Sono circa 284 milioni di euro (compreso il finanziamento nazionale) i fondi europei che la Regione Basilicata deve rendicontare entro il 31 dicembre prossimo. In dettaglio: 147,3 milioni riguardano il programma FESR, 76,4 milioni il FSE e 50,3 milioni il FEASR. Ad evidenziarlo è il Centro Studi UIL Basilicata che ha rielaborato su scala regionale i dati del Rapporto a cura del Servizio Politiche Territoriali UIL.
“La priorità, in mancanza di risorse “ordinarie” – è il commento del segretario regionale della Uil Basilicata Carmine Vaccaro – è l’accelerazione nell’operazione di riprogrammazione dei Fondi Strutturali Europei da spendere da qui al 31 Dicembre 2013, per evitare il rischio di disimpegno automatico. In sostanza, si tratta di riprogrammare le risorse verso progetti utili a migliorare in tempi rapidi, come ad esempio, ” il sistema dei servizi per l’impiego” in centri che si occupino prioritariamente dell’inserimento lavorativo dei giovani. Per il prossimo anno, inoltre, dovrà essere pienamente operativo un “Piano Nazionale straordinario per il lavoro giovanile” per il quale, insieme alle risorse “youth garantee”, occorre destinare una parte importante di Fondi Europei per i prossimi 7 anni (2014-2020), che ammontano a circa 60 miliardi di euro. Nel medio e lungo periodo si può lavorare per rimuovere gli ostacoli strutturali del nostro sistema, puntando su un uso più esteso dell’apprendistato, l’adeguamento dell’istruzione e il potenziamento dell’offerta di formazione professionale, su una maggiore efficacia delle politiche attive, ma occorre subito dare una vera e propria scossa nel breve periodo”.
Vaccaro evidenzia le cinque proposte principali della UIL:
1. in tempi di crisi, come insegnano gli economisti, il settore in cui sarebbe possibile creare subito nuovi posti di lavoro è quello dell’edilizia. Le manifestazioni promosse da Feneal, Filca e Fillea prima a Matera e ieri a Genzano richiedono risposte “meno burocratiche” della semplice riattivazione dell’Osservatorio Regionale sulle Opere Pubbliche;
2. interventi per una politica di reindustrializzazione attraverso incentivi alle imprese legate a tenere la produzione in loco. Assistiamo invece ad una sorta di “politica del gambero” con la Vibac di Viggiano che vuole andare in Serbia e la Regione che emana bandi per riassegnare stabilimenti e lotti in disuso nelle attuali aree industriali;
3. “sburocratizzazione” della complessa macchina amministrativa. Nel caso di domande per gli aiuti previsti dai Programmi Fesr, Fse e Feasr da noi si deve attendere anche oltre i 1.000 giorni prima di ottenere il contributo;
4. Task force regionale e nazionale per accelerare la spesa di tutti i fondi UE fornendo a tutte le Regioni maggiore assistenza e cooperazione specie da parte dei Ministeri interessati;
5. Trasformazione in Agenzia Speciale dell’attuale Dipartimento Sviluppo e Coesione.
Infine – conclude Vaccaro – molto si può fare anche attraverso il dialogo tra imprese, sindacati e Governo per finanziare contratti straordinari di accesso al lavoro di giovani soprattutto nel Sud.