Michele Cataldi, in rappresentanza di Sanità Futura, ricorda in una nota che “per la tassa piu’ odiata la Regione nel 2012 ha incassato 13,6 milioni di euro”. Di seguito il testo integrale inviato alla nostra redazione.
Finalmente sappiamo esattamente quanto è entrato nel 2012 nelle casse della Regione Basilicata attraverso la “tassa più odiata” dai cittadini (il ticket sanitario): 13,6 milioni di euro sulle prestazioni di specialistica ambulatoriale e 12,6 milioni di euro sulla farmaceutica. Sono dati di fonte Corte dei Conti che ha attinto da Nsis e Aifa. La variazione in un anno è di più 9,2% mentre il totale di compartecipazione pro-capite per i lucani è pari a 44,6 euro , di cui 23,1 euro pro-capite sulla specialistica che è la più alta di tutte le regioni del Sud. E per colmare la grave lacuna di informazione, al punto che sfidiamo i giornalisti dall’ottenere dati così analitici e specifici, sempre utilizzando le statistiche di fonte Corte dei Conti va inoltre segnalato che la spesa sanitaria regionale nel 2012 ha registrato un deficit di 17,2 milioni di euro (il saldo di mobilità extra è di meno 30,2 milioni di euro). Dunque se la matematica non è un opinione non resta che trarne le oggettive conseguenze. La prima: ha ragione il 50% di italiani – secondo una ricerca di RBM Salute-Censis sugli scenari evolutivi del welfare – a ritenere che il ticket sulle prestazioni sanitarie sia una tassa iniqua, il 19,5% che sia inutile e il 30% a considerarla invece necessario per limitare l’acquisto di farmaci.
Ancora: al 27% degli italiani e’ capitato di constatare che il ticket per una prestazione sanitaria era superiore al costo da sostenere nel privato, pagando tutto di tasca propria. E’ questo l’esito piu’ estremo di tagli e spending review, che per il 61% degli italiani hanno prodotto l’effetto di ridurre i servizi pubblici e abbassarne la qualita’, piuttosto che eliminare gli sprechi e razionalizzare le spese. E a proposito di sprechi, la Giunta Regionale proprio ieri ha dovuto provvedere a ripianare l’ennesimo deficit di bilancio delle due Aziende Sanitarie per altre decine di milioni di euro.
Per noi una profonda modifica del metodo di finanziamento del SSN, che ne enfatizzi le componenti di solidarietà dal lato della copertura dei bisogni e quelle di responsabilità sul piano del riconoscimento delle inefficienze e degli sprechi; la valorizzazione della competizione virtuosa e della libertà di scelta; una ristrutturazione della rete ospedaliera; la promozione di un ente autenticamente terzo di vigilanza e controllo sono alcuni degli “ingredienti” principali della ricetta per restituire ai cittadini la liberta’, la possibilita’, di scegliere se servirsi della Sanita’ pubblica o di quella privata. Una ricetta per il rilancio del nostro Servizio Sanitario Nazionale , per il quale, è dimostrato, non sempre spendiamo bene.
Ancor piu’ grave – in conclusione – sarebbe rischiare di compromettere la qualita’ delle cure e spingere un gran numero di cittadini ad abbandonare prestazioni di primaria importanza. La soluzione, dunque, e’ nella revisione della riforma Amato del ’92 che perse con l’emanazione del decreto legge 229 del ’99 tutti i suoi connotati innovativi, quali la pluralita’ di erogatori pubblici e privati, l’accreditamento e la verifica dinamica dei requisiti, la liberta’ di scelta del cittadino, il pagamento a prestazione, con un ritorno di fatto a modelli centralistici non competitivi.
Ticket sanitario, nota di Giannino Romaniello, capogruppo SEL: “Subito delibera di giunta definitiva”.
“Il Sole 24 Ore-Salute conferma quanto da noi sostenuto in Quarta Commissione solo qualche giorno fa in occasione dell’audizione dell’assessore alla sanità Martorano circa la quantità di risorse incassate dalla Regione attraverso i ticket sulla specialistica: 12,5 milioni nel 2011 e 13,6 milioni nel 2012; mentre per la farmaceutica si parla di 8,8 milioni nel 2011 e 12,6 milioni nel 2012.
Un introito di circa il doppio rispetto ai 7,2 milioni che la Regione doveva recuperare a seguito dei tagli del Governo derivanti dalla decisione di quest’ultimo di imporre alla Regione il ticket “aggiuntivo” di 10 euro e che la Basilicata ha rimodulato in base al costo della prestazione e del reddito.
La decisione assunta dalla Giunta, finalmente, di superare il ticket sulla specialistica e definire due fasce di reddito per quello sulla farmaceutica (1 euro per i redditi inferiori a 8.263,31 euro incrementato a 11.362,05 in presenza del coniuge e di ulteriori 516 euro per ogni figlio a carico; 2 euro per i redditi superiori) è la necessaria e giusta risposta a tutela delle fasce sociali più deboli.
La battaglia condotta dal Gruppo SEL in Regione, sostenuta da oltre 30mila firme, ha portato dunque ad un primo risultato.
Sempre in Quarta Commissione ho proposto una rimodulazione del ticket sulle ricette farmaceutiche basata su quattro fasce: 0,50 euro per i redditi inferiori a 8.263,11 euro; 1 euro per quella fino a 22mila euro; 1,5 euro per i redditi da 22mila a 50mila e 2,5 euro per quella superiore ai 50mila euro.
Si tratta ora di proseguire per affermare una maggiore efficienza e qualità dell’intera rete di assistenza sia essa ospedaliera che territoriale per garantire il diritto alla salute di tutti.
Si tratta, dopo il “disco verde” della Quarta Commissione, di adottare rapidamente la delibera definitiva e far partire dal primo luglio la nuova norma.
La mia convinzione è che in futuro si debba verificare di rendere ancora più equa una tassa che andrebbe completamente abolita perché incide pesantemente sul diritto alla salute dei cittadini specie di particolari categorie sociali”.