Mentre Torino si conferma la capitale italiana della letteratura con la fiera del libro da giovedì 16 a lunedì 20 maggio la città di Matera, candidata a capitale europea della cultura del 2019 ha deciso di ospitare un evento analogo, denominato la fiera dell’autore e previsto da venerdì 17 a domenica 20 maggio 2013. A promuoverlo la Publicom, editrice del settimanale free press Controsenso Basilicata e Arduino Sacco editore, che nel suo vasto e prestigioso catalogo annovera anche le opere prime di numerosi giovani scrittori lucani. Iniziativa culturale partorita a Potenza, dove si è svolta nelle prime due edizioni e quest’anno proposta nella città dei Sassi. ln una terra come la Basilicata dove si legge pochissimo un’iniziativa del genere in una città che punta a diventare capitale europea nel 2019 dovrebbe riscuotere un grande successo ma a quanto pare i materani hanno preferito fare altro. La formula è innovativa, perchè sono gli autori ad esporre le loro opere e interagire direttamente con i lettori. I visitatori possono avvicinarli nei loro stand dedicati, sfogliare i loro libri, soddisfare delle curiosità sulla genesi degli stessi, e magari, alla fine, acquistarli. Il principio è quasi rivoluzionario: non una “fiera di libri” e basta, ma un evento che porta direttamente gli scrittori in loco per confrontarsi con il pubblico lucano. Contestualmente sono previsti dibattiti e presentazioni di libri dei generi più vari; fra questi, il libro sull’Ospedale San Carlo di Potenza, scritto da Rosa Santarsiero e Virginia Cortese, il libro di fantascienza in latino di Donato Altomare, il volume “Ritratti di Cinema, Fuga da New York”, di Walter De Stradis, “L’Arcipelago della Coscienza” di Mauro Maldonato, “La Collera” di Andrea Di Consoli, “Carlo Gesualdo da Venosa” di Dora Liguori. Peccato che il pubblico era altrove e lo spettacolo che si presentava agli occhi dei passanti era deprimente. Tante sedie vuote e pochissime persone interessate agli appuntamenti in programma. Tra i due ipogei è stato allestito un palco per dare maggiore vai relatori e favorire anche una promozione mirata per Matera 2019 anche attraverso uno striscione me sedie a disposizione per i potenziali spettatori sono rimaste desolatamente vuote. Matera si candida a capitale europea della cultura, si organizzano eventi per promuovere la lettura e esaltare le pubblicazioni lettterarie lucane ma la città che fa cultura non risponde. Come mai? Forse le pubblicazioni non erano interessanti? L’evento non è stato promosso in maniera adeguata? O semplicemente i cittadini non riescono ad appassionarsi alla cultura in un momento particolarmente critico dal punto di vista sociale ed economico? Agli uomini di cultura il compito di fornire risposte.
Michele Capolupo.
Sul risultato deludente ottenuto nel primo appuntamento culturale con la fiera dell’autore a Matera interviene Giuseppe Cicchetti, studente universitario materano particolarmente legato al nostro territorio grazie al portale profumodisvolta.it in cui vengono periodicamente inseriti contributi importanti per la cresciuta culturale e sociale della città di Matera. Di seguito la lettera inviata alla nostra redazione.
Gentile direttore di SassiLive.it,
caro Michele,
leggo con molto dispiacere il tuo ultimo articolo relativo all’insuccesso della prima giornata della Fiera dell’Autore a Matera. Guardo con tristezza quella foto in evidenza, con una piazza Vittorio Veneto con tante sedie vuote e due relatori che hanno appena cominciato il loro intervento, e provo dare il mio contributo in un dibattito che fai bene a stimolare e che dovrebbe coinvolgere tutta la città per immaginare e tracciare la strada su cui Matera e i materani, insieme a tutta la Basilicata, decideranno di incamminarsi riuscendo a guardare anche oltre traguardi e obiettivi importanti come il 2019 e la candidatura a Capitale Europea della Cultura.
Per prima cosa, evitiamo di confondere differenti situazioni. Se un evento non riscuote successo, se non è abbastanza partecipato o addirittura per niente, non è detto che non sia valido in sé, né che non raccolga l’interesse del pubblico a cui è rivolto, i materani in questo caso. Spesso non si affrontano nella maniera giusta tanti aspetti collegati all’organizzazione di un evento: spesso (nel caso di Matera, mi permetto di dire, molto spesso) non si cura abbastanza la comunicazione e la notizia dello svolgimento di un qualsiasi evento non arriva nemmeno all’orecchio di un potenziale pubblico. In questo caso, per esempio, la diffusione della notizia sul web e l’invito a partecipare alle iniziative non è stato affatto preso in considerazione: basta cercare “Fiera dell’Autore Matera” su Google per trovare soltanto il classico comunicato che gira, identico, tra le news di vari siti; basta cercare la stessa stringa su Facebook; basta guardare quanti commenti (0) o interazioni sui social network (14) ha avuto il comunicato sullo stesso SassiLive.it, che è forse il sito locale di news più seguito; basta frequentare un minimo il web per rendersi conto che l’evento non è stato pubblicizzato nei luoghi dove migliaia di materani passano ore della propria giornata. Sicuramente, l’evento di ieri non ha avuto successo anche perché si trattava di un evento cosiddetto “di nicchia” per i materani e si rivolgeva a un pubblico limitato e selezionato. Ma qui, ahimè, non è utile ricercare responsabilità e ci si addentra in una seconda questione.
A gennaio di quest’anno l’Istat (Istituto nazionale di statistica) ha pubblicato l’edizione 2013 di noi-Italia (link: noi-italia.istat.it). “100 statistiche per capire il Paese in cui vi viviamo” sottotitola la raccolta degli ultimi dati, qui è possibile trovare molte informazioni importanti: 19 categorie, dati su base regionale e confronti diretti con le percentuali europee. Nella sezione “Cultura e tempo libero”, la prima che con Profumo di Svolta abbiamo voluto guardare insieme a quella “Istruzione”, sono presenti le percentuali relative alle abitudini degli italiani per lettura, informazione attraverso quotidiani e Internet, fruizione della cultura in generale come frequentazione di musei, mostre cinema e teatro. Una spiacevole sorpresa per chi si avvicina per la prima volta a queste percentuali, una conferma per chi è avvezzo a analizzarle sistematicamente: le classifiche condannano la Basilicata e l’intero meridione d’Italia agli ultimi posti e delineano una situazione drammatica che non può e non deve passare inosservata agli occhi di nessuno. Partendo dall’educazione alla lettura dei lucani, perché quando si fa riferimento a questo tipo di abitudini bisogna parlare di educazione:
– il 33,5% della popolazione con un’età superiore a 6 anni, ha letto almeno un libro negli ultimi dodici mesi.
Soltanto 1 lucano su 3 ha avuto modo di leggere (almeno) un libro negli ultimi dodici mesi. E’ un indice molto preoccupante se pensiamo che nella fascia interessata rientrano gli studenti, obbligati a leggere per obbligo della scuola, che alzano l’incidenza percentuale. La media italiana è 46%, le regioni che leggono di più (Val d’Aosta, Trentino e Veneto) sono oltre il 56%. Poco peggio di noi fanno soltanto Sicilia, Puglia e Campania. L’unica nota positiva è l’aver guadagnato 7 punti % dal 2000.
Non possiamo disporre dei dati relativi alla città di Matera, ma a dir la verità ci interessano poco. Sono sufficienti le statistiche con cui viene descritta la nostra regione per farci riflettere. Si, perché probabilmente è sufficiente soltanto riflettere. E anche la Fiera dell’Autore deserta comincia a avere un senso: qualsiasi persona che, incuriosita, si è fermata a ascoltare le parole spese durante gli incontri e che magari non ha mai aperto un libro, soprattutto se si tratta di un ragazzo, potrà essere un futuro lettore.
Ma si parla di cultura: non soltanto i libri sono cultura. Certo, una bella arma a doppio taglio.
L’UNESCO ci insegna che: «La cultura in senso lato può essere considerata come l’insieme degli aspetti spirituali, materiali, intellettuali ed emozionali unici nel loro genere che contraddistinguono una società o un gruppo sociale. Essa non comprende solo l’arte e la letteratura, ma anche i modi di vita, i diritti fondamentali degli esseri umani, i sistemi di valori, le tradizioni e le credenze.» (Conferenza mondiale sulle politiche culturali. Città del Messico, agosto 1982)
Adesso comincia a avere senso qualcosa in più. Comincia a avere senso anche la candidatura a Capitale Europea della Cultura per il 2019.
Ma torniamo alle statistiche e pensiamo anche alla cultura dell’informazione. L’informazione, oltre a essere cultura, è anche interesse per la propria comunità. E’ partecipazione.
Passando dalla lettura di libri a quella di quotidiani e alla fruizione della carta stampata come mezzo di informazione giornaliera:
– il 37,9% dei lucani con un’età superiore 6 anni, legge quotidiani almeno una volta a settimana.
Quasi 2 lucani su 3 non si informano nemmeno una volta a settimana attraverso quotidiani cartacei, che siano a tiratura nazionale o locale. La media italiana è del 52,1% e regioni come Veneto, Sardegna, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia superano il 60%. Informarsi e rimanere aggiornati su quello che accade intorno a noi, nel mondo globalizzato di oggi è fondamentale; farlo attraverso la lettura, ha un grande valore perché stimola la riflessione e la rielaborazione personale più di quanto possa fare una notizia ascoltata in televisione. “Ma la carta stampata è destinata a scomparire dall’informazione quotidiana e periodica, ormai tutti leggono le notizie sul web” si potrebbe pensare… e invece…
– soltanto il 17,9% dei lucani (dai 6 anni in su), hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi per scaricare giornali, news e riviste.
La media italiana è del 25,1% e in Lazio e Trentino si tocca quasi il 30%. Stavolta le percentuali della Basilicata conquistano l’ultimo posto tra le regioni del Sud e di tutta l’Italia. Il 42,9% della popolazione lucana ha utilizzato almeno una volta Internet negli ultimi dodici mesi: altro dato preoccupante per chi crede nell’innovazione come motore di crescita e sviluppo; ma tornando alla questione della diffusione dell’abitudine e dell’educazione all’informazione, la Basilicata vive una preoccupante situazione di arretratezza insieme a tutte le regioni del meridione che la condannano a rimanere indietro rispetto al resto della Penisola e la obbligano a riflettere e a progettare e immaginare nuove prospettive di cambiamento necessarie. Cittadini che leggono, si informano e utilizzano non passivamente la tecnologia sono cittadini vivi e attivi, gli unici in grado di avviare una svolta in un determinato territorio.
Continuando con le percentuali Istat e, come detto, andando oltre lo stretto legame che esiste tra cultura e lettura:
– soltanto il 17,8% dei lucani con età superiore ai 6 anni, ha visitato almeno una volta musei e mostre negli ultimi dodici mesi;
– il 39,1% è andato almeno una volta al cinema negli ultimi 12 mesi, la percentuale più bassa di tutta Italia.
Ai lucani non piace leggere. Non soltanto: manca una basilare educazione alla cultura e alla sua fruizione. Non impegnare parte del proprio tempo libero in attività culturali è un sintomo grave, soprattutto per chi è giovane e deve lasciarsi alle spalle una tradizione infelice (150 anni fa, più del 90% della popolazione lucana era analfabeta). Nell’era del digitale, appunto, vivere gli spazi reali e concreti delle città, frequentare musei e mostre, interessarsi al patrimonio artistico, culturale e folklorico che esse esprimono, è importante e compensa le necessarie distrazioni digitali. Partecipare a attività e eventi organizzati da poli culturali, pubblici e privati; organizzare, coltivare e promuovere cultura significa condividere con altre persone interessi, crescere e valorizzare gli spazi fisici di cui una città dispone. Ma, a questo punto, le responsabilità del singolo diminuiscono e quelli della collettività organizzata e dell’impresa privata (che, comunque, non sono affatto basse in relazione ai dati precedentemente esposti) aumentano. Questo è un tema che meriterebbe di essere trattato con cura e attenzione e alcune sue criticità sono evidenziate dai prossimi dati.
– soltanto 1,1 unità di lavoro su 100 sono impiegate nel settore della cultura. (dati 2010)
Come sappiamo gran parte del lavoro in Basilicata è alle dipendenze del pubblico e constatare che soltanto un lavoratore su 100, si occupa di cultura, pone delle pesanti responsabilità sulle spalle di amministratori e dirigenti. Poi, nei territori dove manca l’educazione alla cultura, anche l’intrapresa privata in questo settore è bassa e fatica notevolmente a farsi avanti e sciogliere i vincoli dell’ignoranza e della disabitudine a pratiche di fruizione culturale.
Come migliorare tutte le precedenti percentuali e soprattutto la reale situazione? Senza chi si occupa di cultura per mestiere, forse è impossibile.
Insomma, ho provato a delineare una situazione generale, inquadrando sicuramente con troppe parole e troppi dati molte delle criticità e soprattutto degli ampi margini di miglioramento di cui disponiamo. E’ il parere di un ingenuo diciannovenne, però il problema lo si ritrova oltre che nella storia e nelle vene di un popolo, anche nella testa di molti amministratori.
La scintilla della svolta e del riscatto culturale della nostra regione e della nostra città partirà sicuramente dalla scuola e dal sistema d’istruzione, ma di cosa stiamo discutendo se la Legge Regionale sul Diritto allo Studio della Basilicata risale al 1979? Mi permetto di giudicare negativamente l’operato in merito degli ultimi assessori regionali all’Istruzione, ultimamente coinvolti anche nella cronaca giudiziaria meno piacevole.
E visto che si parla di spazi fisici per la fruizione della cultura: quante biblioteche, aule studio, musei, cinema e teatri sono veramente aperti per le piccole e grandi comunità che li ospitano? Poche eccellenze regionali mi vengono in mente, per primo il Palazzo Lanfranchi di Matera che con la Soprintendenza ai Beni Culturali non si lascia sfuggire le migliori occasioni per coinvolgere tutti i cittadini, dedicando attenzione alle fasce d’età, oltre che ai diversi interessi di chi lo frequenta.
Internet come volano per la cultura e l’economia? E come vi accediamo senza una connessione a banda larga che raggiunga tutti. Tutti i paesi, anche i più piccoli, della regione; tutte le piazze più importanti, le scuole, i luoghi di interesse attraverso connessioni wifi?
La situazione è molto complessa e spesso immobilizzata: investire in cultura richiede menti sensibili e progetti a lungo termine. Sogni e visioni devono appartenerci se vogliamo provare a cambiare qualcosa. Matera Capitale Europea della Cultura potrebbe essere uno di questi, l’inizio di un percorso piuttosto che un traguardo. Se ne parla spesso sulla Web Community 2019 (community.matera-basilicata2019.it). Ma devono essere i sogni, le visioni, i percorsi e i traguardi di una comunità.
Piccole iniziative come eventi e festival, come iniziative pianificabili che possono andare da un bookcrossing virale alla creazione di poli culturali, sono necessarie e sono la linfa vitale per una città e una regione come la nostra (naturalmente bisogna impegnarsi perché venga coinvolta più gente interessata possibile); ma senza un approccio sistemico che tenga dentro un’attenzione dedicata a scuola, formazione e università, innovazione tecnologica e sociale, spazi urbani, pianificazione e tanto altro, non si potrà mai voltare pagina.
Grazie direttore per aver provato a stimolare un dibattito su questo importante tema. Speriamo possa raccogliere l’interesse e la partecipazione di molti.
Giuseppe Cicchetti (www.profumodisvolta.it)
La fotogallery della prima serata dedicata alla fiera dell’autore (foto www.sassilive.it)
Forse i materani cominciano a capire che la cultura e’ interessante ma non è commestibile!
Qualcuno che faccia un po’ di “mea culpa”? Qualcuno che dica: ” forse si sarebbe dovuta comunicare meglio?”. É indubbiamente troppo facile affermare che la colpa sia degli “ignoranti” quando poi si organizzano eventi ma non si arriva ad un congruo numero di persone.
Bravissimo Anto, io di questa iniziativa non ne sapevo assolutamente nulla. In questi giorni sono stato spesso fuori città per motivi personali ma leggendo anche quello che hai scritto tu sembra proprio che la promozione dell’evento abbia lasciato molto a desiderare….
l’EVENTO NON è STATO PRESENTATO AL PUBBLICO ADEGUATAMENTE. IERI SERA NON SI CAPIVA DI COSA SI TRATTAVA . STAND VUOTI E L’IMPRESSIONE ERA DI UN MEZZO MERCATINO
no! secondo per i materani è più importante andare a vedere il MATè.
“FORZA MATERA VINGI PER NOI”
IL MATè E POPO Fò..
se aspettiamo i materani per una presenza decente a queste manifestazioni stiamo freschi.
Ancora con Matera=cultura? Basta, non fa più ridere adesso…
Siamo la vera avanguardia culturale di questa società postmoderna
. Un’avanguardia silente e spettrale cenere della millenaria tradizione orale contadina cancellata senza rispetto da questa cultura borghese patetica e vendibile.
i materani ormai si atteggiano a “milanesi” nelle abitudini e nei comportamenti! hanno sempre da ridire su tutto e tutti…un continuo lamento insomma!quando non c’è nulla si lamentano…quando c’è qualcosa non prendono parte e si lamentano comunque…poi mettiamoci pure una informazione poco completa sugli eventi da parte delle istituzioni locali e la frittata è fatta!
10 100 1000 mika = capitale della coltura 2013………..il mate’ e popo fo impara a scrivere e poiu a leggere gnurant
non so se sono io che non capisco la tua ironia tu la mia.
L’ironia (dal greco antico εἰρωνεία; eironeía, ovvero: ipocrisia, falsità o finta ignoranza) ha come base e scopo il comico, il riso e finire nel sarcasmo.
ovviamente erano voluti gli errori.
Vorrei chiedere ai tanti colti del materano se hanno mai studiato la piramide dei bisogni di Maslow.
Beh per chi non lo sapesse alla base ci sono i bisogni primari di sopravvivenza e all’apice quelli culturali.
Secondo voi la maggior parte del popolo materano oggi come sta affrontando la sua vita?
Cerca di sopravvivere o è felice e realizzato che può dedicarsi alla cultura?
La risposta è data dal vuoto della piazzetta…
I materani non sono ignoranti, stanno solo cercando di sbarcare il lunario e sono così depressi e scoraggiati che non hanno voglia neanche di uscire…
Caro sindaco non puoi candidare una città alla cultura se prima non risolvi i problemi essenziali dei tuoi cittadini.
Quale civiltà dovrebbe trasparire da una città in ginocchio da disoccupazione ed economia bruciata dalla crisi?
Finalmente una risposta saggia. A Matera sfortunatamente abbiamo un sindaco interessato esclusivamente ai bisogni della casta ,la piramide dei bisogni di Maslow. lui la vede A CAP SOTT!!
Ma quale piramide e quali bisogni. Cazzate.
Informarsi, studiare, capire è, ora come ora, ancora più importante.
Perché la gente comincia ad avere fame sul serio ed è più manipolabile di prima, perché più debole.
Se la popolazione italiana e lucana, fosse stata leggermente più istruita su quello che realmente sta accadendo, forse, si sarebbero poste le basi per trasformare le lamentele in concrete azioni politiche.
L’ istruzione e sicuramente importante ma ci vogliono le palle per cacciare questa gente
Se il tuo ragionamento è giusto, allora dobbiamo ringraziare il nostro sindaco che spende tempo e denaro per “istruire” i suoi concittadini!
Peccato però che le troppe parole e i pochi fatti concreti non risolvano i problemi reali della gente che oggi ha bisogno in primis di lavoro e serenità.
E Maslow non merita di essere offeso, la sua è una teoria scientifica, non cazzate!
Condivido pienamente. Tutti depressi sono a Matera? Eppure per altri eventi sono tutti in piazza
E poi, io non abito a Matera, come mai sapevo di questo evento? Guarda caso l’ho letto su uno di questi giornali on-line, l’ho letto su un pieghevole cartaceo (per chi non usa internet!) che riporta tutti gli eventi di maggio a Matera e che si trova in parecchi posti della città. Pensavate di vedere la pubblicità su Rai 1? Se non conoscete quello che succede nella vostra città è grave! Ma è grave per voi perchè vi perdete questi eventi interessanti.
ELY NON FARE LA SNOB!!!!!!!!!!
Ma non sono snob 🙁
io sono sempre informato, ma di questo veramente non sapevo nulla.. P.s. Oltre ad interessarmi di cultura, tifo anche il matera.. Qualcuno ha da ridire qualcosa? Il mondo è vario, perché criticare le passioni della gente? Mah..
SECONDO ME E’ VENUTA A MANCARE LA COMUNICAZIONE.
NESSUNO SAPEVA NULLA.LA GENTE PASSANDO SI GUARDAVA INTORNO CHIEDENDOSI COSA FOSSE.UN EVENTO COME QUESTO ANDREBBE VALORIZZATO E COMUNICATO ADEGUATAMENTE,ALTRIMENTI NON SI VA DA NESSUNA PARTE. NON SI CRESCE E NON SI FA NEANCHE BELLA FIGURA .SVEGLIAMOCI.
Non è bello e troppo facile scaricare su altri i propri errori. Credo che sia più saggio analizzare quali sono stati i bachi di questa organizzazione e ancor di più di questo comitato “Matera 2019”. Non si può cantare e dire la messa da soli e poi lamentarsi che la chiesa è vuota! Forse sarebbe opportuno aprire le porte a tutti e soprattutto coinvolgere tutti ad entrare in chiesa? Ricordo al comitato che anche lo sport è cultura e a matera di strutture sportive dove lavorare sui giovani e toglierli dalla strada non ce ne sono proprio! Aprite le porte della cultura a tutti e non solo a chi vanta di esserlo!
MATERA CAPITALE DELLA CULTURA ,MATARRESI CAFONI DEL MONDO.VERGOGNATEVI QUESTO SPOT MIGLIORE PER RIMANERE ULTIMI IN EUROPA,E NON INVENTIAMO SCUSE PER LA COMUNICAZIONE O PUBBLICITA MA DOVE ERANO LE ASSOCIAZIONI CULTURALI?DOVE ERANO LE ISTITUZIONI?DOVE ERANO STUDENTI E LETTORI? RIMARREMO SEMPRE INDIETRO ANCHE PERCHE LA CITTA E ABITUATA A RIMANERE SEMPRE DIETRO,OGGI IO PERSONALMENTE DICO GRAZIE MA 10000000000000000 GRAZIE ALLA COSERPLAST VOLLEY MATERA CHE HA PORTATO IL NOME DELLA CITTA IN TUTTE LE CITTA ITALIANE,DICO GRAZIE ALLA BAWER BASKET CHE CON UN PO DI FORTUNA PUO PORTARE MATERA IN LEGA 2 DI SERIE A DICO GRAZIE ALLA ROTELLISTICA CHE DA ANNI PORTA IL NOME MATERA IN TUTTA ITALIA, DICO GRAZIE AL MATERA CALCIO CHE CON I PLAY OFF PORTA IL NOME DEL MATERA AL CENTRO DI ATTENZIONE NAZIONALE DILETTANTI DICO SINDACO VATTENE VATTENE VATTENE PERCHE PER COLORO CHE HO APPENA CITATO NON HAI FATTO MAI NIENTE.
Detto sinceramente, preferisco 1000 volte un Evento come Materadio, anche se costa di più, che fa riempire la città, gli alberghi, i ristoranti, fa arrivare il nome di Matera davvero lontano (io studio fuori e mi è capitato che un professore, scoperta la mia provenienza, mi ha riempito di domande e complimenti) e porta nomi di calibro.
La piramide dei bisogni di Maslow, comunque, non esclude che più bisogni possano essere soddisfatti contemporaneamente; se si cercano risultati DI LIVELLO, comunque, bisogna investire e sarebbe davvero stupido pensare che è da questi soldi che si debbano creare posti di lavoro!
Non crolliamo nel discorso ridicolo che faceva quel ministro idiota……
DI CULTURA NE ABBIAMO PIENE LE P………… ANDIAMO SUL TERRA TERRA CHE E’ MEGLIO .TANTO SERVE SOLO A FOTTERE SOLDI .NEL 2019 CI SARA’ DA RIDERE,SPERO DI ESSERCI ………..QUESTA SI CHIAMA PIU’ SEMPLICEMENTE FINTA DEMAGOGIA DELLA VECCHIA SINISTRA ALLO SBANDO .
AUGURI “CULTURISTI” DI MATERA CAPITALE DELLA CULTURA …FORSE NEL 2019?
tutti erano concentrati sulla notte dei musei: LA VISIBILITà RADICAL CHIC MOLTO PIU’ APPREZZABILE