E’ giunta da parte di cittadini la segnalazione che in località “Civita” di Marsicovetere, a poca distanza da un importante insediamento archeologico fortificato della Val d’Agri ove sono stati
gia condotti studi e ritrovati reperti, sono stati abbattuti in questi giorni i ruderi di un vecchio casale(vedi cartine e foto) sulla cui area dovrebbe essere realizzata la nuova postazione per i pozzi
petroliferi ENI, S.Elia 1 e Cerro Falcone 7 sulla cui delocalizzazione la Ola attende ancora di conoscere dagli uffici regionali del dipartimento ambiente le motivazioni considerato che, nella vecchia
località Case Marinelli, è stata già realizzata e poi abbandonata la postazione non più utilizzata.
La Ola, nel segnalare alle autorità competenti quanto accade oggi, chiede di conoscere se i lavori di abbattimento dei ruderi del casale siano stati autorizzati e da chi, se gli organi delle sovrintendenze,
ambientale ed archeologica, abbiano effettuato sopralluoghi e/o autorizzato l’abbattimento e se la la Regione abbia o meno rilasciato parere positivo VIA all’ENI per la realizzazione della nuova
postazione per i pozzi petroliferi Cerro Falcone 7 e S.Elia 1.
Questi ultimi – denuncia la Ola – si trovano a ridosso di una importante idrostruttura, tributaria del torrente Molinara, affluente dell’Agri, che serve anche importanti sorgenti. Nell’area, infatti non
solo sono assenti cartelli, ma non è chiaro chi stia oggi effettuando i lavori.
Mentre nelle piazze della Val d’Agri ENI, Regione, APT e parco dell’Appennino Lucano promuovono, solo a parole, i tesori delle valli, lontano da occhi indiscreti, vengono distrutti a colpi di ruspa le
vere testimonianze e gli ambienti naturali delle nostre montagne, per far posto alle trivelle petrolifere.