per lo specifico, di ogni nuova prospezione, ricerca, perforazione ed estrazione di minerali, non è possibile pensare di rilasciare autorizzazioni.
L’occasione è gradita per porgere distinti saluti.
Uniti per Montescaglioso
UDC
IDV