Quali sono le conseguenze della cementificazione sulla bellezza, sulla sicurezza e sulla tutela del territorio? Quando le attività antropiche diventano pericolose? Da questi interrogativi, venerdì scorso, si è sviluppato il convegno organizzato da GEA Consulting dal titolo la “Tutela del Territorio: cementificazione, sicurezza, bellezza”, prima tappa della campagna Tienilammente lanciata da ScanZiamo le Scorie. Le tematiche sono state affrontate dal punto di vista legale e dal punto di vista tecnico, con il preziosissimo intervento di Silvia Rapicetta, geomorfolofa e docente universitario, che ha affrontato il tema delle pericolosità e del rischio ambientale. Terremoti, esondazioni, dissesti idrogeologici in genere che sono divenuti negli ultimi anni sempre più frequentemente catastrofici anche perché amplificati, o addirittura indotti, dai molteplici interventi dell’uomo stesso sull’ambiente. Il territorio lucano non è indifferente a queste tematiche; sono ormai note le vicende legate all’alluvione di Metaponto, ai crolli di ponti con importanti conseguenze sulla viabilità interna, alle frane. Tra le cause del dissesto idrogeologico – è stato detto nel corso del dibattito – quelle di origine antropica vanno assumendo un peso sempre più rilevante, in quanto legate a un uso del territorio non attento alle caratteristiche e agli equilibri geomorfologici e idraulici dei suoli. Ci si è soffermati poi sulla continua richiesta di aree edificabili, “consuetudine” che comporta espansioni urbanistiche che spesso risultano invasive degli spazi necessari ai processi naturali e che richiedono, pertanto, per motivi di sicurezza, la realizzazione di opere strutturali, non sempre efficaci, finalizzate a contrastare l’evoluzione dell’ambiente secondo le proprie dinamiche naturali. Il territorio lucano sembra essere in continua trasformazione (indotta) e in alcuni casi questi mutamenti sono dannosi per l’economia e per la sicurezza; basti pensare all’erosione costiera: da cosa deriva? Potrebbero essere varie le cause, tra queste la mancanza di deposito di sedimenti sulla spiaggia dovuta ad una cattiva pulizia del fiume o a presenza di dighe. La cementificazione è dannosa quando è illecita e quando è irrazionale e le conseguenze non sono di poco conto. La cementificazione irrazionale influisce non solo sulla sicurezza ma anche sulla legalità: spesso i grandi appalti di opere pubbliche cadono nelle mani delle associazioni criminali. Rispetto alla bellezza del territorio – a prescindere da ogni canone estetico – “quella paesaggistiche e ambientale riscontrabile in Basilicata e in Italia è un patrimonio economico di valore inestimabile da tutelare”. Dopo gli interventi degli avvocati di Gea Consulting Maria Giovanna Laurenza, Rosanna Carbotti, e della dott.ssa Silvia Rapicetta la parola è passata al pubblico presente che ha posto domande e ha arricchito con considerazioni i temi proposti. I saluti sono stati affidati al sindaco di Scanzano, Salvatore Iacobellis. Ad offrire un contributo importante alla discussione l’associazione ScanZiamo le Scorie, rappresentata dal presidente Donato Nardiello. Sono intervenute altre associazioni, fra queste il WWF, Terre Sonore, Centro Sociale Anziani e rappresentanti attivisti dei movimenti che si oppongono alle continue richieste di trivellare il mar Jonio al fine di estrarre petrolio.
Scanzano Jonico, Terzo Cavone, Campo Base, 6 giugno 2013.