“Le aspettative dei sindacati di categoria dei lavoratori lucani delle costruzioni per la parte del decreto legge del Governo riferita alle infrastrutture sono soprattutto nella ripartizione del fondo di 100 milioni di euro destinati alle piccole opere. E’ da tempo che sosteniamo che attraverso un programma di mini-cantieri si può concretamente e in tempi brevi rilanciare l’occupazione in edilizia”. E’ il commento del segretario regionale della Feneal-Uil Domenico Palma per il quale “in attesa di esaminare in dettaglio i contenuti del ddl del Governo, le informazioni di fonte giornalistica vedono la Basilicata esclusa dal programma di grandi opere infrastrutturali viarie, ferroviarie, ecc. Invece per la manutenzione delle strade (300 meuro all’Anas) e per il piano di edilizia scolastica (300 meuro all’Inail) dovremo attingere dal finanziamento nazionale. Non siamo ancora in grado di valutare pertanto – dice Palma – come e se sarà possibile raggiungere l’obiettivo dichiarato dal governo della creazione di 30 mila nuovi posti di lavoro nel Paese, mentre ci preoccupa che il cosiddetto “sblocca-cantieri” viene definito da economisti “un groviglio di rimandi legislativi”. Inoltre, il credito di imposta sulle opere in project financing scende da 500 a 200 milioni e il Durc (documento di regolarità contributiva) verrà allungato a sei mesi così come viene sbloccato il nodo burocratico che impedisce alle imprese edili di compensare i debiti contributivi con i crediti derivanti dallo sblocco da parte della Pubblica amministrazione. Qualche perplessità manifestiamo sulla decisione del Governo di far saltare la responsabilità solidale fiscale dell’appaltatore per il versamento all’erario delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente e dell’Iva dovuta dal subappaltatore: le rigidità non sono sempre buone ma il rischio è che a pagare siano i lavoratori, nel caso in cui le imprese coinvolte siano poco serie. La responsabilità in solido è un deterrente per l’utilizzo di minori e lavoratori in nero – spiega il sindacalista – e potrebbe essere abrogata solamente in un paese virtuoso, ma non in un paese come l’Italia che registra molte irregolarità nelle catene di appalti”.
Giu 17