Uccio Mastrosabato, il tecnico che diventa attore
Uccio, con la Blu Video sei sempre dietro la telecamera mentre nel vaso di Pandora ti sei trovato anche davanti, per quale ragione? E’ nato tutto per gioco. Nel 1999 la Blu Video non era ancora in vita quando Geo Coretti mi contattò dopo un provino per il corto “Storie di un tufo”. E’ stato lui all’epoca a scoprire le mie doti artistiche. In realtà, per dirla tutta dovevo prendere degli schiaffi all’inizio della storia e Toni Notarangelo, che all’epoca già lavorava con Geo Coretti, mi disse che nessuno sapeva incassare i colpi come me…” E così anche nel ruolo di venditore di rarità, che interpreto per il Vaso di Pandora sono costretto a subire schiaffi dai fratelli Bandiera…In ogni caso è stato gratificante svolgere questo doppio ruolo anche perché, e ora parlo da tecnico, abbiamo fatto tesoro di quanto sperimentato in questa prima produzione. Girare un lungometraggio è tutta un’altra storia rispetto ad un corto. Personalmente mi sono ritrovato come un bambino di fronte ad un giocattolo che non ha mai avuto tra le mani. Ora che abbiamo acquisito tanti trucchi del mestiere, cercheremo di metterli in pratica nel prossimo film. Anche come attore? Chi può dirlo, certamente non sarò io a decidere se sono in grado di recitare o meno qualche altro ruolo…
Roberto Porsia, quello che comanda a Matera!
“J cmmon’ a Matàr!” Non è solo una battuta del film Il vaso di Pandora. Roberto Porsia, un professionista del mondo della comunicazione, si catapulta per gioco nel progetto di Geo Coretti e Giancarlo Fontana e diventa l’icona del dialetto materano da sdoganare nel modo più semplice e genuino. E anche lui racconta i momenti sul set del primo film realizzato e prodotto nella città dei Sassi. “Io prendo la vita con allegria, quindi non ho avuto problemi a recitare le battute del copione in dialetto materano. Il Vaso di Pandora resterà per sempre un’esperienza indimenticabile sotto il profilo culturale ma anche umano. Lavorare con Maurizio Nicolosi, un attore vero, è stato meraviglioso ed esilarante al tempo stesso. Quando abbiamo recitato la scena in cui ci puntiamo tutti la pistola alla tempia non smettevamo mai di ridere e questo naturalmente ci impediva di girare la scena nel migliore dei modi. Sono orgoglioso di questa produzione tutta materana, anche perché ho avuto modo di constatare che ci sono tanti professionisti che potrebbero lavorare tutto l’anno in questo settore. Purtroppo non abbiamo le strutture e nessuno ha investito seriamente su questa risorsa. Speriamo che il Vaso di Pandora possa innescare un circolo virtuoso per invertire la rotta e valorizzare chi crede nello sviluppo cinematografico sul nostro territorio”.
Interviste a cura di Michele Capolupo