Una sala gremita ha sancito il grande interesse per il nuovo appuntamento culturale del mercoledì promosso dall’Unitep Matera nella Mediateca provincia in piazza Vittorio Veneto sul tema “Stalking, l’anticamera del femmicidio”.
Una platea composta in prevalenza da donne particolarmente sensibili al tema affrontato, che ha destato interesse anche nella rappresentanza maschile presente all’iniziativa inserita nel progetto “Insieme contro la violenza”, promosso dall’Unitep Matera e sottoscritto anche da altre associazioni
materane.
Dopo il saluto del presidente dell’Unitep Matera Antonio Pellecchia il tema dell’incontro è stato introdotto da Carmela Dinnella, docente Unitep della disciplina “la donna nella storia”: “Le donne – ha sottolineato Dinnella – sanno con certezza cosa non vogliono, non vogliono essere subalterne e sottomesse agli uomini. Tocca quindi agli uomini essere consapevoli di questa posizione femminile per intraprendere una nuova strada insieme.” Dinnella poi ha fatto notare un altro particolare: “Quando si affrontano temi delicati che riguardano le donne si pensa sempre ad una questione femminile. Credo che sia giunto il momento di cominciare a discutere di una questione maschile”.
Il tema dell’incontro è stato approfondito da Felice Macchia, sociologo e docente Unitep di “criminologia”. “Stalking, l’anticamera del femminicidio” è un tema che sta particolarmente a cuore all’universo femminile e inevitabilmente condiziona le relazioni sociali di un’intera comunità. Quando la stessa comunità viene scossa da una tragedia come quella che ha colpito Anna Rosa Fontana un tema come quello affrontato dall’Unitep diventa un’occasione importante per riflettere, discutere e soprattutto maturare la consapevolezza che solo un’adeguata informazione su questi argomenti può contribuire a scongiurare nuovi episodi. Particolarmente apprezzata la presenza in prima fila di due donne impegnate nelle istituzioni, l’assessore provinciale alla cultura Giovanna Vizziello, la presidente del Consiglio comunale di Matera, Brunella Massenzio e l’assessore comunale alle politiche sociali Simonetta Guarini: presenze significative per testimoniare il contributo che può arrivare dalle donne per migliorare la vita sociale e politica della nostra comunità.
Se si considera lo stalking come anticamera del femminicidio non si può dimenticare la tragedia di Anna Rosa Fontana, la donna brutalmente uccisa dal suo ex convinvente la sera del 7 dicembre 2010. Ecco perché la partecipazione a questa iniziativa dell’Unitep della sorella di Anna Rosa, Antonella Fontana e di sua madre, la signora Camilla Schiuma, è stata vissuta come un segno tangibile di quello che si può fare per scongiurare altre tragedie provocate dal reato di stalking.
“O mia o di nessun altro, o mi ami o ti ammazzo”! Felice Macchia non ha dubbi: “È questa frase che spesso sintetizza certi amori perversi, fatti di ossessioni e incertezze, di sospetti e di angoscia, di un sentimento torbido, capace di condurre un uomo ad atti di inconsulta violenza ai danni della persona amata, ed in certi casi, di sé stesso. E’ un rapporto d’amore in cui la donna è solo
un oggetto di possesso e di gelosia. Non c’è alcuna traccia d’amore, a mio parere, nemmeno in quello più disperato, nella persecuzione, negli inseguimenti, negli appostamenti sotto casa, nelle minacce di violenza. C’è solo un tentativo di piegare un altro essere umano alla propria volontà, di
annientarlo, di possederlo, di attuare, insomma, quello che il filosofo inglese J.S. Mill definiva “dispotismo domestico”, una condizione di assoluta supremazia maschile in cui la donna, essere “uterino” e irrazionale, deve sottomettersi completamente alle decisioni del pater familias”.
Il denominatore comune in tutti i casi di violenza sulle donne, è la smania di controllo, il rifiuto del rifiuto. La violenza diventa l’unica arma per sventare la minaccia dell’abbandono, l’ultima garanzia della propria potestà ed in tentativo di affermare la propria supremazia. Quello che maggiormente mi colpisce degli uomini del nostro tempo, oltre la loro fragilità e incompiutezza, è la cattiva educazione rispetto alla concezione della donna e l’incapacità di accettare serenamente che le donne decidano in piena autonomia della propria vita.
Partendo da queste considerazioni il sociologo Felice Macchia ha diffuso nel corso dell’incontro cultural i numeri di un reato provocato da comportamenti di violenza riconducibili allo stalking per poi approfondire gli aspetti giuridici e sociali. Lo stalking, diffuso in tutto il mondo, trova terreno fertile anche a causa di alcune lacune rilevate nelle leggi che sono entrate in vigore per punire gli autori di questo reato molto particolare. Felice Macchia nel corso del suo intervento ha fornito anche utili suggerimenti alle potenziali vittime di stalking, la “spia” da controllare per evitare di cadere nella trappola dell’aggressore, che sempre di più sfocia in un femminicidio.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’incontro culturale promosso dall’Unitep Matera (foto www.SassiLive.it)