Per “raccontare” l’agonia di un settore, quello delle costruzioni, e chiedere al governo un tavolo straordinario di crisi ed interventi immediati per aprire piccoli e grandi cantieri, ridando fiato e speranza ad un settore industriale che più di altri può fare da traino per la ripresa, Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil hanno fissato al 31 maggio 2013 una giornata di mobilitazione che si inserisce nella più ampia mobilitazione unitaria confederale che culminerà con la manifestazione nazionale del 22 giugno.
“Siamo consapevoli – afferma il segretario regionale della Feneal-Uil Domenico Palma – che il settore in questi anni sia profondamente cambiato in consistenza e struttura e che mai più ritornerà ad essere quello di una volta, né lo vogliamo. Dobbiamo però superare il modello che lo ha caratterizzato nella fase pre-crisi, fatto di investimenti sbagliati e soprattutto inutili e che hanno finito per degradare ancora di più le periferie delle nostre città. Dobbiamo, invece, riuscire a far sopravvivere quel che resta del settore per poter al meglio rilanciare un nuovo sviluppo, differente, sostenibile, legale e di qualità, basato su recupero dell’esistente, ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio pubblico e storico, manutenzione del territorio.”
“Le cifre parlano chiaro e sono sempre meno confortanti. In cinque anni di crisi, dal 2008 al 2013, – il segretario ha ricordato – abbiamo registrato nel settore dell’edilizia – 400.000.000 ore lavorare, – 2 miliardi di massa salariale nel sistema casse edili, 60.000 imprese chiuse, di cui 10.000 per fallimento ed oltre 300mila lavoratori dipendenti hanno perso il proprio lavoro.” “Con essi il settore ha perso un grande patrimonio professionale”, prosegue il segretario degli edili della Uil spiegando “che sempre più spesso sono le imprese sane e più virtuose, quelle che non ricorrono al lavoro nero, a dover chiudere i battenti, soffocate dai mancati pagamenti e dalla stretta creditizia, incapaci di andare avanti come hanno sempre fatto. In tal modo il settore non solo si è impoverito, perdendo lavoratori e reddito, ma si è anche destrutturato e indebolito. Si deve dunque agire subito – ha aggiunto – per assicurare un futuro alle imprese sane che operano secondo le regole e per fermare il collasso di un settore centrale come il nostro, che rappresenta l’11% del Pil dell’intera economia italiana, e bloccare il fenomeno delle false partite iva, il cui numero ha raggiunto oramai quello dei lavoratori dipendenti, equiparando il più possibile il costo del lavoro dipendente e quello autonomo.”
Nel ribadire “i rapporti di unità che hanno sempre caratterizzato le organizzazioni sindacali nella categoria degli edili e che con la crisi si sono rafforzati” Palma ha affermato che “al contrario si registra lo sfaldamento della compagine imprenditoriale nel settore costruzioni, dove le associazioni imprenditoriali hanno finito per perdere la loro connotazione nazionale trovandosi, invece, uniti e compatti soltanto nel presentarci le loro controproposte sul tavolo della contrattazione per il rinnovo del contratto nazionale dell’edilizia che ci riportano indietro di 20 anni.”
“Il sistema Casse Edili – ha concluso – è lo strumento più appropriato per misurare la rappresentanza e la rappresentatività del settore, sia delle organizzazioni sindacali che imprenditoriali. Infatti telematicamente tutte le imprese inviano mensilmente, attraverso gli appositi moduli, tutte le informazioni inerenti gli iscritti e i non iscritti alle organizzazioni sindacali e le adesione delle aziende alle associazioni imprenditoriali.”