Il sindaco Saverio Pepe e il tenente Giuseppe Matarazzo: ecco i personaggi “istituzionali” del Vaso di Pandora intervistati da Michele Capolupo. Saverio Pepe, il sindaco.
L’eclettico Saverio Pepe per la prima volta sul grande schermo. Come è andata questa prima esperienza sul set?
E’ vero, è stata la prima volta. Dopo tante esperienze in televisione mi mancava questa avventura cinematografica e per questo ringrazio il regista Geo Coretti.
Come sei diventato il sindaco di questa città della Magna Grecia nel Vaso di Pandora?
Il regista Geo Coretti mi ha contattato e dopo aver dato un’occhiata alla sceneggiatura e ai personaggi ha pensato di affidarmi il ruolo del sindaco. Naturalmente si tratta di un sindaco molto particolare. Nel Vaso di Pandora il regista ha cercato di esasperare le caratteristiche personali di tutti i protagonisti e per quanto mi riguarda ha fatto centro perché ho interpretato questo ruolo con un approccio goliardico e ironico. La mia faccia tosta era quella più adatta, anche perché nell’immaginario collettivo si dice che il politico è abituato a fingere spudoratamente….
Dicci la verità, ti sei ispirato all’attuale sindaco Buccico quando recitavi la tua parte?
Non posso negare di aver pensato a lui ma conoscendo il suo alto senso dell’umorismo ero consapevole di non farne una caricatura, anche perché non mi sarei mai permesso di urtare la sua sensibilità. Quando abbiamo presentato la prima al Cinema Comunale e ho visto il sindaco, quello vero, in prima fila, ho scherzato con lui e da quel giorno quando lo incrocio per la strada è lui a chiamarmi “collega”. Non potevo certamente imitare la sua voce, ho cercato soprattutto di riproporre il suo stile, i suoi movimenti, i suoi gesti.
Conduttore, intrattenitore, cantante e ora attore. Cosa ti piace di più?
Partecipare al Vaso di Pandora è’ stata sicuramente una bella esperienza, come tante altre che sto facendo sul piano artistico. Mi piace l’arte in ogni sua forma ma non sono un professionista. La mia arte si esprime a livello amatoriale. Molti mi conoscono come intrattenitore e presentatore ma mi piace anche la scrittura e ho ideato diversi format televisivi. Ora mi diverto anche con un gruppo musicale, “Saverio Pepe e i timidi”. Anche il canto è una forma d’arte e io ho deciso di puntare sulla musica swing rispolverando canzoni degli anni ’30, ’40 e ’50. Ma è chiaro che la figura che mi sta meglio addosso è quella dell’intrattenitore e conduttore. Ho cominciato per gioco e continuo a divertirmi.
Il cinema non è dunque in cima ai tuoi desideri…
Nel cinema non riesco ad immaginarmi perché tutto quello che faccio è solo per passione. Nel cast ci sono tante persone che hanno partecipato ad un film per la prima volta e per questo non possono definirsi attori, io per primo. Abbiamo giocato e abbiamo trasferito il nostro entusiasmo sul set, ma chi vuole credere in questa professione deve studiare ed uscire “dalla scatola dei Sassi”. Per dirla con una battuta , Matera è la base ma l’altezza la devi fare fuori…
Cosa rappresenta il Vaso di Pandora per il movimento cinematografico del nostro territorio. Il film della Blu Video è sicuramente un contributo, un tassello per la crescita della produzione della cultura, ci dobbiamo mettere in testa che la cultura è importante ma soprattutto dobbiamo produrla.
La Blu Video sogna di creare a Matera un’industria cinematografica. E’ possibile realizzarlo?
Geo Coretti, Toni Notarangelo e Uccio Mastrosabato, i tre soci della Blu Video sono stati encomiabili perché hanno lavorato a costo zero per un progetto nel quale hanno dato tutto quello che potevano. E pertanto auguro davvero alla Blu Video di realizzare questo sogno.
Giuseppe Matarazzo, duro tenente ed ingenuo romantico.
Un ingenuo romantico ma anche il capo delle forze dell’ordine. Come ti sei trovato in questo doppio ruolo nel vaso di Pandora?.
Il ruolo del poliziotto lo avevo già sperimentato con successo nel corto “Un materano a Roma”, recitato con il mio amico Giancarlo Fontana. Dopo una quindicina di cortometraggi anche per me è arrivata l’esperienza del primo film e non potevo che interpretare un personaggio delle forze dell’ordine. Ma nel film c’è molto romanticismo e così sono diventato il fidanzato ufficiale di Novella. Due ruoli distinti, in quanto il tenente fa sempre la voce grossa e si fa sempre rispettare dai suoi subalterni mentre in amore si squaglia e si trasforma in un “fessacchiotto”.
Dai cortometraggi al film, come hai vissuto il “passaggio” tra le due tecniche cinematografiche?
Recitare in un film è tutt’altra cosa. Nei corti si possono tre inquadrature per tre scene diverse e in dieci minuti hai già girato una scena. Nel film invece i tempi sono decisamente più lunghi, perché vanno controllati i microfoni, le luci, le inquadrature e una scena può durare un’intera giornata. L’esperienza è stata bellissima non solo sotto l’aspetto tecnico ma anche perché ho avuto la possibilità di conoscere tanta altra gente.
Sarai protagonista anche nel prossimo film della Blu Video?
Con il regista Geo Coretti c’è stato già un contatto ma non voglio mettere le mani avanti, se mi chiamerà sarò felice di partecipare anche perché studiando giurisprudenza, sarà un moldo per rompere la quotidianità.
Perché a Matera l’industria cinematografica non riesce a decollare?
Manca sicuramente il coraggio, e non mi riferisco certamente agli addetti ai lavori, ma ai nostri rappresentanti istituzionali. Se manca la forza di osare soprattutto in una situazione difficile come quella locale non ci sarà mai la svolta.
C’è un aneddoto legato alla tua presenza sul set del Vaso di Pandora?
Io ho sempre girato scene notturne, si cominciava alle nove del mattino per terminare alle due di notte. A quell’ora eravamo tutti stanchi e il regista Coretti, anche lui stremato, mi chiamava Materazzi, storpiando il mio cognome. Ad un certo punto ho gridato ad altra voce precisando che il mio cognome era Materazzo e tutti sono scoppiati a ridere…
interviste a cura di Michele Capolupo