Terni, mercoledì 5 maggio 2013 – E’ polemica per gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine registrati nel corso della manifestazione degli operai delle Acciaierie Speciali di Terni. Ferito alla testa anche il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo. Ma chi è stato a colpirlo? Nelle prime ore è circolata la notizia che ha colpire ripetutamente Di Girolamo con un ombrello sarebbe stato un agente della Polizia di Stato ma il Viminale dopo aver osservato attentamente le immagini avrebbe accertato che il presunto aggressore era uno dei manifestanti e quindi la Polizia non c’entra nulla. Secondo quanto si è appreso l’ombrello sarebbe stato già sequestrato e la posizione dell’aggressore sarebbe ora al vaglio degli inquirenti.
Sugli scontri avvenuti questa mattina a Terni il Capo dell’Ufficio Centrale Ispettivo della Polizia di Stato, incaricato di verificare la dimanica dei fatti, ha richiesto al Questore di Terni “una dettagliata relazione” in merito a quanto accaduto durante la manifestazione.
Tra le autorità invitate a rilasciare dichiarazioni su questo episodio anche il Vice Ministro dell’Interno Filippo Bubbico. Il parlamentare lucano ha rilasciato un’intervista all’Huffington Post. La riportiamo integralmente.
“Sono in corso accertamenti: se a Terni ci sono stati comportamenti anomali da parte della polizia, sarà necessario intervenire… Ma la polizia deve essere aiutata a gestire questo momento di difficoltà. I poliziotti sono persone che mettono a rischio la propria vita per lo Stato… anche la loro è un’attività rischiosa e usurante e anche loro vivono in maniera diretta gli effetti della crisi…”.
Filippo Bubbico, ex ‘saggio’ scelto da Giorgio Napolitano per il lavoro sulle riforme prima della nascita dell’esecutivo Letta, è ora il vice di Angelino Alfano al ministero degli Interni, nell’inedito governo delle larghe intese. Ma il senatore del Pd ha alle spalle anche una importante esperienza di piazza, che ha un po’ segnato la sua storia politica. Nel 2003, quando era governatore della Basilicata, Bubbico si è messo alla testa di uno spontaneo movimento di popolo contro la realizzazione del deposito di scorie nucleari che il governo Berlusconi voleva realizzare a Scanzano Ionico. In questa intervista ci dice la sua sui fatti di Terni, dove un corteo pacifico di operai delle acciaierie Thyssenkrupp è stato caricato dalla polizia, tra i feriti anche il
sindaco del Pd, Leopoldo Di Girolamo.
Un fatto gravissimo. Pd, Sel, sindacati chiedono una risposta del governo. Lei è viceministro degli Interni. Quale risposta dà?
Verranno accertati gli eventi, è già in corso un’attività di ricostruzione dell’episodio. E non c’è dubbio che si tratti di un episodio piuttosto grave che richiede il massimo dell’attenzione. Ma evitiamo strumentalizzazioni. La ricostruzione dei fatti è necessaria proprio in virtù della tradizione di grande responsabilità che la polizia ha saputo manifestare in situazioni complicate di piazza. E’ quella buona reputazione che chiede oggi una verifica più attenta e puntuale.
Ritiene che il governo, nello specifico il ministro Alfano, riferirà in Parlamento, come chiedono Pd e Sel?
Il governo non potrà che confermare la massima attenzione verso il Parlamento. Sicuramente verranno offerte risposte nei tempi possibili.
Ha sentito Alfano?
Conosco Alfano e sono certo del suo impegno e determinazione per fare luce, proprio in virtù della buona reputazione delle forze di polizia.
Però colpisce che il Pdl non abbia commentato i fatti di Terni, non chiede al governo di riferire in aula, insomma non ci vede nulla di strano nel fatto che degli operai siano stati caricati a freddo e un sindaco sia stato ferito.
Non vedo nulla di strano nel fatto che non ci sono prese di posizione da parte del Pdl. Sono certo che il ministro e il governo nel suo complesso agiranno per fare chiarezza sull’accaduto. Quanto alla sensibilità del Pd, me la spiego anche con il fatto che il sindaco di Terni è un esponente del Pd, un ex senatore di cui si conoscono le capacità di mediazione nelle situazioni di conflitto più complicate.
Sensibilità solo per l’appartenenza politica del sindaco? E gli operai?
Non c’è dubbio che in campo ci sono lavoratori i cui diritti vanno salvaguardati, insieme al riconoscimento della capacità delle forze di politica di gestire situazioni di grande criticità.
Io capisco che lei ora è viceministro al Viminale e deve difendere le forze di polizia. Però sono successi dei fatti gravi, seppure di breve durata. Insomma, lei un po’ di esperienza di piazza ce l’ha, a Scanzano…
L’esperienza di Scanzano dimostra quello che sto dicendo sulla grande tradizione di democraticità delle forze di polizia, che ci hanno dimostrato preziosa presenza e grande vicinanza nella protesta contro il deposito nucleare.
Siamo in una crisi gravissima, non è difficile prevedere situazioni come quella di Terni, visto il numero spaventoso di aziende in difficoltà, tra cui appunto ci sono anche grossi gruppi, come la Thyssen o l’Ilva. Cosa si sente di dire per scongiurare i rischi in piazza?
Se ci sono stati comportamenti non conformi sarà necessario intervenire. E occorre la disponibilità di tutti: dei lavoratori e delle forze di polizia che devono esercitare la loro funzione in maniera intelligente. Bisogna fare valere i principi democratici a tutela di tutti i lavoratori in campo. Gli eccessi vanno evitati da entrambi i lati.
Pensa sia una buona idea istituire un sistema per cui gli agenti in piazza siano identificabili?
Non mi pare che ci sia una casistica che giustifichi l’adozione di strumenti del genere. E poi oggi non mancano certo gli strumenti di documentazione per indagare eventuali abusi. Vanno valutate le ricadute delle proposte che si fanno, perché molto spesso gli effetti non rispecchiano l’intento iniziale.
Cosa vuol dire per lei ‘intervenire’ in caso fossero accertati comportamenti anomali da parte della polizia?
Vuol dire usare gli strumenti propri dell’ordinamento, oltre che agire in termini di orientamento politica, per la massima comprensione delle difficoltà del momento. Vanno garantiti ordine e sicurezza e allo stesso tempo chi soffre e perde il lavoro deve poterlo manifestare.
Ha proprio descritto i due poli che potrebbero entrare in cortocircuito sotto un governo di larghe intese. In vista di altre proteste di piazza, non vede il rischio di una divisione tra chi sta con la polizia (Pdl) e chi sta con i lavoratori (la sinistra)?
Non c’è dubbio che chi abbia voglia di acutizzare le questione, ne avrebbe la possibilità, ma sarebbe una strumentalizzazione, non significherebbe lavorare per l’interesse generale. Qui dobbiamo rilanciare il ciclo produttivo. Le speculazioni non sono eliminabili per legge, va costruito il clima politico giusto. Siamo in una fase di emergenza che richiede a tutti di far prevalere l’interesse generale.
Anche alla polizia?
La polizia deve essere aiutata a gestire questo momento di difficoltà. I poliziotti sono persone che mettono a rischio la propria vita per lo Stato e spesso questo non viene riconosciuto abbastanza, non sempre vengono trattati bene, la loro è anche un’attività rischiosa e usurante e anche loro vivono in maniera diretta gli effetti della crisi.