La poesia di Marietta Russo, docente di lettere della scuola media di Matera si compone di versi che trasmettono pensieri e sentimenti in cui si ritrova il lettore. Nella sua ultima pubblicazione “Nel giardino sul fiume” l’autrice raccoglie le essenze proprie del suo animo sensibile, schivo da ridondanti parole della vita presa da caotico movimento. Russo trova l’ancora giusta per saldarsi con se stessa nel mettere in luce tutto quello che le trasmette il cuore in una nobile espressione d’amore. Il suo comporre varia in maniera eccelsa lasciando tracce di vita interiore che esprimono forti emozioni vissute durante la propria esistenza. Marietta Russo spazia nel suo poetare e compone in variegate armonie metriche con valori di assoluta originalità e le pagine di poesia rappresentano ricchezze argomentative dove l’animo e l’anima traspare in maniera cristallina e riflette le parole del suo argomentare. Nel volume ricordiamo le liriche “A primavera”, “La mia estate”, “Noi”, “Pensieri” mentre la sua origine napoletana emerge limpida nei quadretti simbolici della sua originale radice in “Napule 1968” dove il sole la veste di speranza e l’accarezza piano piano, dolce come un sonno da assaporare”. Stupenda anche l’altra lirica in napoletano “Vent’anne”, un saggio di quello che il suo cuore romantico è capace di produrre. Marietta Russo in un’altra poesia fa scorrere anche la sua voce di donna “Sono una donna/inanellata di speranze e di fili spezzati/palpitante sulla farra del mistero/oltre il dolore,/ sui fuochi fatui /oscillanti d’ira/o tremuli di paure. Inseguo l’amore e il libero canto”. La raccolta riserva anche poesie per la madre, il pader, l’amico ed in particolare nella lirica “Nel mio cuore” è evidente il cuore di madre: “Ho solo oro e gemme d’amore. /Per voi figli accenderò tutte le stelle/nell’ora di volare./ Per il cammino della vita quest’amore di madre/vorrà tessere ancora /tappeti d’ambra./ Sarà sempre festa,/ se oro e gemme d’amore/non solo io vi avrò donato”. Ma nel suo cuore non c’è solo la passione per la sua Napoli ma anche quella che ritrova a Matera dove vive da anni con marito e figli e alla quale dedica proprio “Matera” : “T’ammanti di voli,/ di silenzi striscianti/sui verdi strati del tempo./ Il tuo corpo ancora s’abbandona,/ tra le rocce e la Gravina./ Così ,dalla prima alba dei giorni./ Qui il farro cercava un’umida zolla/ odorava il timo./ Qui la gente s’ascoltava /tra favole sempre accese,/ al calore d’un tramonto(…). Il suo sentir di poesia si conclude con “La ballata del cuore” (…) Poesia d’un sogno vagabondo/ vicino all’ancora del mio cuore./ E dei miei sospiri s’acqueta l’onda”.
Carlo Abbatino