“Circa 20 mila alloggi in Basilicata sono stati costruiti dopo il 1942 e almeno 120mila prima del 1960 con ben 70 mila in uno “scarso stato di conservazione”. Per questo, in attesa dei programmi di rilancio del comparto costruzioni che, ci auguriamo, possano venire dal nuovo Governo, l’unica strada per rimettere in moto un settore dell’edilizia in piena crisi e dell’economia più in generale è quella della riqualificazione e dell’efficientamento del patrimonio immobiliare esistente, del rilancio delle politiche urbane in chiave ecosostenibile, che devono tornare al centro delle politiche di sviluppo territoriale anche attraverso la capacità di attrarre e valorizzare risorse umane ed imprenditoriali, legate alla qualità dei luoghi, delle infrastrutture cittadine e dei servizi pubblici, culturali e sociali”.
A sottolinearlo è il segretario regionale della Feneal-Uil Domenico Palma, aggiungendo che dalle statistiche Istat sui permessi di costruire emerge che nel decennio 1995-2010 solo l’11,4% dei permessi hanno riguardato lavori di ampliamento-ristrutturazione per l’edilizia residenziale e il 14,1% per l’edilizia non residenziale, mentre sono in costante calo gli atti di compra-vendita (sino al 22% in meno in un anno) a riprova che i lucani si tengono stretta la propria casa non potendosi permettere acquisti. Tenuto conto che almeno un quinto delle case è classificato in “stato di conservazione mediocre”, c’è dunque molto da fare per cogliere questa opportunità promuovendo programmi di ristrutturazione edilizia e sostenendo l’iniziativa privata attraverso piani di investimento pubblico-privato, norme premiali e incentivi di scopo. Si tratta nello specifico – continua il segretario dei lavoratori edili della UIL – di dare la più rapida attuazione al Piano Casa approvato dalla Regione che per quanto riguarda il rinnovamento del patrimonio edilizio prevede sugli edifici realizzati dopo il 1942 interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con aumento della superficie complessiva esistente fino al 40%, a patto che siano utilizzate tecniche di bioedilizia, pannelli fotovoltaici, e la dotazione di verde venga incrementata fino al 60%. In questo caso la riduzione del consumo energetico non potrà essere inferiore al 30% del fabbisogno dell’intero edificio. Quanto al recupero edilizio è possibile riutilizzare le superfici coperte e libere dei piani terra di edifici esistenti per parcheggi da destinare a pertinenza delle singole unità immobiliari, alloggi sociali, alloggi per handicappati e nuove unità immobiliari di superficie complessiva non inferiore a 45 metri quadri. In aggiunta a questi provvedimenti avremmo preferito l’istituzione di un Fondo di Rotazione per attivare mutui a favore di condominii che hanno necessità di lavori di ristrutturazione ed adeguamento, con lo stesso meccanismo del Fondo di Rotazione che esiste in agricoltura, e quindi alimentato, in questo caso, dagli stessi cittadini che restituirebbero il mutuo a tasso agevolato con il doppio beneficio per i proprietari di case da ristrutturare e per imprese ed operai edili. Come hanno avuto modo di ribadire le sezioni Inu di Matera e di Potenza, se non si mette mano alla revisione delle normative urbanistiche ed edilizie – afferma Palma – da una parte la burocrazia e dall’altra la carenza di strumenti adeguati non consentiranno l’apertura nemmeno di un cantiere edile. I problemi storici che attanagliano l’urbanistica si risolvono solo con l’approvazione di una legge di principi sul governo del territorio”.