Nota del consigliere regionale del PD Luca Braia
“Inaccettabile il rifiuto di Berlusconi e del ministro Tremonti a firmare l’ordinanza che concederebbe i primi aiuti a cittadini, imprese ed agricoltori della costa ionica metapontina. Presentato sul tema un ordine del giorno”.
La posizione del Governo di imporre alle regioni dei territori colpiti da calamità naturali l’incremento di tributi propri, in particolare IRPEF, IRAP ed accise sui carburanti, elegantemente chiamata ‘tassa di scopo”, non solo è immorale ma cinico e privo di ogni tipo di moralità, coerenza ed equità .
Neanche di fronte ai numerosi danni a cose, aziende, animali e persone registrati nella nostra provincia per l’alluvione dello scorso 1 Marzo, il governo Berlusconi con la sua maggioranza, è riuscito a trovare una giusta linea di coerenza che, evidentemente, il Presidente non considera in nessun modo ed in nessuna maniera, fermo restando il bisogno contingente e futuro di attingere dal nostro territorio almeno il 10 % delle risorse energetiche di cui necessita l’intera Nazione .
Mentre la Regione Basilicata tramite il Dipartimento Agricoltura prova, con lo stanziamento di quasi 2 milioni di Euro, a dare una prima risposta alle aziende agricole che hanno subito danni ai campi e la perdita di bestiame, dall’altra il Governo centrale, dimenticando totalmente che solo un anno fa per la stessa emergenza capitata in Veneto stanziò 300 milioni di Euro, quest’anno condiziona ogni aiuto al fatto che il nostro presidente De Filippo in rappresentanza di questo Consiglio Regionale, receda dal rifiuto ufficializzato di aumentare le tasse ai nostri concittadini.
Questo infatti è stato il diktat del consigliere giuridico del ministro Tremonti, Italo Volpe, intervenuto nella riunione che i nostri rappresentanti regionali hanno tenuto ieri presso il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile.
Questo modo di “essere italiani” a macchia di leopardo, che fa parte di una cultura tanto vecchia quanto sprovveduta e dal sapore secessionista, riesce esclusivamente ad acuire i malcontenti verso una politica che poco si applica a risolvere i problemi dei cittadini ed aumenta la diffidenza verso questo Governo in carica che dovrebbe legiferare quella riforma federale che, a questo punto, bisognerebbe forse bloccare con ogni mezzo, prima che il provvedimento venga usata come arma per distruggere e dividere l’Italia penalizzando oltremodo le regioni del Sud.
E’ rimasta carta straccia quindi, per ora, il decreto del Governo nazionale che indicava la Basilicata tra le zone danneggiate dal maltempo dello scorso 1° marzo, non essendo ad esso seguito nessun stanziamento di risorse per dar corso agli interventi di risistemazione, allo stesso modo sarebbe il caso che carta straccia rimanga anche ogni possibile intesa sulle richieste di maggiore estrazione petrolifera che il Governo italiano sta insistentemente chiedendo alla nostra Basilicata.
A tal proposito, presenterò nei prossimi giorni un ordine del giorno e, se non interverranno smentite e cambi di rotta, per i quali si stanno già adoperando i nostri parlamentari regionali di centro-sinistra e, sono certo, anche di centro-destra, dovremmo studiare ogni azione e forma di protesta per convincere tutto il Governo a partire dal presidente del consiglio Berlusconi, che la Basilicata merita rispetto, che questo rispetto non vorremmo né contrattarlo nè barattarlo, ma semplicemente vorremmo che ci sia legittimamente riconosciuto, perché siamo italiani e perché abbiamo il diritto che hanno tutti i cittadini che vivono in Italia, da Ventimiglia a Lampedusa, nessuno escluso.
Luca Braia, consigliere regionale del PD“
Nota del senatore Cosimo Latronico del PDL
La Basilicata ha bisogno di dialogare con il governo nazionale per affrontare e governare le sue emergenze, non ultima l’alluvione che ha colpito in particolare il Metapontino nei primi di marzo per la quale lo stesso governo nazionale ha dichiarato sussistere lo stato di calamità”. Lo ha dichiarato il senatore del Pdl, Cosimo Latronico. “Ora il tavolo tecnico insediato a livello ministeriale tra Protezione Civile, Ministero dell’economia e Regioni interessate dalle calamità ultime, che ha l’obiettivo di definire le modalità per l’emissione di un nuovo dpcm con la copertura finanziaria per fronteggiare i danni alle strutture produttive ed alle infrastrutture, ha la necessità di essere integrato da un livello di interlocuzione politica. Il tema che si pone è quello di stabilire la modalità di coinvolgimento delle Regioni coinvolte da calamità con un’assunzione di responsabilità finanziaria da parte di quest’ultime, che integrerebbe la partecipazione del Fondo di solidarietà nazionale. La norma contenuta nell’ultimo milleproroghe dispone una partecipazione delle Regioni interessate da calamità ai costi della ricostruzione in aggiunta all’attivazione del Fondo nazionale per stimolare processi di responsabilità e di corresponsabilità nella gestione di questi eventi. La Basilicata è in grado di documentare la sua partecipazione ai costi della calamità con risorse proprie impegnando parte del gettito delle royalties petrolifere in alternativa all’attivazione della leva fiscale regionale. Si tratta di documentare questa decisione della Regione che non contraddice lo spirito della norma del milleproroghe in materia di calamità e di coinvolgimento economico delle Regioni interessate da eventi calamitosi. In questo senso insieme al sottosegretario Guido Viceconte, e ai colleghi parlamentari del Pdl, gli onorevoli Vincenzo Taddei e Giuseppe Moles, abbiamo interessato questa mattina il Sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, perché si trovi una soluzione al caso posto dalla Regione Basilicata, apprestando le necessarie risorse finanziarie per fronteggiare le necessità derivanti dall’ultima riconosciuta calamità, in un clima di intesa e di collaborazione”.
Cosimo Latronico, senatore lucano del PDL
Alluvione 1 marzo, stanziati fondi regionali per ristoro danni in agricoltura
La giunta vara tre provvedimenti proposti dall’assessore Mazzocco per aiuti a chi ha perso raccolti e bestiame e per far fronte ai canoni irrigui. “Ma non possiamo far tutto da soli”
Mentre da Roma ancora non arriva un euro di aiuto, la Regione Basilicata, pur nelle ristrettezze finanziarie di questa fase, continua i suoi sforzi per aiutare quanti hanno subito danni dall’alluvione dello scorso 1 marzo.
Su proposta dell’assessore all’Agricoltura Vilma Mazzocco, la giunta ha approvato tre provvedimenti con i quali si concedono aiuti alle aziende che hanno subito perdite di coltivazioni e bestiame e si interviene per far fronte ai canoni irrigui che le aziende gravemente danneggiate non potranno versare.
In particolare sono stati stanziati 100mila euro in favore dei consorzi di difesa per concedere contributi fino a 15mila euro quali anticipi su eventuali e future indennità in favore di imprese agricole alluvionate che abbiano subito una perdita di almeno il 70 per cento della produzione lorda vendibile. Altri 200mila euro sono stati invece destinati a ristorare del danno le imprese che hanno registrato perdite di bestiame.
Più consistente, ossia un milione 553mila euro, la somma destinata al Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto in sostituzione dei canoni irrigui a cui avrebbero dovuto far fronte le imprese che hanno subito danni per almeno il 30 per cento della produzione lorda vendibile.
“Continuiamo a fare il possibile – ha detto l’assessore Mazzocco illustrando il provvedimento – ma certamente non è pensabile che la Regione possa con le sue sole energie a fronte agli ingenti danni che si sono verificati. Il comparto agricolo è allo stremo, e se non si interviene subito ai danni fatti dall’acqua si aggiungeranno quelli dovuti all’inattività, all’impossibilità delle aziende di ripartire. Questo ragionamento che è stato ritenuto valido, nel recente passato, per il Veneto è valido anche nel nostro caso. Almeno per chi, come noi, parte dal principio che siamo nella stessa Italia”.
Alluvione 1 marzo; Il Governo blocca i fondi e chiede di aumentare le imposte
La riunione al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile finisce con un diktat .L’assessore Gentile: “Difficile sentirsi concittadini dei veneti: su di loro dopo l’acqua sono piovuti milioni”.
A oltre un mese e mezzo dal nubifragio del primo marzo scorso, nemmeno un euro è stato destinato dal Governo centrale al soccorso delle popolazioni lucane colpite dall’evento calamitoso e al ristoro dei danni. L’adozione, da parte del Governo nazionale, del decreto che indicava la Basilicata tra le zone danneggiate è rimasta un mero adempimento formale senza che sia seguito lo stanziamento di risorse per dar corso agli interventi di risistemazione.
Un passo avanti per l’Adozione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri lo si aspettava oggi dalla riunione convocata a Roma dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile con i rappresentanti del Ministero dell’Economia e le Regioni danneggiate Abruzzo, Basilicata e Marche, ma i ragionamenti avviati sulla quantificazione dei danni sono stati letteralmente troncati dall’arrivo del consigliere giuridico del ministro Tremonti, Italo Volpe, che ha imposto il rinvio di ogni ragionamento a quando le stesse regioni avranno provveduto ad aumentare al massimo le imposte di propria competenza. A nulla è valsa anche la diversa posizione dei rappresentanti della Protezione Civile che hanno tra l’altro certificato il lavoro “preciso, puntuale e rigoroso” fatto per la rilevazione dei danni.
“Quella che si sta consumando a danno della Basilicata – accusa l’assessore alle Infrastrutture della Regione, Rosa Gentile – è una battaglia ideologica. In pratica il Governo chiede alla Basilicata di portare al massimo tutte le sue tasse, in base a quanto lo stesso esecutivo ha deciso qualche mese fa nel ‘Milleproroghe’, come condizioni preliminare per intervenire con altri aiuti. Da subito avevamo manifestato la nostra contrarietà a questa ipotesi, sia per non gravare con nuovi tributi su chi già aveva subito un danno sia perché una tale misura non risolverebbe praticamente nulla poichè essendo la Basilicata la regione a minor gettito fiscale, le risorse recuperate sarebbero irrisorie, e ci eravamo offerti di sostituire questo gettito con altre somme di competenza regionale. Questa posizione, portata avanti con il sostegno indistinto di tutte le forze politiche della Basilicata, ci sembrava essere stata ragionevolmente compresa dal Governo, ma a distanza di un mese e mezzo oggi ci viene ripetuto che senza alzare al massimo le imposte regionali e l’accisa sui carburanti non avremo un euro”. A testimonianza delle scelte fatte, oggi al tavolo del Dipartimento nazionale di Protezione Civile la Basilicata si era presentata con l’impegno a coprire in proprio circa 2 dei 6 milioni di euro che erano stati impiegati nell’emergenza, e con la dichiarata volontà di fare altrettanto anche nella successiva fase di ristoro dei danni. Ma tutto è stato vano.
La posizione della Regione Basilicata nei confronti del Governo, espressa dall’assessore Gentile dopo aver fatto il punto in una riunione di Giunta col presidente De Filippo, è estremamente dura. “Esponenti di Governo – spiega Gentile – in relazione alla vicenda immigrati si chiedono se abbia un senso riconoscersi nell’Unione Europea se serve solo a dare vincoli e non a interventi improntati a un comune senso di solidarietà; in questa occasione verrebbe da fare lo stesso ragionamento nei confronti dell’appartenenza nazionale. La verità – conclude – è che anche attraverso comportamenti di questo tipo si mina il sentimento unitario nazionale: certamente i cittadini del Metapontino avranno difficoltà a sentirsi una sola cosa con quelli del veneto sui quali, a novembre dell’anno scorso, dopo l’acqua è piovuta una pioggia di milioni dal Governo. E anche i cittadini della Val d’Agri non potranno riconoscersi in uno Stato che da una parte gli promette una card con qualche decina di euro di carburante in riconoscimento dell’apporto di petrolio dato al Paese e dall’altro chiede di pagare la benzina più che in ogni altra parte d’Italia con l’aumento al massimo delle accise”: