Sanità Futura riaccende il dibattito sul nuovo tariffario di specialistica ambulatoriale in seguito all’incontro convocato in mattinata dall’assessore regionale con le associazioni di categoria della specialistica ambulatoriale. Di seguito la nota integrale.
Apprendiamo che l’assessorato ha convocato nella giornata di giovedì 21 giugno 2013 alle ore 9 un incontro con le associazioni di categoria della specialistica ambulatoriale “per lo svolgimento delle attività del gruppo di lavoro” in questo caso della medicina di laboratorio. Contemporaneamente riceviamo anche a mezzo fax una nota avente ad oggetto: “DGR n. 525/2013 – Precisazioni” a firma del dirigente generale del dipartimento regionale alla salute con la quale si dice qualcosa… ed il suo contrario. A prima vista sembrerebbe una nota “interpretativa” che si riferisce alla famigerata delibera di giunta che adotta il nuovo tariffario ministeriale. Nella realtà quello che si sostiene è che le strutture dovrebbero fatturare senza tener conto del nuovo tariffario fino a luglio, quindi non osservando la delibera giunta, salvo conguaglio entro il mese di dicembre 2013 “alla luce delle possibili rimodulazioni da parte del governo nazionale”.
Secondo quanto è scritto in questa nota, le strutture dovrebbero disattendere una delibera di giunta regionale, nel pieno della sua vigenza, fatturando con tariffe maggiori fino a luglio, salvo vedersi togliere questa maggiorazione entro dicembre in base a “possibili” ripensamenti in sede ministeriale. Nessuno dovrebbe fiatare? Tutti dovremmo partecipare in silenzio a questa farsa aspettando che finalmente si traduca in dramma? Dovremmo continuare in riverente silenzio mentre si fanno i proclami sull’eccellenza della sanità lucana? Non dovremmo nemmeno azzardare un debole dissenso? E dovremmo credere alla spada del giustiziere che si scaglia sulle disoneste strutture private?
Possibile che non venga in mente a nessuno che siamo stanchi di subire autentici soprusi? possibile che nessuno capisce che le nostre piccole imprese sono fatte di persone che amano il proprio lavoro e che vorrebbero costruire qualcosa per una propria e legittima ragione di vita?
Questa nota del dipartimento cela l’imbarazzo della confusione, della fretta di prendere al volo due piccioni con una fava. Si vuole intrappolare i più deboli e vendersi ancora una volta il presunto impegno a ricercare una soluzione nell’ambito di un recinto invalicabile costituito da 9 milioni di euro, da portare a casa nell’interesse dei cittadini. Ovviamente poco importa se la cifra è vera o no e se si prende un cammino senza ritorno che lascerà cadaveri sui marciapiedi di Basilicata. Poi magari non si dice, anzi ci si guarda bene dal farlo, che qualche giorno fa con una delibera di giunta per l’ennesima volta si sono pagati i deficit delle ASL, con quali soldi? Con quelli della comunità e, ovviamente, nell’interesse dei cittadini. Dovremmo tutti far finta di crederci? Dovremmo tutti ingoiare senza battere ciglio la condanna a morte e, anzi, dovremmo anche applaudire per non aggiungere una scomunica per eresia?
La IV commissione consiliare dedicata alla salute pubblica non ha neanche avuto un minimo di elementi ufficiali ne tanto meno i dati ed i calcoli dei presunti 9 milioni di euro che resterebbero non coperti. Un’altra verità che semplicemente è agli atti della commissione e degli interventi di tutti i consiglieri.
Le associazioni di categoria non sono state convocate se non quando la bomba era stata già innescata e con la consueta abilità che le condanne a morte richiedono, si è rifiutata dapprima un minimo garantito di trasparenza per poi subito passare alla gabbia dei tavoli tecnici che dovrebbero risolvere non si sa che cosa. L’ennesima verità è svelata: a chi chiede il ritiro immediato di questo provvedimento si offre la palude dei tecnicismi che potrà condurre le associazioni ad una pseudo trattativa al ribasso. Con il probabile epilogo del massacro compiuto in nome di ogni sforzo di nobiltà d’animo, sempre e comunque nell’interesse dei cittadini.
Le associazioni di categoria, per parte loro, cosa avrebbero dovuto fare? In primis evitare di cadere in trappola, è chiaro. Avrebbero dovuto difendere la verità e con la forza della ragione avrebbero dovuto difendere le piccole imprese che rappresentano, costringendo il governo regionale ad assumere le proprie responsabilità. Ed invece, Anisap, Federbiologi e Aiop restano a fare da stampella al cosiddetto “dialogo”, ancora una volta poco importa se questo dialogo è assolutamente tardivo, poco importa se proseguendo con i tavoli tecnici si accetta e si legittima di fatto questo provvedimento, e poco importa se così facendo ci si rende parte di questo modo di agire. Il copione è lo stesso, pare infettivo. Sembra un virus per il quale non c’è vaccino che tenga. Anche in questa verità dovremmo credere all’autolesionismo? Non ci crediamo. A cosa servono questi tavoli tecnici se non a mantenere vigente questo tariffario omicida? Noi non cederemo al canto delle sirene e della complicità.
Per dovere di cronaca dobbiamo registrare la rinuncia a partecipare alla palude burocratica dei tavoli da parte di un’altra associazione di categoria, la Fenasp. Non abbiamo informazioni tali da poter esprimere un giudizio sulla posizione di quest’ultima poichè non la conosciamo. Speriamo vi sia la stessa voglia di trasparenza sulla quale aggiungere una forza in più.
Ma noi di Sanità Futura non desisteremo, noi insieme a Federlab Italia con cui condivideremo tutte le azioni necessarie per difendere estenuamente le nostre attività, i nostri collaboratori, e i nostri pazienti, continueremo a produrre ogni sforzo possibile per scuotere le coscienze di tutti, per continuare a sperare in una sterzata indispensabile per salvare il salvabile e su di questo poggiare un rilancio possibile.
A questi tavoli noi andremo a richiedere la trasparenza amministrativa come atto basilare di tutela degli interressi della comunità intera. Andremo a chiedere di azzerare le complicazioni inutili e dannose. Chiederemo infine che si inizi un percorso di confronto leale a partire con il ritiro di questo provvedimento senza del quale ogni incontro si rivelerebbe come un ricatto pendente sulle teste delle piccole imprese che ci onoriamo di rappresentare. Lo si vuole forse tenere in piedi alla prossima campagna elettorale? Dovremmo accettare una parvenza di dialogo restando costantemente sotto ricatto? Semplicemente non possiamo. Non ce lo consente il valore umano del nostro lavoro e di quello dei nostri amici collaboratori verso i quali non avremmo il coraggio di dire che siamo diventati parte di un sistema suicida fondato sull’annullamento della libertà di intraprendere e di costruire
Sanità Futura