Si è tenuto nella sala conferenze dell’Hotel Degli Ulivi di Ferrandina il seminario regionale del progetto I CARE (acronimo di Imparare Comunicare Agire in una Rete Educativa) sul tema “L’Uso dell’ICF-CY nel contesto scolastico” su cui ha relazionato la ricercatrice dell’Università degli Studi di Padova Elisabetta Ghedin, docente di Scienze della Formazione e del Centro Studi Erickson.
Il progetto I Care, rivolto ad insegnanti della scuola primaria, secondaria di primo grado e superiore è organizzato dall’istituto “A. Gramsci” di Marconia, diretto dal dirigente scolastico Anna Di Trani
Al seminario hanno partecipato anche la dottoressa Moscato dell’Ufficio Scolastrico Regionale, il dirigente scolastico regionale Franco Inglese e il direttore Tecnico Francesco Fasolino.
Il seminario ha messo in evidenza quanto sia importante adottare in tutte le scuole della nostra regione il Modello ICF (Classificazione Internazionale relativa alle funzione) per l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. Un modello che si differenzia dall’attuale Diagnosi Funzionale redatta dai medici dell’Asl. Si diversifica dal fatto che mentre la Diagnosi è redatta su fatto patologico del soggetto, l’ICF guarda invece alle funzioni potenziali della scuola che coinvolgono l’alunno sul quale intervenire con progetti mirati.
La Ghedin partendo dalle linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità ha sottolineato l’esigenza di creare una serie di collegamenti tra il Ministero della Pubblica Istruzione e le scuole che prenderanno in considerazione l’uso dell’ICF, che ha un valore significativo nel nostro contesto proponendo nuove soluzioni innovative rispetto alla Diagnosi riferite su menomazioni. L’ICF non parla di menomazioni ma di valutare la dimensione della salute perché la salute è in continua evoluzione. La salute non è uno stato ma varia in situazione di vita. La nostra salute tende verso l’equilibrio fisico e sociale. Il concetto di inclusione vale di più dell’Integrazione. Occorre lavorare per favorire la cultura inclusiva che si può diffondere attraverso pratiche inclusive. Con l’ICF non viene più utilizzata la parola handicap ma si utilizzano termini quali disabilità, menomazione, benessere, funzionamento e salute. E’ un modello bio-psico-sociale che tiene conto dei contesti ambientali e non personali perché questi sono stati esclusi dalla classificazione che ha dato ampia attività culturale”.
La Moscato: “ Si sta lavorando per migliorare la qualità dell’inclusione e a questo Progetto I Care partecipano cinque scuole-polo con 27 scuole in rete. Il nostro obiettivo è di crearee altre reti ed è importante pertanto attivare altri percorsi formativi che vanno oltre l’I CARE. Per questo ci è sembrato opportuno fare un percorso formativo sull’ICF”.
Il dirigente scolastico regionale Inglese: “Stiamo lavorando per creare le migliori condizioni di crescita culturale dei nostri ragazzi che dovranno vivere in un mondo senza frontiere. Stiamo lavorando in primis sull’organico relativo alla disabilità, che è anche un motivo di crescita. La riscoperta di nuove metodologie e tecnologie ci mette nelle condizioni di migliorare le condizioni dei nostri ragazzi. Con i Fondi Regionali e con quelli dell’ISfol stiamo cercando di portare circa cinquecento ragazzi in giro per l’Europa e dieci Paesi diversi sono pronti ad ospitarli insieme ai docenti. Vogliamo difendere il futuro dei nostri ragazzi e abbiamo bisogno di ridurre le distanze rispetto all’Europa. Il punto fondamentale è che la formazione italiana è a macchia di leopardo”.
Fasolino: “Voglio sottolineare la splendida la relazione della Ghedin. Questo percorso è nato per costruire una società inclusiva e anche se al momento sembra un un sogno voglio dire che se non sogniamo non realizzeremmo nulla. Poi Fasolino fa delle osservazioni: “Stiamo costruendo un sistema che si muove secondo il profilo pedagogico e l’alta tecnologia e la disabilità diventano fondamentali per la crescita di questi ragazzi. L’inclusione è un progetto globale del mutato quadro globale. Costruire una società inclusiva per far sentire il disabile cittadino del mondo”.
La dottoressa Di Trani ha sottolineato come le scuole in rete stanno lavorando per portare avanti il progetto I Care. E il tema di questo seminario ne è una prova.
Carlo Abbatino.