“Nei primi tre mesi dell’anno 19 aziende lucane hanno portato i libri in Tribunale e altre decine stanno solo rinviando la sofferta scelta di chiudere. Come ci ricorda il “contatore della crisi” che ogni giorno Il Sole 24 Ore pubblica in prima pagina, con una media di una cinquantina di fallimenti aziendali al giorno, non c’è più tempo da perdere”. E’ quanto sostiene il Presidente della Seconda Commissione (Bilancio-Programmazione) Antonio Autilio (IdV) riferendo di aver aderito all’ “Appello-Manifesto” di Rete Imprese Italia (Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani) condividendone l’analisi di riferimento per l’iniziativa di mobilitazione dell’opinione pubblica: “il protrarsi della recessione sta riducendo allo stremo le imprese del terziario di mercato, dell’artigianato e l’impresa diffusa che vivono sulla propria pelle il peso insostenibile dell’eccessiva pressione fiscale, del crollo dei consumi senza precedenti, del difficile e costoso accesso al credito, dell’annosa questione della riscossione dei crediti vantati nei confronti della P.A”.
“Hanno ragione i titolari di pmi: tocca adesso alla politica agire immediatamente con misure concrete a sostegno della crescita e dell’economia reale, innanzitutto aprendo una stagione di forte dialogo tra le forze sociali e le istituzioni. Un supplemento di responsabilità da parte di tutti è condizione indispensabile per dare risposte concrete e immediate ai bisogni essenziali di famiglie e imprese che vivono drammaticamente sulla propria pelle il prolungarsi della crisi. Ritengo che un primo passo importante – aggiunge Autilio – sia quello della modifica, durante l’esame in Parlamento, del decreto sui pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione. In particolare, raccogliendo le indicazioni della Conferenza delle Regioni, ci sono alcune fondamentali modifiche, che dovranno toccare una serie di punti, fra cui: una puntualizzazione della tipologia dei crediti ammessi alla procedura e dei soggetti destinatari delle risorse aggiuntive; una valutazione rispetto un maggior coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti; l’ampliamento della possibilità di compensazione tra crediti e debiti fiscali; una semplificazione degli adempimenti burocratici; la possibilità di sbloccare risorse per Regioni, Province e Comuni virtuosi che hanno interrotto lavori per rispettare il patto di stabilità interno; una più attenta valutazione degli interventi finanziari per le Regioni sul piano di rientro dai deficit sanitari delle regioni”.
Nel ribadire che “le Regioni ritengono che, nella coerenza e nel rispetto degli impegni di ciascun livello di governo tesi alla salvaguardia delle finanze pubbliche e alla revisione delle modalità di erogazione della spesa pubblica, si debbano mettere in campo tutti gli sforzi necessari per assicurare risorse idonee a favorire un parallelo percorso di rilancio dell’economia anche attraverso la riduzione delle sofferenze di imprese e soggetti che vantano crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione” il presidente della Seconda Commissione ribadisce “la necessità di individuare percorsi, anche innovativi e negoziali che consentano di utilizzare incisivamente gli strumenti esistenti nel quadro unitario della finanza pubblica. Appare evidente che il risanamento dei conti pubblici non possa prescindere da una contemporanea crescita economica cui contribuire attraverso la sinergia delle risorse attribuite alla responsabilità degli enti territoriali”.