L’assessore regionale all’agricoltura Nicola Benedetto ha inviato una nota in vista della Festa nazionale di Legambiente “Voler bene all’Italia” in programma a Tramutola domenica 2 giugno 2013.
“I piccoli comuni, ai quali domenica 2 giugno è dedicata la Festa nazionale di Legambiente “Voler bene all’Italia” con manifestazione centrale a Tramutola, sono innanzitutto autentici piccoli-grandi scrigni di produzioni alimentari, di storia, identità, ambiente. In particolare, i centri delle Aree Interne (da noi tre quarti del territorio rurale) sono ricchi di produzioni agricole di pregio, caratterizzate da elevata tipicità e apprezzamento dal mercato. Una tipicità proveniente essenzialmente dal legame tra vocazioni del territorio e tecniche produttive, che spesso è accresciuta dalla localizzazione nelle aree di produzione delle fasi di trasformazione del prodotto agricolo. Ne consegue che il prodotto alimentare di centri con poche centinaia di residenti diviene patrimonio culturale ed elemento di identità locale. Un effetto congiunto è stato quello di una maggiore responsabilizzazione degli attori economici e sociali locali nella gestione delle risorse naturali ed ambientali in quanto risorse comuni a più attività (agricoltura, turismo, commercio ecc.). Questa consapevolezza ha favorito sia la mobilitazione sia la tutela delle risorse locali che in particolare di quelle legate ai sistemi agricoli ed agroalimentari. Nel corso degli ultimi anni, inoltre, si è assistito ad alcune forme innovative di progettazione locale, peraltro ancora limitate, capaci di coniugare il crescente orientamento al mercato, la creazione di che è la fonte nuove forme di occupazione e il mantenimento di un patrimonio di biodiversità locale principale di tali produzioni. La ricerca di sbocchi che vanno anche oltre il mero mercato locale, con i consumatori localizzati nelle aree urbane, è stata una delle chiavi di volta di questo processo di innovazione, guidato da alcuni tecnici e imprenditori particolarmente avveduti e in grado di trainare anche altre imprese locali. La possibilità di creare rapporti diretti tra produttore e consumatore (filiera corta) attraverso nuovi canali e strumenti di commercializzazione (dai mercati dei produttori, ai Gruppi di acquisto, alla vendita on-line con consegna diretta al cliente) hanno consentito al produttore di recuperare una parte della riduzione del reddito derivante dal calo dei prezzi e dai nuovi orientamenti di consumo conseguenti alla crisi economica e finanziaria e di portare prodotti tradizionalmente confinati nei mercati locali o distribuiti attraverso la GDO in nuovi segmenti di mercato più promettenti. Inoltre, insieme al “sistema” Dop, Doc, Igp, Igt, la De.Co. (Denominazione Comunale), istituita attraverso una semplice delibera in cui è contenuto il disciplinare di produzione, è un concreto strumento di marketing territoriale, ma è soprattutto un’ importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità locali. Uno strumento da noi ancora poco utilizzato, mentre siamo in attesa che la Commissione Europea predisponga l’atto delegato concernente le regole di applicazione dell’indicazione facoltativa di qualità “prodotto di montagna” (di cui all’art. 31 del regolamento UE 1151/2012) altro elemento di valorizzazione delle produzioni alimentari locali.
Intanto, il consolidamento di queste filiere sul mercato, soprattutto su quello extra-locale, ha dato una nuova e più robusta prospettiva anche al mantenimento e alla tutela delle specie animali e vegetali autoctone e ha rivelato che il mercato, nelle sue diverse segmentazioni, può rappresentare, se ben sfruttato, una prospettiva migliore delle diverse forme di sostegno tout-court che la politica comunitaria ha erogato nel corso degli anni passati. Un’altra chiave di volta va ricercata nelle forme organizzative che sono necessarie per indirizzare e supportare la filiera verso le innovazioni necessarie. Forme soprattutto partenariali, che richiedono una stretta cooperazione tra produzione primaria, trasformazione e commercializzazione, a partire dai consorzi di produttori e di prodotti. Pertanto, un elemento chiave per la salvaguardia e lo sviluppo dei sistemi agricoli e ad agroindustriali delle Aree Interne va individuato nelle forme organizzative che sono necessarie per introdurre e contestualizzare innovazioni di processo e di prodotto anche attraverso l’utilizzo di nuove e più sostenibili tecnologie di produzione, condizionamento, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli ed alimentari.
Infine, tra quelle risorse nascoste dei territori da mettere a valore perché utili per innescare processi di sviluppo nelle Aree Interne della nostra regione, credo che rivestano un ruolo di particolare importanza i cosiddetti saperi locali. Mi riferisco, nello specifico, a quelle capacità artigianali locali. Per questa ragione, nel quadro mutato del contesto internazionale, per immaginare gli assi di una politica nuova in grado di innescare meccanismi virtuosi, che abbia le caratteristiche di ottenere risultati visibili e misurabili in tempi ragionevoli e che possa far leva su fondi dedicati e risorse umane, nello specifico del macrotema AREE INTERNE (opzione strategica dell’Accordo di Partenariato di cui alla Programmazione dei Fondi comunitari 2014-2020) è questa la strategia che intendo perseguire”.
Giu 01
STATE PARLANDO DI COME VI ALIMENTATE VOI ? VISTO CHE MOLTE PERSONE NON HANNO LA STESSA FORTUNA DEL SIG. BENEDETTO DI ASSAPORARE I PRODOTTI LOCALI,MOLTI SI ACCONTENTANO DI UN PANINO CON LA MORTADELLA.