“Per la prima volta in un’assemblea degli azionisti dell’ENI Ministero del Tesoro-Cassa Depositi e Prestiti è finito in minoranza rispetto ai privati a causa di una consistente nuova partecipazione di fondi finanziari per la gran parte esteri. E’ uno scenario, quello che sembra profilarsi, del tutto inedito che richiede una qualche riflessione politica e da parte del Governo che tenga conto gli interessi nazionali da tutelare e tra questi quelli della nostra regione, più esposta al prevalere di interessi delle lobby petrolifere”. E’ il commento del capogruppo SEL in Consiglio Regionale, Giannino Romaniello, per il quale “i quotidiani e le agenzie di informazione finanziaria ed economica, non a caso, hanno dato ampio risalto all’evento con la previsione che non si possa trattare di “un incidente di percorso” nella gestione dell’ENI sinora controllata dallo Stato attraverso poco più del 30% del capitale. E’ evidente che se dovesse verificarsi un cambio nel rapporto tra azionista pubblico e privato, per noi – dice Romaniello – si introdurrebbe una nuova questione, non certo da sottovalutare, che riguarda l’interlocuzione con il management Eni. C’è da preoccuparsi perché se con la maggioranza detenuta da Tesoro-Cdp il confronto, come testimonia la travagliata esperienza del Memorandum sul Petrolio, non ha prodotto alcun risultato significativo, rinviando continuamente misure ed azioni, preferiamo non pensare cosa potrebbe accadere se la maggioranza azionaria passasse di mano. Sinora nell’assemblea Eni poichè non erano in discussione scelte strategiche o particolarmente delicate per l’interesse pubblico, il sorpasso dei fondi e degli altri investitori privati non ha creato alcuna tensione. Questo non può tranquillizzarci. Una strada per tutelare gli interessi delle nostre comunità locali che continuano a guadare all’opportunità petrolio in termini di nuova occupazione e nuovo sviluppo – dice il capogruppo SEL – è investire il nuovo Governo e il Parlamento perché si attui una strategia che metta in sicurezza il controllo della maggioranza azionaria e facili il ritorno al confronto tra Eni e Regione, soprattutto per la rideterminazione delle royalties a favore della Regione e dei Comuni”.
Mag 15