La questione affrontata in una conferenza stampa, tenutasi questa mattina presso il Consiglio regionale
Le modalità e le procedure con le quali la Regione Basilicata destina i finanziamenti alle imprese al centro di una conferenza stampa tenutasi nella mattinata presso il Consiglio regionale, alla quale hanno preso parte il consigliere regionale del Gruppo misto Ernesto Navazio e il senatore di Scelta Civica Tito Di Maggio. Di Maggio, ha parlato di modalità e procedure, “quanto meno insolite”, con le quali la Regione elargisce i finanziamenti alle imprese e sollevato dubbi sull’attività di Sviluppo Basilicata, dubbi sorti, soprattutto, con l’attivazione della scuola per design, il cosiddetto progetto Mim che vedeva interessata l’area produttiva del salotto. Le incongruenze fatta notare, più volte ai responsabili del dipartimento Attività produttive, – ha sottolineato – nascevano proprio sulla gestione dei fondi che ha portato, negli ultimi due mesi, ad una erogazione essenzialmente verso Unioncamere e Sviluppo Basilicata, tenendo ai margini, nonostante il loro peso specifico i Distretti industriali. La comunicazione della Regione per giustificare la situazione – ha specificato Di Maggio – è stata quella legata all’urgenza, alla necessità di non perdere i finanziamenti ed attuare, quindi, una procedura veloce. In realtà – a parere dell’esponente di Scelta Civica – le liquidità andavano a coprire i buchi dei bilanci rifinanziati con veri e propri escamotage, con forme di cofinanziamento ed erano indirizzati alle campagne elettorali. Un sistema che vedeva sempre i soliti consulenti e le solite aziende. In questa ottica, con la delibera 458 dell’aprile 2013, 630 mila euro venivano destinati a Sviluppo Basilicata, organismo da tre anni in continua perdita e con lo stesso amministratore unico”. “C’è da pensare – ha affermato Di Maggio – che i finanziamenti restino all’interno dell’organismo che è ente erogatore, secondo i crismi di legge, e che, quindi, non arrivano direttamente ai distretti. Inoltre, sempre analizzando il provvedimento della Giunta si evince che dei 630 mila euro destinati – azione 3 – a Sviluppo Basilicata, 15.000 sono stati devoluti per il materiale divulgativo, informativo e pubblicitario, 30.000 per consulenze e docenze, 30.00 per incontri ed eventi, 40.000 per attrezzature, software, arredi, piattaforma web, ben 515.000 per personale, vale a dire risorse interne ed esterne, spese per missioni, incoming e outgoing”. “Risorse utilizzate – ha detto Di Maggio – nel peggior modo possibile. Occorre ora ristabilire i criteri della buona amministrazione con maggiore trasparenza ed una nuova governance, per quanto concerne Sviluppo Basilicata, a fronte di una missione buona vanno cambiati gli strumenti operativi”.
Il consigliere Navazio ha annunciato la denuncia all’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture, nonché all’Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato, segnalando che “la Regione Basilicata ha costituito la Società Sviluppo Basilicata Spa a capitale interamente pubblico, il cui socio unico è la Regione stessa. Sviluppo Basilicata si definisce una Società per azioni in house della Regione Basilicata, anche se non è esplicitato nello Statuto. Di fatto – ha sostenuto – Navazio – la Regione esercita l’in house providing affidando direttamente rilevanti servizi non prettamente finanziari né strumentali, in deroga alla disciplina degli appalti pubblici. In particolare, ci si riferisce ai servizi di gestione dei bandi comunitari attuativi del Por Basilicata 2007/2013 che si sviluppano attraverso una prima fase amministrativa (preparazione del bando, graduatoria dei beneficiari) ed una seconda fase finale di erogazione del finanziamento”.
Navazio ha rilevato, quindi, “una incongruenza tra la qualità di società in house della Regione, con riferimento all’affidamento diretto dei servizi non finanziari, e la qualità di intermediario finanziario. La prima qualità si caratterizza per il controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi amministrativi che la Regione deve esercitare sulla società affidataria. La seconda si caratterizza per l’autonomia decisionale e autosufficienza di governo della società finanziaria stabiliti dal Regolamento della Banca d’Italia e della Consob”.
Per Navazio “allo stato degli atti, la società Sviluppo Basilicata Spa non può essere contemporaneamente una società in house della Regione Basilicata per servizi diversi e non strumentali a quelli finanziari ed un intermediario finanziario, poiché l’una esclude l’altra. In realtà – ha concluso il consigliere – questo allargamento di competenze è stato necessario per accreditarsi alle autorità dell’Unione europea per ottenere il placet all’affidamento in house”.
Giu 28