“MOZART VS MOZART” LUIS BACALOV E EDOARDO HUBERT SUONANO A MATERA DUE PIANOFORTI CON L’ORCHESTRA ICO DELLA MAGNA GRECIA
Appuntamento conclusivo della IX Stagione Concertistica “Matera in Musica”, organizzata dall’Orchestra Ico della Magna Grecia ed il Festival Duni, con il concerto “Mozart Vs Mozart”, venerdì 29 aprile 2011, alle ore 21, presso l’auditorium “R. Gervasio” di Matera. L’Orchestra ICO della Magna Grecia accompagnerà Luis Bacalov, premio Oscar per la colonna sonora de “Il Postino”, nonchè pianista con una solida formazione classica, ed Edoardo Hubert.
Luis Bacalov pianista, nell’occasione, si cimenterà in due capolavori di Wolfgang Amadeus Mozart.
Inoltre, per l’esecuzione del concerto KV 365, i pianoforti sul palco saranno due: il primo per il maestro Bacalov ed il secondo per il pianista argentino di chiara fama Edoardo Hubert.
Edoardo Hubert, come Luis Bacalov, è argentino, ma, nel 1974, si è trasferito in Italia dove opera come pianista e compositore; da segnalare la sua intensa collaborazione con la grande pianista Martha Argerich che, oltre a vederli impegnati in numerosi concerti in coppia, ha portato Hubert a diventare, dal 2000, coordinatore artistico del “Festival Incontro Martha Argerich”.
Tutto mozartiano il programma: il Concerto per due pianoforti e orchestra in mi bemolle maggiore Kv. 365, la celeberrima Sinfonia n.40 in sol minore Kv.550 e il Concerto per pianoforte e orchestra n.23 in la maggiore Kv. 488.
Il Concerto per due pianoforti Kv. 365, nel quale suonerà con Luis Bacalov il pianista Edoardo Hubert, è l’unico concerto scritto originariamente per due pianoforti dal compositore salisburghese, e fu, quasi sicuramente, composto da Wolfgang Amadeus Mozart per se stesso e per sua sorella Nannerl. In questa pagina il compositore austriaco risolve, da par suo, il problema di far dialogare in modo equilibrato i due pianoforti, entrambi con una tecnica raffinata, integrandoli nel grande apparato orchestrale.
Seguirà la Sinfonia n.40 in sol minore Kv.550 che sarà eseguita dall’Orchestra ICO della Magna Grecia, diretta da Piero Romano. Si tratta forse dell’opera più celebre di Mozart, nota anche ai non intenditori di musica classica, tanto da essere assurta nell’immaginario collettivo – con la Quinta di Beethoven – a “sinfonia per antonomasia”. Originariamente considerata come esempio di grazia e leggerezza, per la semplicità con cui vi si sviluppano e susseguono le varie melodie, è invece un’opera introspettiva e di alto contenuto drammatico, tanto che il musicologo Alfred Einstein disse che le sue armonie “sono come dei tuffi negli abissi dell’anima, simbolizzati in modulazioni tanto audaci che i contemporanei di Mozart non devono essere stati in grado di seguirli e tanto sublimi che soltanto Mozart stesso poté riportarli su di un livello terreno”.
Il Concerto per pianoforte n.23 in la maggiore Kv. 488 è una pagina scritta nella tonalità mozartiana – il la maggiore – più strettamente connessa a sentimenti di calda intimità e luminosità, i cui primi due movimenti sono caratterizzati da un colore timbrico soffuso e delicato e da un intenso lirismo; il “Finale” è invece uno dei più brillanti tra quelli scritti dal compositore salisburghese, tanto che lo stesso Mozart, in occasione della prima esecuzione del concerto, a Vienna nella primavera del 1786, decise di ripeterlo come bis.