Le famiglie lucane sono in “trincea” e tagliano specie le spese alimentari tra le quali, di oltre il 40% nel giro degli ultimi mesi, quelle per i prodotti ortofrutticoli freschi. La situazione è ormai giunta al limite Il basso tasso d’inflazione a maggio è frutto di un contesto economico depressivo segnato da una crisi profonda e da un crollo senza precedenti dei consumi delle famiglie, come evidenziato anche da Confesercenti che lancia l’allarme sul futuro dei piccoli negozi al dettaglio, tra i quali i tradizionali fruttivendoli di quartiere e dei mercatini di paese.
Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
D’altra parte, le famiglie spendono ormai più del 60 per cento del loro reddito mensile solo per affrontare le spese obbligate, dalle utenze domestiche fino all’abitazione -sottolinea la Cia. E’ chiaro, quindi, che poi sono costretti a “tagliare” su tutto il carrello della spesa, compreso il cibo, tanto più in un mese come maggio in cui le spinte al rialzo dei prezzi hanno interessato soprattutto gli alimentari (+3 per cento). Colpa della lunga ondata di maltempo che per tutto il mese non ha dato tregua alle campagne, con il 50 per cento di piogge in più rispetto alle medie stagionali e allagamenti nei campi che hanno trascinato in alto le quotazioni al dettaglio di frutta (+9,4 per cento) e verdura fresca (+9,9 per cento).
Quello che preoccupa di più oggi è che non soltanto il 75 per cento delle famiglie lucane riduce abitualmente gli acquisti per la tavola sia in quantità che in qualità -osserva la Cia- ma il fatto che cominciano a ridursi anche i consumi dei prodotti alimentari di base, quelli di uso quotidiano: nel primo trimestre dell’anno, infatti, sono calati addirittura gli acquisti di pasta (-1,6 per cento) e latte (-3,6 per cento).
Di questo – sottolinea il presidente della Cia lucana Donato Distefano – discuteremo nella VII Conferenza economica della Cia-Confederazione italiana agricoltori, che si svolgerà il 21 e 22 giugno nella splendida cornice del Castello Carlo V a Lecce con il tema centrale “ Più agricoltura per nutrire il mondo”. Iniziando dall’Italia, dove il settore primario sta dimostrando di resistere meglio degli altri ai colpi della crisi, garantendo produttività, ricchezza e occupazione nonostante tutti i problemi che ancora condizionano le aziende sino ad affrontare il problema dei costi per aziende e consumatori e quello del rilancio del “mangiare sano, mangiare italiano”.
Giu 13