“La decisione della Consulta che ha decretato la incostituzionalità della riforma e del riordino delle Province, contenute nel decreto Salva Italia, dimostra come il percorso intrapreso dalla Provincia di Matera fosse quello giusto.”
All’indomani della decisione della Corte costituzionale che dice no al “riassetto” delle Province per decreto, il presidente Stella commenta con soddisfazione quello che non esita a definire “un risultato storico per una provincia che non si è arresa e sin dall’inizio ha preferito le argomentazioni al populismo e all’astensione. Con il sostegno di tutti e 31 Comuni, che attraverso atti deliberativi avevano espresso parere contrario alle decisioni del governo Monti, la giunta provinciale aveva dato il via libera al ricorso al Tar Lazio. Siamo stati i primi in Italia a compiere una scelta che molti definirono coraggiosa, alcuni addirittura inutile, e che oggi si vede riconosciute tutte le sue legittime ragioni nonostante una Regione che non ha ritenuto opportuno procedere.”
“La determinazione con la quale la giunta e il consiglio hanno portato avanti – ha dichiarato il presidente del Consiglio, Aldo Chietera – la volontà condivisa di dire no alla cancellazione della Provincia di Matera trova la propria ragion d’essere proprio in quella Carta costituzionale che voleva essere stravolta, a torto, con un decreto legge. Ma i padri costituenti la misero a punto proprio con l’obiettivo di salvaguardare i principi democratici e quindi il diritto dei popoli a scegliere il proprio destino. L’intuizione che lo Stato, con provvedimenti calati dall’alto, potesse disporre a proprio piacimento dell’identità degli enti ignorando la volontà delle popolazioni, li aveva spinti a rafforzare il senso della partecipazione popolare. E nella stessa direzione, di tutela del territorio, che va letta la nostra azione. Anche quando chi doveva affiancarci ha preferito astenersi non abbiamo rinunciato a farci carico della responsabilità di far valere l’interesse delle nostre comunità. Oggi i fatti hanno dimostrato che noi avevamo ragione, che l’onere di difendere i diritti dei cittadini è stato un onore di cui portiamo risultati concreti.”
“Nel ricorso al TAR, ancora in piedi perché congelato in attesa di decisioni ora chiaramente assunte dalla Corte costituzionale, avevamo evidenziato come la nostra provincia – ha concluso il presidente Stella – avesse caratteristiche uniche che poco hanno a che vedere con quantificazioni numeriche. Nell’atto deliberativo era stato sottolineato, inoltre, come il paventato risparmio, grimaldello cancella Province, era del tutto assente perché i servizi al cittadino e il personale sarebbero comunque rimasti. Dunque un inutile quanto dannoso provvedimento governativo che non avrebbe influito sulla spending review ma solo sulla tenuta del territorio provinciale.”
Caro presidente Stella, e caro presidente del consiglio Chietera, incominciate a preparare le valigie è arrivata l’ora di andare a casa, il Governo per l’autunno deciderà definitivamente l’abrogazione delle Provincie, enti inutili e dispendiosi… ahahahahah
È arrivata l’ora di preparare le valige cari amministratori, per l’autunno le Province saranno abrogate, finalmente tutti a casa, basta sottrarre soldi dalle tasche dei cittadini per pagare i loro stipendi a non far niente!!!!
….ma se il Governo entro due settimane presenta l’abolizione di tutte le province, con riforma costituzionale!!!
….ANDATE A LAVORARE….ah scusate bisogna conoscere il significato di tale parola!!
ma usate il cervello e non parlate a vanvera! Le province sono diventate una scusa! Sono tra le più efficienti ed economiche. Invece altri 50 indagati per truffa sui rimborsi anche nella regione campania.. Ora basta! Aboliamo questi carrozzoni dannosi e dispendiosi quali sono le regioni e lasciamo le province, più attente al territorio, più eque nella crescita comunitaria e più incisive nell’intermediazione stato/territori!
Gli sprechi sono pari ai disservizi…a cosa servono ancora le Province?
Per stipendiare politici e portaborse o per mantenere in vita inutili enti?
Basterebbe un Consiglio comunale con gli attributi per rivendicare, in Regione, le istanze del proprio territorio.