“L’istituzione sostenuta dal “comitato di saggi” nominato dal Presidente della Repubblica di un reddito minimo di inserimento che leghi il sostegno a una condizione di povertà e all’inserimento lavorativo e sociale (ad esempio, attraverso formazione e tirocini, o altre iniziative previste dalle politiche attive del lavoro), al fine di evitare che una condizione di difficoltà economica temporanea diventi strutturale e si trasformi in esclusione sociale, va nella direzione che abbiamo indicato più volte con le proposte di riforma del Programma COPES (Reddito Cittadinanza Solidale)”. E’ quanto sostiene il capogruppo di IdV in Consiglio Regionale Antonio Autilio, evidenziando che “il documento dei saggi, in questo specifico aspetto, fa compiere un passo in avanti verso un provvedimento che non può che essere nazionale e quindi come tale definito dal nuovo Governo, che ci auguriamo possa insediarsi il più rapidamente possibile, con il sostegno unanime del Parlamento. Un’indicazione che ha inoltre il merito di ricollocare tra le priorità dell’agenda politica nazionale il tema della tutela sociale di chi non ha alcun reddito o lo ha perso per effetto della crisi, superando misure assistenziali e provvisorie”.
Secondo Autilio “non è pensabile che la Regione Basilicata che continua ad impegnare una quota cospicua delle royalties petrolifere e che solo qualche settimana fa ha fatto ricorso ad un’operazione finanziaria per rendere disponibili altri 4 milioni di euro per garantire la proroga sino al mese di giugno prossimo del Programma COPES possa far fronte esclusivamente con fondi propri ad un impegno economico sempre più necessario ma così gravoso”.
Nel ricordare che all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale è stata presentata una petizione del Comitato promotore delle firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare sul reddito minimo garantito, il capogruppo di IdV aggiunge che “si tratta, dunque, di garantire strumenti efficaci di contrasto alla povertà, prevedendo anche un reddito che noi di IdV preferiamo chiamare “di cittadinanza”, tenendo conto che quando si parla di reddito minimo garantito ci si riferisce a tutta una serie di investimenti su alloggi, inserimenti lavorativi, formazione professionale e anche di una impostazione dell’assistenza domiciliare degli anziani con particolare attenzione delle fasce urbane. Dunque – continua – abbiamo bisogno, come hanno già legiferato altre Regioni, di una normativa legislativa compiuta in grado di superare i troppi limiti e le carenze riscontrate in questi anni di attuazione del provvedimento relativo al cosiddetto Reddito di Cittadinanza Solidale. Inoltre, il documento dei saggi segnala l’opportunità di fruire, a partire dal 2014, del nuovo fondo istituito dall’Unione europea proprio per agevolare l’occupazione dei giovani, specie nelle aree geografiche economicamente più in difficoltà. Una misura possibile consiste nell’introdurre un credito di imposta per i lavoratori a bassa retribuzione. Esso non solo risponderebbe a esigenze equitative, ma potrebbe risolversi anche in un incentivo alla partecipazione del lavoro. I saggi propongono anche di favorire la crescita del lavoro femminile e migliorare la conciliazione dei tempi di lavoro con quelli dedicati alla cura familiare. Al di là di interventi organici nel settore dell’assistenza, non può non essere sottolineata l’urgenza – conclude il capogruppo di IdV – di rifinanziare entro il mese di giugno il meccanismo degli ammortizzatori sociali in deroga per il secondo semestre dell’anno 2013 (circa un miliardo di euro, da valutare in funzione dell’evoluzione della situazione economica)”.
Apr 12