Lorenzo Creanza, Presidente Siap (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia), ha inviato alla nostra redazione le sue riflessioni “per non dimenticare i magistrati Falcone e Borsellino e gli agenti di scorta caduti in occasione delle stragi di Capaci e via D’Amelio
Anche quest’anno, in occasione del ventunesimo anniversario della strage di Capaci e quella di via D’Amelio, come cittadino di questa onorata società e custode della legalità, mi permetto di far veicolare il mio modestissimo e umile pensiero ad una comunità che per tradizione storica predilige il lavoro e la famiglia. La mia vita professionale svolta alle dipendenze del ministero dell’Interno è incarnata a difesa dei più deboli, al rigoroso rispetto delle leggi ed a perseguire ogni privilegio o artefatto condizionamento nella vita pubblica.Per preservare i valori ritengo che è il momento di avviare un confronto con la società civile , con il volontariato e con le associazioni per difendere la centralità dell’etica e la “morale” da considerare come imprescindibile ricerca del bene comune e della dignità umana.Concetto che muove da una crisi profonda che porta l’uomo agli affarismi,agli scandali ed agli abusi del denaro pubblico.L’analisi attuale riscontra una malinconia generale con una proiezione nettamente negativa sulla vita dei cittadini che parte dal centro alla periferia,dalle regioni agli Enti locali.Con generosità e buon senso e lungi da ogni pregiudizio o interesse proprio,la società civile chiede ad alta voce onestà perché ne abbiamo tanto bisogno. Ma la ricorrenza del 23 maggio la intendo dedicare alle stragi di mafia in cui persero la vita i Giudici Falcone e Borsellino ed i colleghi delle scorte.
Con questa riflessione intendo commemorare, ma soprattutto onorare la loro memoria, accomunando il mio affetto ad altrettanti sentimenti di solidarietà ai giudici Falcone e Borsellino e a coloro che, con lui, hanno sacrificato la loro esistenza, per quell’ideale di libertà, onestà e democrazia che deve avvicinare tutti noi italiani.
E’ ovvio che per quello che hanno fatto i magistrati Falcone e Borsellino non possono essere dimenticati dalla popolazione civile. Accadde esattamente in un pomeriggio d’estate del 1992, episodio che cambiò la nostra vita, il nostro sentimento, davanti ad una efferatezza balistica che stroncò la vita al magistrato Falcone, alla moglie ed ai colleghi della scorta.
Ma oggi c’e’ una coscienza più diffusa che non dimentica che si aggrega e da man forte a tutta la società civile nella convinzione che fare memoria sia un impegno, un dovere di fronte a quanti sono stati uccisi per mano delle mafie, un impegno verso i familiari delle vittime verso la società tutta, ma prima ancora verso le nostre coscienze di cittadini, di laici e di cristiani, di uomini e donne che vivono il proprio tempo senza rassegnazione.
Dobbiamo avere il coraggio di rompere il silenzio per costruire una verità in una società che è andata smarrita. Quest’aspetto allarmante, che coinvolge anche noi cittadini lucani, deve essere visto sia sotto l’aspetto giuridico, ma soprattutto da un punto di vista morale.
Sono i giovani che soffrono e sono coloro che hanno scoperto i veri valori di una società ,sono i giovani che ogni hanno a bordo della nave della legalità partendo da Napoli raggiungono Palermo e l’albero di Falcone per rendere omaggio agli eroi della legalità.
Sono timide analisi degli addetti ai lavori per diffondere questi principi sani verso coloro che sono poco inclini alla chiarezza o alla sobrietà. Purtroppo le inchieste giudiziarie che vedono coinvolti personaggi di rilievo della vita pubblica, ci devono vedere intensamente impegnati ad offrire spunti che spero possano rivelarsi proficui per riportare la legalità in ogni parte del Paese dove il malaffare imperversa e tralascia i problemi della gente, quella umile e indigente, come dalla recente statistica affiora che la Basilicata si trova nella lista di una regione nella soglia della povertà.
Manca in questi ultimi tempi il pudore di chi svolge incarichi pubblici e con responsabilità gestionali e con esso le persone delle Istituzioni e della politica che si devono occupare delle persone che soffrono, dei ceti più deboli e delle famiglie.
L’essere rispettosi, gentili, educati ci spinge verso un nuovo processo, verso una vitale combinazione di energie, di volontà, di risorse etiche.
Del resto, le risultanze delle inchieste,degli scandali, degli avvenimenti tragici che si susseguono quotidianamente, ci fanno sempre di più allarmare, e confermano che la gente brava e coraggiosa si vuole risvegliare non con i suicidi , ma desiderosa di regole e di giustizia e di educazione, soprattutto quella che ci aiuta a far crescere bene i nostri figli secondo fini di civiltà.
La società del pudore ,quella che rispetta il prossimo e che si emoziona avrà la prevalenza.
In questo modo i Falconi ed i Borsellino saranno ricordati come esempio da imitare. Si costruirà, finalmente, una società fondata sul dovere e sulla dignità.
Avremo una società a misura d’uomo. Una società che non urla e non schiamazza. Noi siamo cresciuti nella società dell’utopia e del fare bene. Pur avendo contezza dei ritardi delle Istituzioni abbiamo apprezzato la sensibilità di giudici e delle forze dell’ordine nel voler venire a capo di riprovevoli forme di criminalità e di violenze.
Bisogna fare di più contro la criminalità organizzata perche le mafie impediscono di sperare nel futuro e le prime vittime di questo sono le comunità ,la popolazione ed i giovani. Per esempio, di non mettere in discussione la legge sulle intercettazioni, quale strumento efficacissimo nella lotta alle mafie e alla malapolitica.E’ davvero impensabile sopprimere i tribunali di Melfi e di Pisticci presidi di giustizia storici in Basilicata e punti di riferimento dell’intera area che con il proficuo e instancabile lavoro della magistratura e delle Forze dell’Ordine la situazione appare meno critica rispetto ad altre regioni limitrofe ad alta intensità criminale.La situazione delle Carceri in Basilicata preoccupa soprattutto per l’esiguo organico degli Agenti e per il sovraffollamento della popolazione carceraria costretta a vivere in strutture inadeguate.
In questi ultimi tempi anche in Basilicata è venuta a mancare “la società del pudore”.
Lo testimoniano le vicende giudiziarie che hanno visto coinvolti personaggi pubblici e con responsabilità di gestione e questi sono ripugnanti episodi.
Questo non è il testamento che ci hanno lasciato Falcone e Borsellino,”solo le loro idee camminano sulle nostre gambe”.
Lorenzo Creanza, Presidente Siap
ESATTAMENTE NON DIMENTICHIAMO DI QUEI FIGLI DI GENTE UMILE CHE HA DATO LA PROPRIA VITA AL SERVIZIO DI UNO STATO CHE A VOLTE NON CORRISPONDE . ADDUCE AVREBBE FATTO MEGLIO A RICORDARE FALCONE E GLI UOMINI DELLA SCORTA MORTI A CAPACI ,ANZICHE’ ESSERE SODDISFATTO DELL’ASSOLUZIONE DI CIFARELLI .COME SEMPRE BANALE ,COME LA SUA AMMINISTRAZIONE.
ONORE AGLI UOMINI CHE DIFENDONO CON CORAGGIO E DEDIZIONE QUESTO STATO MALATO CHE NON MERITA SACRIFICI UMANI. ADDUCE PER QUESTO CHIEDA SCUSA E SI VERGOGNI.!!!!!!!
IL 23 MAGGIO DOVREBBE ESSERE RICORDATO DA TUTTI PER UN SEGNO DI GRATITUDINE E RISPETTO PER GLI UOMINI CHE HANNO PAGATO UN PREZZO TROPPO CARO PER CHI NON MERITA.
Giuseppe Costanza, l’autista di Falcone: “Sono indignato, io sono sopravvissuto a Capaci e Pietro Grasso neppure mi cita
“http://www.radio24.ilsole24ore.com/notizie/24mattino/2013-05-23/giuseppe-costanza-autista-falcone-104443.php
Apprezzo e rispetto il lavoro fatto da questi due grandi magistrati ma mi chiedo anche……. Ne vale la pena morire e difendere questo stato così malato???? Io una cosa del genere non l avrei mai fatta forse perché a differenza vostra mi sono guardato attorno e mi sono reso conto che non vale più la pena nemmeno essere cittadino italiano….. Mi vergogno di esserlo…… Perché morire o difendere uno stato che sta andando a rotoli per colpa di coloro che governano???? Che senso ha….. Preferisco andare altrove dove esiste uno stato migliore ed una vita diversa da quella che ti offre l’Italia …..