“I dati sulla disoccupazione in Basilicata sono terrificanti. Non è più solo un’emergenza economica, ma un’emergenza sociale, da cui consegue un degrado culturale. Bisogna riprogrammare, o meglio a programmare, considerando che non è mai stato fatto con serietà fin ora, l’utilizzo delle royalties del petrolio e i residui provenienti della comunità europea. Bisogna dare sostegno alle piccole e medie imprese, agli artigiani, ai professionisti, ai commercianti, mediante la pianificazione di importanti e strutturali interventi relativi alla viabilità gestita da regione e province”.
E’ il commento di Giuseppe Giordano, segretario regionale dell’Ugl Basilicata metalmeccanici per il quale, “se pur il governo regionale ha programmato di destinare risorse a sostegno delle politiche attive in favore del lavoro e a sostegno delle persone a rischio di esclusione sociale (programma Copes) ciò non rimane assolutamente sufficiente a sanare la piaga sanguinante della disoccupazione, che produce povertà diffusa, emigrazione e quindi spopolamento della nostra regione”. Per il segretario Ugl, Giordano, “servono idee innovative, programmi reali. Non è più il tempo di dibattere, di confrontarsi, di concertare, ma è il tempo di agire con solerzia e determinazione e con serietà attuando una seria politica occupazionale”.
Mag 29
parte dalla crisi mondiale che noi tutti conosciamo ma in particolar modo dal 2007 quando un esercito di irregolari cinesi ha letteralmente preso d’assalto la nostra città avviando la produzione di enormi quantità di prodotti scadenti in strutture pericolose e prive di ogni regola. Messi in vendita ad un prezzo assolutamente fuori mercato, Operai stipati in dormitori attigui ai capannoni, senza orari e con paghe da fame. . Per uscire dalla crisi ma sopratutto per aumentare le loro ricchezze le aziende calia, nicoletti hanno pensato bene di liberarsi di noi operai e aziende ,lavorando con il conto terzo. Commercializzano e affidano ad altri la produzione, meglio se cinesi:questi sono grandi lavoratori, vivono in situazioni tipo schiavismo, producono a prezzi che con gli italiani non ci si paga nemmeno il costo lavoro ma sopratutto eludendo i controlli, mettendo in difficoltà ormai pochissime aziende etiche e trasparenti Oggi a Matera vivono almeno tremila cinesi che lavorano e trasferiscono i propri redditi in Cina lì dove il costo del denaro e della vita è inferiore di quattro volte quello del nostro paese mentre l’operaio materano che nel negli anni scorsi ha contribuito lavorando con sapienza e maestria al successo e al fatturato di queste aziende ora si trova cassintegrato o in mobilità in gravi difficoltà economiche Poi ci sono gli operai materani che sono in cassa integrazione che vanno a lavorare dai cinesi e gli insegnano il mestiere. Questi lavorano aggirando i controlli es.:Si prende la cassa integrazione non completa. In modo tale che gli operai possono lavorare un paio di ore al giorno. Quando li trovano nei laboratori cinesi, sono appena arrivati e stanno lavorando proprio quelle due ore. Il risultato e che:mentre le aziende che si affidano ad artigiani specializzati con un costo del lavoro più elevato finiscono per affondare, emergono le aziende che affidano la produzione a terzisti, spesso cinesi che non garantiscono la tutela del consumatore e creano un sommerso a danno di chi invece paga regolarmente le tasse.