Con l’inaugurazione del Museo diocesano un altro gioiello va ad arricchire il patrimonio storico-artistico e religioso dlela città di Matera. Il taglio del nastro è stato preceduto da un incontro previsto all’interno della chiesa di Maria Santissima di Costantinopoli, altro gioiello recuperato e ristrutturato con i fondi recuperati da un accordo quadro che risale al 2001 tra Ministero per i beni culturali e Regione Basilicata. A “battezzare” il museo diocesano di Matera, ubicato all’interno del seminario annesso al Duomo con accesso da via Riscatto, è stato monsignor Salvatore Ligorio, diocesi di Matera-Irsina, accompagnato dal direttore del Museo diocesano don Davide Mannarella. Hanno partecipato all’inaugurazione anche il sindaco di Matera Salvatore Adduce, il presidente della Provincia Franco Stella, il dirigente Mariano Schiavone per conto del presidente della Regione Vito De Filippo, colpito da un grave lutto familiare con la perdita del padre, la soprintendente per i beni artistici e demoetnoantropologici Marta Ragozzino, il soprintendente per i beni architettonici e del paesaggio Gennaro Miccio e il direttore generale per i beni culturali Attilio Maurano. In sala tra gli altri anche l’abate Michelangelo Maria Tiribilli, responsabile della confraternita dei padri benedettini al Santuario di Picciano.
Umano e solidale. Su questi due valori l’arcivescovo Monsignor Salvatore Ligorio ha focalizzato il suo intervento per dare la giusta dimensione ad una giornata storica per la città di Matera, riconosciuta come Civitas Mariae. Poi il Vescovo ha ricordato la storia del seminario di Matera, ospitato sino al 1900 nel Palazzo Lanfranchi, quando il Vescovo monsignor Rossi decise di avviare la costruzione nella sede che oggi ospita il Museo diocesano”.
Attilio Maurano ha ricordato che la riapertura dell’archivio storico della Provincia di Potenza e il Museo diocesano confermano il grande lavoro svolto in questi mesi per la valorizzione dei beni culturali sul territorio lucano. A Matera in particolare il Museo diocesano è stato attivato grazie ad un momento molto forte di unione tra tutti gli enti coinvolti. Il Museo diocesano era il tassello che mancava dopo aver promosso l’apertura del Museo d’arte medievale e moderna a Palazzo Lanfranchi. Ora proseguiremo con il Museo diocesano di Melfi. Il problema non è trovare i fondi per realizzare queste opere ma assicurare una corretta gestione per garantire l’apertura della struttura. Per questa inaugurazione vorrei ringraziare in particolare il lavoro svolto dall’architetto Eustachio Carmentano e dalla dottoressa Maria Francione”.
Gennaro Miccio, che ricopre l’incarico ad interim come soprintendente dei beni architettonici e artistici delle due province si è congratulato con le imprese che hanno curato il lavoro di restauro architettonico (Filippucci di Matera e Pari Costruzioni di Potenza – ndr) e ha ammesso di essere molto fortunato perchè al suo arrivo le opere erano state già realizzate.
Marta Ragozzino ha sottolineato che la città di Matera può vivere un giorno di festa atteso dieci anni. Con l’inaugurazione del Museo diocesano la nostra comunità corona un sogno perchè finalmente anche questo Museo verrà inserito nel circuito dei musei lucani. Adesso l’obiettivo sarà quello di creare un catalogo unico.
Il sindaco di Matera Salvatore Adduce ha espresso vivo apprezzamento per il lavoro che è stato svolto in questi anni da parte di tutti gli enti coinvolti mentre il presidente della Provincia Franco Stella ha rivolto un ringraziamento speciale al Vescovo di Matera-Irsina Monsignor Salvatore Ligorio, principale artefice e promotore del Museo diocesano. “Adesso siamo impegnati per avviare anche a Tricarico il Museo diocesano, che è in fase di ultimazione dei lavori e per restituire alla città un altro Palazzo importante che si trova sempre in piazza Duomo, il Palazzo Malvezzi. Anche in questo caso i lavori sono in corso”.
Mariano Schiavone ha ricordato che la Regione Basilicata ha ricordato un dato importante dal punto di vista degli investimenti in beni culturali: alla città di Matera sono stati destinati 23 milioni di euro, una cifra che conferma l’attenzione che ha rivolto in questi anni il governo regionale al territorio materano.
Dopo il taglio del nastro è stata la dottoressa Maria Teresa Cascione ad illustrare le opere presenti nel Museo diocesano di Matera.
Michele Capolupo
La fotogallery dedicata al Museo Diocesano
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Sabato 16 aprile alle ore 17 l’Arcivescovo di Matera-Irsina Sua Eccellenza monsignor Salvatore Ligorio inaugura il Muse Diocesano, sito in Via Riscatto, che occupa alcuni locali dell’edificio che Mons. Raffaele Rossi, Arcivescovo di Matera dal 1899 al 1906, fece costruire per ospitare il Seminario. Hanno partecipato all’iter preparatorio il Direttore dello stesso Museo Don David Mannarella e la curatrice Maria Teresa Cascione.
Saranno presenti alla cerimonia il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, il presidente della Provincia Franco Stella, il responsabile della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Basilicata Ing. Attilio Maurano e il Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata Dott.ssa Marta Ragozzino, tutte istituzioni che hanno reso possibile la realizzazione del museo.
L’evento concluderà il ciclo di manifestazioni previste dalla XIII Settimana della Cultura, indetta dal Ministero per i Beni e le Attività culturali.
Il Museo si compone di tre ampie sale nelle quali sono esposte varie opere di arte sacra, che in futuro sono destinate a essere incrementate in quantità e tipologia e che, attualmente, sono costituite prevalentemente da
un cospicuo numero di argenti sacri provenienti dalla Basilica Cattedrale e dalla chiesa di Santa Chiara di Matera. Le opere di arte sacra esposte nel Museo permettono ai visitatori non solo di ripercorrere tanti secoli di
storia ma anche di ammirare oggetti che rappresentano una testimonianza tangibile della costante devozione e del profondo affetto che, nei secoli, popolo, sacerdoti e arcivescovi nutrirono verso la loro Chiesa.
L’apertura a Matera del Museo diocesano di arte sacra rafforza l´offerta turistica locale e accresce l´attenzione sulle potenzialità del turismo religioso. E´ il commento del presidente della Camera di commercio di Matera, Angelo Tortorelli, alla vigilia di un evento inserito tra gli eventi che concludono la settimana della Cultura. Il Museo, ospitato in tre sale dei palazzi della Diocesi di Matera-Irsina, raccoglierà opere datate tra l´XI e il XIX secolo, provenienti dal tesoro della Cattedrale e dalla Chiesa di Santa Chiara. ” E´ -ha detto Tortorelli – un evento importante per la città, che vede accrescere la dotazione dell´offerta museale e culturale, all´esordio del ponte di Pasqua che segna l´avvio della stagione turistica 2011. L´apertura del Museo diocesano rappresenta un ulteriore apporto alla scoperta dei tanti aspetti del turismo religioso, alla scoperta di chiese rupestri, cenobi, asceteri, abbazie e delle opere d´arte ospitate. Da questo itinerario manca il Duomo di Matera che, auspico, possa essere riaperto al culto quanto prima”. Tortorelli valuta,inoltre, positivamente la proposta di eventi rappresentativi nei rioni Sassi legati alla Settimana Santa. ” Il fiorire di rappresentazioni sacre – ha aggiunto il presidente della Camera di commercio- negli antichi rioni di tufo, come le vie Crucis, riempie di ulteriori contenuti la permanenza dei turisti a Matera. Si valorizza uno scenario naturale, suggestivo, ricco di spiritualità che ha visto in passato ospitare le sequenze di film di rilevanza internazionale come “Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini e “The Passion´´ di Mel Gibson”.
MUSEO DIOCESANO DI MATERA
Scheda
L’inaugurazione del Museo Diocesano di Matera, che segue di poco quella del Museo Diocesano di Potenza, rappresenta uno dei momenti fondamentali per offrire una inedita ed interessante lettura tematica della storia e della cultura lucane ed è altresì un esempio di come l’intesa tra Enti (Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Curia e Regione) porti ad una concreta ed efficace valorizzazione del patrimonio culturale presente sul territorio. L’inaugurazione del Museo si inquadra nell’attività di concertazione tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Regione Basilicata, nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro, che individua tra le linee strategiche, un sistema per la fruizione del patrimonio storico ed artistico delle diocesi di Basilicata. L’itinerario strutturato comprende otto musei diocesani: Acerenza, Melfi, Venosa, Potenza, Muro Lucano, Tricarico, Matera e Tursi.
Il Museo Diocesano di Matera ha sede negli ambienti dell’ex Seminario, edificio costruito agli inizi del XX secolo, per volontà dell’arcivescovo Raffaele Rossi, tra l’Episcopio e la Cattedrale, sullo sperone della Civita, la parte più antica della città caratterizzata dall’imponente Duomo, che domina e separa le due valli del Sasso Barisano e del Sasso Caveoso. Nel corso degli anni sono stati effettuati lavori di consolidamento strutturale, restauro architettonico e ridefinizione della distribuzione funzionale degli spazi per ottimizzare le attuali sale museali.
Il Museo, con accesso da Via Riscatto, si sviluppa in tre ampie sale al piano terra nelle quali sono esposte importanti opere datate tra l’XI e il XIX secolo, provenienti dal Tesoro della Cattedrale e dalla Chiesa di Santa Chiara. Tra i manufatti più antichi si segnalano un enkolpion o croce pettorale di manifattura bizantina, realizzato alla metà nell’XI secolo, probabilmente in una bottega del tiraz di Palermo, nonché il reliquiario a braccio di Sant’Eustachio, patrono di Matera, interamente decorato a sbalzo risalente alla prima metà del XV secolo. Da segnalare, inoltre, il reliquario di San Giovanni da Matera, di eccezionale importanza per la presenza del punzone MATA, riconducibile a una bottega di orafi materani della seconda metà del XV secolo e il reliquiario a busto di Sant’Agapito, figlio di Sant’Eustachio, eseguito da una bottega orafa del XV secolo. Tra le opere del XVII secolo si evidenzia l’eccezionale servizio di liturgia festiva in filigrana d’argento, di produzione palermitana, composto da un calice, un vassoietto con ampolle e un campanello; le opere sono datate 1702 e 1720 e provengono dalla Chiesa di Santa Chiara.
I lavori per la realizzazione del Museo sono stati eseguiti dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Basilicata e in particolare dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici relativamente alla progettazione architettonica, al restauro e all’allestimento museale e dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici, per la creazione del percorso scientifico e la scelta delle opere.
Didascalie delle prime foto inserite nella fotogallery
Esterno Museo Diocesano di via Riscatto
Enkolpion, metà nell’XI secolo.
Reliquiario a braccio di Sant’Eustachio, prima metà del XV secolo.
Reliquiario a busto di Sant’Agapito, XV secolo.
Vassoietto con ampolle e un campanello, XVIII secolo (dat.1702 e 1720)
mostre quadri cornici !!! BASTAAAAAAAAAAAAAA ALLE PROSSIME ELEZIONIIII QUESTO SARA’ IL MIO MOTTOOOO http://youtu.be/wHtuws9CRLo
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