Nella serata che precede la festa della Bruna l’Altereno cafè, inserito all’interno del Convento di Santa Lucia e Agata, a ridosso della gravina e con un suggestivo affaccio sul parco delle chiese rupestri della Murgia materana, ospita il recital “La guerra dei Cafoni”: protagonista è l’attore pugliese Sergio Rubini, accompagnato al pianoforte da Michele Fazio, musicista e compositore, che ha collaborato con il regista in altri lavori, tra cui l’arrangiamento musicale del film “Tutto l’amore che c’è”. L’evento, inserito nella rassegna Ueffilo tournèe, è stato promosso dal direttore artistico materano Angelo Calculli.
Il recital di Rubini continua a riscuotere un grande successo e anche a Matera l’attore di Grumo Appula, noto anche per aver interpretato anche il ladrone buono nel film The Passion, girato a Matera da Mel Gibosn, conferma tutto il suo talento artistico.
Ma come nasce “La guerra dei cafoni?”
Nel 2000 è stato prodotto, da Vittorio Cecchi Gori, il film “Tutto l’amore che c’è”, nel quale viene raccontato un gruppo di ragazzi pugliesi negli anni ’70, un epoca segnata da grandi ideali e da grandi speranze. Regista di questo lavoro è l’attore pugliese Sergio Rubini, il quale ha soffermato la sua attenzione su un’altra opera, “La guerra dei cafoni”, il libro dello scrittore piemontese Carlo De Amicis, che tratta argomenti analoghi a quelli narrati dalla pellicola.
Lo scritto, ambientato esattamente nel 1975, racconta la guerra che oppone i ragazzi benestanti di un villaggio della costa salentina ai loro conterranei figli di pescatori, pastori e contadini, detti “cafoni”. A dichiarare e alimentare questo conflitto è il quattordicenne capo dei “signori”, Angelo, soprannominato Francisco Marinho, rapinoso calciatore brasiliano dell’epoca, altrimenti detto il Maligno. Ossessionato dall’odio per i cafoni, Francisco Marinho combatte in nome dell’ordine sociale, della divisione di classe, della continuità storica. Ma quando, per un tragicomico equivoco, nella sua visione del mondo subentra una punta di compassione, o forse di affetto, o forse di amore verso una giovane cafona, la separazione tra il bene e il male comincia a offuscarsi. Intorno a lui, i sintomi di una stagione nuova: dove il prestigio o la disgrazia dell’essere cede il passo all’arroganza dell’avere. La guerra dei cafoni non sarà più scontro tra i ranghi che ribadiscono la propria natura, ma lotta di conquista, arrampicamento, disordine collettivo e interiore. Metafora, attraverso un microcosmo di ragazzini indemoniati, del cambiamento collettivo che in quegli anni trasfigurò il nostro paese, il libro di Carlo D’Amicis è poema cavalleresco e satira sociale, romanzo di formazione “edivertissement pulp”, tragedia dell’antica borghesia e commedia dell’Italia moderna.
Da questo incontro nasce l’omonimo recital “La guerra dei Cafoni”, spettacolo nel quale sono recitati degli stralci di questo libro, come se fosse un racconto, accompagnati da momenti musicali
“Noi siamo in un momento storico – ha spiegato il regista Sergio Rubini – in cui bisogna tornare ad osservare gli anni ’70, quando ancora non avevamo incontrato i rovinosi anni ’80. Erano anni di passioni, erano anni in cui si dava molta importanza ai giovani e dalla gioventù che ci si aspettava il cambiamenti. Questi pensieri si sono guastati negli anni ‘80, facendo nascere le delusioni, nelle quali si radica la crisi che stiamo vivendo in questi giorni. Quindi ricominciamo dagli anni ’70 e questo spettacolo è una maniera per ricordarli”.
La fotogallery de “La guerra dei Cafoni” (foto www.sassilive.it)