“Lo sblocco degli interventi anti-sismici sugli edifici, annunciato dall’Assessore alle Infrastrutture Braia, con una spesa di 1,7 milioni di euro e l’impegno a reperire nuove risorse finanziarie per mettere in sicurezza le case e gli edifici dei Comuni lucani maggiormente esposti al rischio sismico sono atti importanti anche per ridare ossigeno al comparto delle costruzioni”. A sostenerlo è il segretario regionale della Feneal-Uil Domenico Palma ribadendo che “il terremoto nell’area del Pollino dopo quello in Emilia Romagna e in precedenza dell’Aquila nel 2009, le numerose calamita’ naturali che hanno colpito nel tempo altri territori italiani (da noi è ancora vivo il ricordo dell’alluvione nel Metapontino di marzo 2011) rendono indispensabile una svolta radicale nella cultura, nella progettualita’ e nelle politiche per il settore dell’edilizia e impongono una riflessione per definire nuovi modelli e processi innovativi della filiera delle costruzioni. La sfida, secondo dati di uno studio Ance-Cresme, consiste nel fatto che oltre 2,5 milioni di case risultano in pessimo o mediocre stato di conservazione; oltre il 60% degli edifici (circa 7 milioni) e’ stato costruito prima del 1971, quindi prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica per nuove costruzioni (1974). Questa la situazione in Basilicata: circa 20 mila alloggi in Basilicata sono stati costruiti dopo il 1942 e almeno 120mila prima del 1960 con ben 70 mila in uno “scarso stato di conservazione”. E’ dunque matura – afferma Palma – la proposta della Feneal-Uil di istituzione di un Distretto produttivo dell’Edilizia antisismica e sostenibile (bioedilizia).
Il Distretto – precisa il segretario degli edili della Uil lucana– è un’ aggregazione di attori pubblici e privati creata con l’ obiettivo di diffondere sul territorio un nuovo modo di costruire finalizzato a realizzare un prodotto edilizio più evoluto che minimizzi l’ utilizzo delle risorse ambientali e favorisca il risparmio energetico. Esso si propone di diffondere una nuova cultura costruttiva e favorire il mercato delle costruzioni ecosostenibili che, secondo le stime dell’ Enea, potrebbe toccare nel 2019, tra edilizia residenziale e non residenziale, gli 8 miliardi di euro con una domanda di materiali ecocompatibili pari a circa 2 miliardi di euro; attraverso la creazione di reti di imprese del settore il distretto intende sviluppare la qualità costruttiva e l’ utilizzo di materiali ecocompatibili in linea con le esigenze dell’ edilizia sostenibile, sostenere strategie di recupero del territorio e degli edifici per innalzare la qualità della vita dei suoi abitanti, formare nuove figure professionali specializzate nell’ edilizia sostenibile, promuovere la ricerca scientifica e l’ innovazione tecnologica finalizzata ad implementare l’ edilizia sostenibile nella regione”.
Per avere un’idea del “Distretto produttivo dell’Edilizia sostenibile pugliese”, che non affronta però le questioni dell’edilizia antismica, è il caso di evidenziare – afferma il segretario della Feneal-Uil – che esso conta 181 imprese, più associazioni, sindacati, università e centri di ricerca. Settore di punta dell’economia pugliese, ha un fatturato complessivo di quasi 4,5 miliardi in un anno, il 2009, nel quale, nonostante la crisi, sono state costruite in Puglia 1.980.400 abitazioni.
E se ci fosse bisogno di evitare sottovalutazioni è il caso di ricordare i dati dell’anagrafe ministeriale degli edifici scolastici per il patrimonio di edilizia scolastica della nostra regione non sono una sorpresa: la percentuale più alta di edifici scolastici classificati in Zona 1 (la sismicamente più pericolosa) si registra in Calabria, 53,6%, seguita da Basilicata (33,5%) e Abruzzo (20,7%). Palma sottolinea alcuni dei dati più significativi dell’Anagrafe del Miur: su 10.219 istituzioni scolastiche hanno risposto in 9.806; gli edifici censiti sono stati 36.220 (un’istituzione scolastica può includere più edifici); il 4% degli edifici scolastici in Italia è stato costruito prima del 1900, il 44% tra il 1961 e il 1980. Il 14,8% è stato riadattato per uso scolastico e il 4% è di proprietà di enti religiosi o privati; su 25.532 edifici per i quali è stata comunicata la classificazione sismica, 2.328 edifici sorgono nelle zone più pericolose dal punto di vista sismico e 11.414 si trovano in territori in cui in passato si sono avuti danni rilevanti a causa di terremoti abbastanza forti.
Riportiamo di seguito la nota già pubblicata su SassiLive sulla prevenzione del rischio sismico co inviata dall’assessore regionale Luca Braia in cui si annuncia l’invio di 3400 domande alla Regione Basilicata per accedere alc ontributo economico previsto per interventi di rafforzamento o demolizione e ricostruzione di edifici in Basilicata.
Entro fine giugno la graduatoria regionale degli aventi diritto al contributo economico. Disponibili 1.732.286,48 euro per interventi di rafforzamento o demolizione e ricostruzione edifici.
Dai 117 Comuni lucani considerati “a maggiore pericolosità sismica”, agli uffici regionali sono pervenute 3400 domande per interventi strutturali sugli edifici.
Si sono infatti conclusi i termini per la presentazione delle domande ed entro fine giugno sarà pubblicata la graduatoria regionale per gli aventi diritto ai finanziamenti.
“L’ufficio Edilizia del Dipartimento Infrastrutture – fa sapere l’assessore al ramo Luca Braia – è già al lavoro per l’istruttoria delle numerose domande pervenute e la stesura della graduatoria finale. Cercheremo di soddisfare un congruo numero di richieste – ha aggiunto l’assessore – per mettere in sicurezza le case e gli edifici dei Comuni lucani maggiormente esposti al rischio sismico”.
L’importo finanziario a disposizione, per l’anno 2001, ammonta a 1.732.286,48. Si tratta di fondi derivanti dall’ordinanza ministeriale numero 4007 del 2012 della Presidenza Consiglio dei Ministri – Dipartimento Protezione Civile – per “interventi strutturali di rafforzamento locale o miglioramento sismico, o, eventualmente, di demolizione e ricostruzione di edifici privati”.
“Ulteriori risorse ministeriali – ha aggiunto l’assessore Braia – saranno assegnate per le annualità 2012-2013 e 2014. SI tratta di un intervento significativo e sostanziale che si affianca alle numerose iniziative messe in atto dal Dipartimento, tra cui gli studi di microzonazione sismica, per la mitigazione delle conseguenze derivanti dai terremoti. In zone a carattere sismico come la Basilicata – ha concluso Braia – il più efficace intervento per contrastare gli effetti negativi dei terremoti, è senza dubbio la prevenzione”.