Il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianni Rosa torna ad occuparsi dell’Arpab per una serie di questioni salite alla ribalta dell’opinione pubblica nei giorni scorsi.
L’Arpab continua a far parlare di sé. Ma non per quello che dovrebbe essere il suo ruolo. Ricordiamo che stiamo parlando dell’Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente. Il che dovrebbe dire tutto. E invece no. Ricordiamo pure che l’Arpab è finita nello scandalo Fenice con l’arresto del suo direttore e di un funzionario. Così come ricordiamo che restano appese, in Basilicata, questioni ambientali di vitale importanza come l’impatto del Centro Oli di Viggiano sul territorio, o quello dello stesso termovalorizzatore di Melfi che a quanto ne sappiamo continua a funzionare e dunque a inquinare. Per arrivare poi alle nubi nere che si sono sollevate anche negli ultimi giorni dallo stabilimento della SiderPotenza. O dall’allarme radioattività nell’ex area industriale di Tito Scalo. Questione appese. Come resta appesa la gestione post Sigillito dell’Arpab. A questa inerzia si aggiunge la querelle del direttore Vita con i sindacati in relazione al fuorionda carpito durante un’intervista, da un giornalista del Corriere della Sera, in cui l’ingegner Vita ammette che all’Arpab sono impiegati anche dei fannulloni. Avremmo preferito che il direttore Vita non affidasse questa “denuncia” ad un fuori onda ma che avesse avuto il coraggio di smascherare questi fannulloni, che bene non fanno all’ente che dirige, tempo addietro. E invece ancora una volta il quadro che emerge dell’Arpab è desolante. Se poi si aggiunge che ci troviamo di fronte ad un contenitore pieno zeppo di impiegati amministrativi e ben pochi tecnici, non possiamo che interrogarci sulla opportunità che questa agenzia rimanga in piedi così com’è. Alla luce di tutte le emergenze ambientali, e della sua mission, ci saremmo aspettati che l’Arpab spingesse nella direzione dei controlli e dei monitoraggi. E invece, ancora oggi, si permette di assumere un altro direttore amministrativo, del quale per questioni di spazio sorvoleremo sulle modalità d’assunzione, come se quelli già in forze all’Agenzia per l’ambiente non fossero già abbastanza. Ci dica allora il direttore Vita se vuole essere l’ennesimo direttore di un carrozzone che erode solo soldi pubblici o vuole finalmente puntare tutto su quella che è la vera mission dell’Arpab e cioè la protezione dell’ambiente.
Se tutti i dirigenti sono come Santarsia possiamo dormire sogni tranquilli, hahahahahaaaaaaaaa…..