“Nella fondina portava il rosario”. Così, in maniera emblematica, l’Onorevole Pierluigi Castagnetti, a Matera presso la Mediateca in occasione dell’incontro organizzato da Agorà, alla presenza del senatore Carlo Chiurazzi, ha voluto ricordare la figura di Don Giuseppe Dossetti, a cento anni dalla sua nascita. Davanti ad una attenta platea il politico ha ceduto il testimone allo studioso, per dar corso ad una vera lectio magistralis: “Interi articoli della nostra costituzione portano il segno indelebile della riflessione di Dossetti, fra gli estensori della nostra carta – ha ricordato Castagnetti -; penso all’articolo 1, laddove a seguito ad un incontro quasi clandestino con Togliatti, si addivenne alla identificazione delle fondamenta della Repubblica nel lavoro, per voi, sostenne il giurista cattolico parlando al segretario dei comunisti italiani, valore ideologico, per noi strumento di affermazione della dignità che rende l’individuo una persona”. L’incontro proposto da Agorà, all’interno di un ciclo di conferenze finalizzato alla conoscenza del pensiero cattolico, ed impreziosito dall’augurio di buon lavoro indirizzato da Sua Eccellenza Mons. Salvatore Logorio Vescovo di Matera-Irsina, ha consentito di delineare la complessità della figura di Don Giuseppe Dossetti, «che ci ricorda – ha sottolineato il Senatore Carlo Chiurazzi, Presidente onorario di Agorà – quanto sia difficile l’impegno dei cattolici che devono tuttavia farsi carico di governare una comunità complessa come le nostra; lo spirito di questo incontro – ha rimarcato – risiede nella volontà di evitare un eccesso di semplificazione, come alla volte avviene, per farsi invece carico della complessità delle cose che accadono e che investono la nostra società». Al tavolo di lavoro, Giuseppe Chiurazzi di Agorà ha voluto ricordare anche un altro padre costituente, il senatore Emilio Colombo, la cui statura è stata ricordata anche dalla stampa internazionale, in occasione della recente scomparsa. Procedendo nelle ricostruzioni della figura di Dossetti proposte dai relatori è riemersa tutta la vividezza di una biografia spesa “fra l’eremo e la metropoli, nel tentativo – ha evidenziato Vincenzo Scalcione – di non piegarsi all’unica sintesi proposta dalla ragione strumentale, testimoniando nelle tappeti una vita il valore dell’eguaglianza e della partecipazione”. Dossetti fu assoluto protagonista dei lavori della costituente, esperienza che poi poté spendere, nella sua seconda vita di sacerdote, durante il Concilio Vaticano II: “Nella sottocommissione sui diritti e sui doveri, benché in minoranza rispetto alla formulazione dell’articolo 2, la cui bozza indicava la Repubblica come fonte dei diritti della persona, continuò la sua opera di convincimento – ha sottolineato Castagnetti, ricordando il rigore dell’impegno di Dossetti – sino a conquistare una diversa maggioranza nell’assemblea, che permise la riformulazione dell’articolo e la stesura come oggi la conosciamo, ovvero che la Repubblica riconosce i diritti dell’uomo”. Al termine, è apparso chiaro come la rilettura di Dossetti, nei tempi complessi in corso, torni necessaria affinché si possa essere “Sentinelle nella notte”, così come egli stesso aveva invitato ad essere nel discorso pronunziato nel ’94 in ricordo dell’amico Luzzati.
Biografia don Giuseppe Dossetti
Giuseppe Dossetti nacque a Genova il 13 febbraio 1913 da Luigi, farmacista e Ines Ligabue, pianista. A pochi mesi dalla sua nascita la famiglia si trasferì a Cavriago, paese nel quale il padre esercitava la professione di farmacista.
Le prime esperienze di Dossetti nell’Azione Cattolica cominciarono nel novembre del 1930 presso il circolo della chiesa di Santo Stefano, di cui era assistente il parroco don Torquato Iori. Nell’ottobre dello stesso anno il vescovo Brettoni lo nominò presidente del centro giovanile “Domenico Longagnani”, un circolo interparrochiale cittadino; solo qualche anno dopo entrò a far parte del “Consiglio della federazione giovanile” come rappresentante degli studenti.
In parallelo all’Azione Cattolica, Dossetti portò a termine gli studi della scuola media superiore e conseguì la maturità classica a Reggio Emilia nel 1930. Non molto tempo dopo si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bologna dove si laureò il 16 novembre 1934 con lode, discutendo una tesi di diritto canonico, con relatore C. Magni, sul tema “La violenza nel matrimonio canonico”.
Dopo il traseferimento all’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano, si iscrisse alla scuola di perfezionamento di diritto romano, tappa ritenuta indispensabile per la formazione di un giurista; qui fu assistente di V. Del Giudice alla cattedra di diritto ecclesiastico.
Nel 1940 Dossetti vinse il concorso nazionale di ruolo alla cattedra di diritto canonico e fu proprio nello stesso anno che conseguì la libera docenza nella stessa disciplina sviluppando ulteriormente l’argomento della propria tesi, collocandosi tra i più importanti canonisti italiani.
Fu anche chiamato a ricoprire l’incarico di docente di diritto ecclesiastico nell’Università di Modena. Nell’ottobre del 1953 partecipò al congresso del diritto canonico organizzato dall’Università Gregoriana per il IV cenetenario della sua fondazione.
Alla fine del 1956 Dossetti presentò le proprie dimissioni da professore universitario al ministro della pubblica istruzione ritenedo tale ruolo non compatibile con le proprie scelte religiose, monastiche e sacerdotali. Oltre all’attività universitaria grande fu l’impegno prestato da Dossetti nella Resistenza. Nel settembre del 1943, partecipò alla lotta antifascista del CLN di Cavriago e nel dicembre 1944 entrò nel CLN provinciale di Reggio Emilia in rappresentanza della Democrazia Cristiana e ne divenne presidente.
Il suo nome di battaglia era Benigno. Egli operò sia a livello di lotta clandestina militare sia a livello di educazione politica tessendo le fila di un movimento politico democratico di ispirazione cristiana, arrivando il 24 febbraio ad un documento comune delle delegazioni di Parma, Modena e Reggio Emilia da lui redatto. Alla fine dello stesso mese, Dossetti abbandonò la pianura e si portò in montagna nella zona controllata dai partigiani.
Nell’attività della Democrazia Cristiana, Dossetti comparve a livello nazionale per la prima volta il 12 luglio del 1945 al primo convegno dei “Gruppi giovanili del partito”. Nelle elezioni per la direzione, cui il consiglio nazionale procedette immediatamente, Dossetti venne eletto vice-segretario.
Il 10 agosto 1945 Dossetti si trasferì a Roma dove condusse una battaglia a favore della scelta repubblicana da parte della DC, causa di profondo dissenso con la linea di De Gasperi.
Il 7 marzo 1946 rassegnò le dimissioni dalla segreteria, dalla direzione e dal consiglio nazionale. Avendo poi ottenuto soddisfazione alle sue richieste, ritirò le dimissioni e rimase in direzione sino al successivo congresso nazionale della DC.
In settembre Dossetti, Fanfani, Lazzati e La Pira fondarono il movimento “Civitas humana” per continuare quell’intenso lavoro di comune maturazione iniziato intorno agli anni ’40 e al fine di orientare il mondo cattolico verso una riforma politica e sociale ispirata all’eguaglianza e alla partecipazione. Dossetti venne eletto presidente del movimento nel dicembre, ma tale carica si concluderà già nel luglio successivo, dopo aver dato vita alla rivista Cronache sociali.
La fine del governo tripartito (DC, PCI, PSI) vide Dossetti estremamente reattivo alla scelta degasperiana delle nuove alleanze con i vecchi partiti liberaliee repubblicano. Al II congresso nazionale della DC a Napoli, Dossetti venne eletto al sesto posto nel consiglio nazionale e poi nella direzione del partito. L’inverno del 1948 vide Dossetti impegnato nel dibattito sulla politica estera soprattutto in relazione alle voci di un’adesione dell’Italia a un patto militare difensivo.
Al congresso nazionale DC di Venezia venne eletto al settimo posto. Dossetti rientrò così in direzione il 20 aprile 1950 quando De Gasperi riuscì a ricomporre una segreteria unitaria.
Il 2 giugno 1946 Dossetti venne eletto all’Assemblea Costituente nella lista democratico-cristiana, per la circoscrizione Parma-Modena-Piacenza-Reggio Emilia, con 29.793 voti di preferenza dopo una campagna elettorale che l’aveva visto impegnato a favore della scelta repubblicana. Il 15 luglio l’Assemblea decise la costituzione della commissione «incaricata di elaborare e proporre il progetto di Costituzione» e il 19 luglio il presidente comunicò i nomi dei componenti tra i quali Dossetti.
Già il 23 luglio, nella seconda seduta della commissione, Dossetti presentò un progetto di regolamento dei lavori, proponendo la suddivisione in tre sottocommissioni per la preparazione del testo della nuova carta costituzionale repubblicana. La proposta venne accolta e il 25 luglio si procedette alla formazione delle sottocommissioni stesse: Dossetti entrò a far parte della prima sottocommissione che si occupava dei diritti e doveri dei cittadini.
Venne in seguito eletto alla Camera dei Deputati il 18 aprile 1948 nella medesima circoscrizione con 44.677 voti di preferenza. Si dimise nel luglio 1952. Era sempre il 1952 quando Dossetti fondò, in un’antica casa di via San Vitale 114, con il nome di “Centro di documentazione”, modificato all’inizio degli anni Sessanta in “Istituto per le scienze religiose”. L’iniziativa voleva creare un istituto di ricerca a carattere scientifico nel campo delle scienze religiose, per dare “a livello della riflessione critica un contributo al rinnovamento della consapevolezza ecclesiale e perché queste scienze rientrassero a pieno titolo nella dinamica culturale del nostro Paese, superando la loro circoscrizione in ambiti esclusivamente ecclesiastici”.
L’esperienza amministrativa a Bologna cominciò quando Dossetti accettò la candidatura come capolista indipendente della DC per le elezioni amministrative del 1956, aderendo alla richiesta del cardinale Giacomo Lercaro, che intendeva con questa candidatura tentare uno stile nuovo di presenza dei cattolici nella realtà cittadina. Il 19 marzo 1956, nel discorso alla Sala borsa di fronte all’assemblea degli iscritti alla DC del comune di Bologna, Dossetti presentava la novità della sua campagna elettorale.
Al termine di una serrata campagna elettorale, il PCI conservò la maggioranza, guadagnando 35.700 voti rispetto al 1953 e il 27 maggio Dossetti entrò a far parte del consiglio comunale nella posizione di minoranza.
Il 25 marzo 1958 Dossetti parteciò per l’ultima volta alla seduta del consiglio comunale. Nella stessa data comunicava al sindaco, Giuseppe Dozza, le proprie dimissioni dal consiglio. Dossetti fu anche membro della Consulta Nazionale, nata tra il 4 e il 30 aprile 1945 quando due decreti istituirono la stessa con il compito di dare al governo pareri non vincolanti su problemi generali o provvedimenti legislativi, soprattutto per i bilanci e le leggi elettorali.
Attivissima fu anche la partecipazione di Dossetti all’impostazione della struttura politica delle linee di sviluppo del nuovo stato nella stesura della Costituzione dove risultò evidente il suo desiderio «di accentuare la profonda originalità della nostra costituzione in confronto delle costituzioni precedenti e specialmente in confronto con quella francese».
Fu così che nel dicembre del 1956 Dossetti manifestò il suo desiderio di diventare sacerdote al cardinale Giacomo Lercaro. Il cardinale, dopo matura riflessione, diede risposta positiva solo nel marzo 1958, permettendo a Dossetti di dare le dimissioni dal consiglio comunale, il che egli fece immediatamente. Appena accettate le dimissioni, Dossetti vestì l’abito clericale e si ritirò al santuario di San Luca per iniziare la sua preparazione. Nel 1960 Giuseppe Dossetti partecipò ai lavori del Concilio Vaticano II come collaboratore del cardinale Lercaro e la sua opera principale fu la trasformazione del Regolamento dei lavori del Concilio.
Morì il 15 dicembre 1996. È sepolto nel cimitero di Casaglia di Monte Sole, insieme ai martiri dell’eccidio.
La fotogallery dell’incontro a Matera con Castagnetti (foto www.sassilive.it)