Legambiente Matera affronta in una nota le questioni ambientali più discusse nelle ultime settimane nella città dei Sassi: da una parte i progetti di parchi eolici che minacciano il Parco della Murgia, dall’altra la richiesta di Italcementi di realizzare un nuovo inceneritore per la raccolta differenziata dei rifiuti. Di seguito la nota integrale.
Pale, rifiuti, cemento, Paesaggio, cultura, storia, futuro, energia dal vento.
E’ vero, viviamo in un mondo tutto attaccato, dove tutto si tiene, dove ad ogni azione segue una risposta. E’ vero, viviamo in un mondo che si va stravolgendo a grande velocità e che strada facendo perde la memoria.
E’ vero, viviamo in un mondo di facili compromissioni, compromessi, malaffari.
Nel limitato tempo di un secolo ci siamo talmente viziati di energia e merci che ne siamo diventati schiavi; non rinunciamo all’energia ed alle merci per via dei miti del PIL: del lavoro, del benessere, del profitto. Tutti questi miti sono già stati assimilati dalla gran parte dei nostri amministratori.
Per produrre merci, per consumare merci, per smaltire merci abbiamo bisogno di energia; come Cittadini attenti abbiamo gridato forte il nostro NO alla energia prodotta con il nucleare; come Ambientalisti siamo contrari all’utilizzo delle fonti fossili come combustibili per la produzione di energia e siamo culturalmente promotori del corretto utilizzo energetico, del risparmio, della diffusione democratica della autoproduzione energetica.
Il solare termico e fotovoltaico, l’eolico, l’idrico ed il geotermico sono le fonti energetiche alle quali Legambiente guarda con assoluto favore.
Pertanto chiediamo che l’impianto di nuove centrali sia sempre di “sostituzione” e non di ulteriore produzione. Ossia, se nella Regione Basilicata si avanzano progetti per produrre 300Mw di energia, bisogna che si chiudano centrali a combustibili fossili per l’equivalente 300Mw e che si progettino miglioramenti di resa e di rete per almeno il 20%.
Parchi eolici ovunque? Assolutamente no. Oggi esistono tecnologie diverse e si possono impiantare campi eolici nuovi con rotori ad asse verticale e compresi in 30-40 metri di altezza; si potrebbero prescrivere altezze contenute e ubicazioni meno impattanti visivamente e NON accettare sempre e comunque i desiderata dei signori padroni. Se il problema è quello dell’impatto visivo e paesaggistico la Regione DEVE imporre limiti di altezza e l’utilizzo di tecnologie diverse.
Rifiuti e cemento
Italcementi Group è il quinto produttore di cemento a livello mondiale.
Le società del gruppo integrano l’esperienza, il know-how e le culture di 22 paesi in 4 continenti del mondo, attraverso un dispositivo industriale di 53 cementerie, 10 centri di macinazione, 7 terminali, 449 centrali di calcestruzzo e 115 cave di inerti. Nel 2012 Italcementi Group ha registrato un fatturato consolidato di circa 4,5 miliardi di euro (dati ufficiali Italcementi group).
In Italia Italcementi ha in funzione 17 cementerie con la capacità di bruciare milioni di tonnellate di rifiuti. La definizione di CSS (dall’anno2006 in poi) ha scatenato gli appetiti dei cementifici, possono risparmiare nell’acquisto del loro combustibile e farsi pagare dai Comuni per bruciare rifiuti.
Affiancare nella combustione i rifiuti urbani a quelli industriali è un bel business; i cementifici passano per benefattori ambientali perché evitano che milioni di tonnellate di rifiuti vadano in discarica al termine di una perversa e malefica gestione del ciclo delle merci.
Perverso ciclo delle merci che si deve perpetuare come un dovere per tutti i Cittadini, ed è quello di continuare a comprare rifiuti, a selezionarli come richiede il padrone. Non si debbono comprare meno rifiuti, non si deve fare una spinta raccolta differenziata e soprattutto non si deve fare lo smaltimento differenziato.
Se si imponesse alle imprese di gestione del servizio di smaltimento rifiuti di praticare e seguire correttamente l’intero ciclo delle merci ci sarebbe una limitatissima esigenza di discariche ed una esigua opportunità di combustione.
Sulla base delle attuale conoscenze scientifiche è noto che a maggiori temperature si ottiene una migliore combustione con minori residui gassosi inquinanti.
Il ciclo delle merci richiede informazione,consapevolezza ed attenzione d’uso da parte dei Cittadini.
Giorgio Nebbia, padre della merceologia italiana, (relatore di Università Verde- Legambiente Matera nel 1989) anni fa scriveva e parlava di merci inutili e dannose ed esortava gli insegnati a “educare” scolare e studenti nell’uso completo delle merci ed a porre domande sulla origine e sulla fine di tutto quello che usiamo.
Bruciare rifiuti si può, bruciare rifiuti non si deve.
Una società accorta e rispettosa NON produce merci dall’uso effimero, non riutilizzabili, non recuperabili, non inquinanti. La attuale società occidentale, spinta dal mercato e dalle lobby energivore, chiede che si consumi sempre di più, più in fretta. Le stesse società di produzione dichiarano di volersi far carico, a pagamento, di far sparire in qualche modo le merci non più utilizzate o utilizzabili, i rifiuti. Nei cementi delle nostre case, delle nostre infrastrutture già finiscono i fanghi dei depuratori, le ceneri degli altiforni, residui di produzioni industriali; i cementieri chiedono di poter fare cementi sempre più sporchi ma sempre a norma, tanto sono loro stessi a dettare le norme di legge (Contributo di AssoLombardia ed AITEC – Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento nelle definizione normativa di CSS) con la complicità di funzionari e ministri compiacenti (vedi Clini e caso ILVA).
Dai tubi dei camini delle centrali termiche già escono diossine, furani, nano particelle cancerogene di ogni tipo. Non esistono oggi sul Pianeta filtri tali che possano azzerare realmente gli inquinanti derivanti dalle combustioni a qualunque temperatura possano avvenire.
La attuale Amministrazione, come peraltro le precedenti, ha ritenuto inutile e superfluo confrontarsi con le associazioni ambientaliste sul tema centrale del corretto smaltimento dei rifiuti della Città, limitandosi a rapporti tra istituzioni ed impresa. Le conseguenze del mancato contributo dei Cittadini organizzati sono evidenti a tutti dal pessimo risultato rappresentato dalla enorme quantità di rifiuti indifferenziati smaltiti impropriamente nelle discariche di LaMartella ed ancora nella modificazione eterna del paesaggio rappresentata dalle nuove colline di monnezza.
Questo perverso e mafioso modo di gestire il ciclo delle merci e lo smaltimento dei rifiuti fa ritenere la combustione con i CSS presso il cementificio, proposta dall’Italcementi, una soluzione. Certo è una soluzione utile al padrone del cemento e condivisa dai servi sciocchi.
Bruciare rifiuti non si deve (Jeremy Rifkin – Entropia 1980 e Civiltà dell’empatia 2010).
Che si pratichi la buona strada già intrapresa e praticata da diversi anni nel Comune di Capannori (45mila abitanti) e che si assuma l’obiettivo condiviso con i Cittadini dei RIFIUTI ZERO.
Il Circolo Legambiente di Matera esprime la propria soddisfazione e compiacimento per la nuova attenzione al paesaggio espressa da amministratori, soprintendenze, associazioni.
Legambiente si rammarica del solo fatto che questa attenzione risulti tardiva e limitata; lo scempio al paesaggio realizzato negli anni all’intero versante che si affaccia sulla valle del Bradano, dal grattacielo con intera Zona 33 e lungo le pendici di Serra Venerdì e Serra Rifusa, la recente vicenda della lottizzazione Quadrifoglio a Cristo la Gravinella, quello che andrà a succedere in contrada San Francesco –Scattolino richiedono atti coerenti e rispettosi della dignità storica della Città di Matera.
La Città di Matera può assumere l’impegno di riprendere un suo rapporto corretto con il territorio che nei millenni ne ha garantito al continuità storica realizzando una serie di bonifiche culturali e reali: chiudere e demolire il cementificio, ripristinare i profili naturali delle cave; bonificare le colline di schifezze a LaMartella; realizzare il corridoio verde in luogo del canale di cemento della ferrovia; realizzare i boschi di contorno e filtro alla Città.
Il tempo che manca all’anno 2019 si va riducendo.